Raiz & Fausto Mesolella, nella categoria “interpreti di canzoni non proprieâ€, con l’album Dago Red, sono i vincitori della Targa Tenco 2014, il riconoscimento più autorevole della musica italiana, organizzato dal 1984 dal Club Tenco e assegnato da una giuria composta da oltre 200 giornalisti (di gran lunga la più vasta e rappresentativa in Italia in campo musicale).
“Dago Red, il disco e il live show, sono strutturati quasi come se il duo fosse un punto di partenza per altro – raccontano Raiz e Mesolella -. Voce e chitarra bastano a se stessi ma c’è sempre posto per altro. In occasione del concerto che abbiamo recentemente tenuto all'Auditorium ci hanno raggiunto sul palco la grande Rita Marcotulli al pianoforte e l'attore Marco D'Amore, che hanno reso con la loro arte più preziosa la trama della nostra musica†Un disco funambolico che ruota intorno al gioco delle identità e al cosmopolitismo. Dago Red, che potrebbe essere tradotto approssimativamente come "Il vino rosso del terrone" - intendendo cioè il vino "rosso" degli immigrati d'origine italiana, perchè Dago era uno dei molti modi in cui, con un certo disprezzo, si potevano chiamare gli italiani d'America - è il titolo di una raccolta di racconti (e di un racconto in particolare) dello scrittore italo-americano John Fante e dovrebbe rendere benissimo l'atmosfera che si respira in questo lavoro.
"Ci piaceva molto l'idea del vino rosso paesano, quello che forse non è amato dai palati raffinati dei sommelier, ma che è forte, sincero ed inebriante. Abbiamo rivisto a nostro modo nove classici della canzone napoletana lasciando lo spazio aperto alla contaminazione con ciò che napoletano non è ma che altrettanto ci appartiene. In questo lavoro la nostra anima rock, soul, blues, reggae fa pace - o ci prova! - con l'altra sua parte, quella che appartiene alla canzone della terra dove siamo nati e cresciuti".
Raiz e Mesolella lavorano insieme da qualche anno e propongono un excursus unico tra canzone napoletana, rock, reggae con qualche suggestione etnica mediterranea. Chi ascolta si ritrova a fare un viaggio senza passaporto attraverso diverse anime musicali che finiscono con il trovare molti punti connessione. Una musica in cui coesistono con pari dignità anime diverse è anche vista dal duo come un'anticipazione dell'unica futura umanità possibile: quella capace di conservare la differenza per favorire confronto, condivisione e crescita collettiva invece che come arma da brandire contro chi è "diverso".
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