Primavera del 1936. Al giovane federale Giovanni Comini, di stanza a Brescia, viene assegnato dal Segretario del Partito Fascista Achille Starace lincarico di sorvegliare Gabriele DAnnunzio, da 15 anni rinchiuso nel Vittoriale, per raccogliere su di lui informazioni di ogni tipo. DAnnunzio si è dichiarato contrario allimminente alleanza fra Mussolini e Hitler, che il poeta definisce un ridicolo nibelungo, e il Partito non tollera il suo dissenso. Comini si reca al Vittoriale e da lì manda alla Casa del Fascio regolari rapporti su ogni attività del Poeta Vate, comprese quelle sessuali. Ma il suo legame con DAnnunzio cresce, e il dubbio sulloperato del Fascismo comincia ad insinuarsi anche nel convintissimo federale.