Girato in stretta economia, ma con una gran voglia di spendere idee e morale e una vitale fiducia nella trasmissione del pensiero cinematografica, «Il dono» è uno dei «casi» del nuovo cinema italiano. Premiato ovunque da due anni, il film di Michelangelo Frammartino, 36enne architetto milanese, è un documento ma non un documentario esistenziale, la registrazione della normalità della vita in campagna. I rimandi vanno subito alla poetica virgiliana ma alzi la mano chi non pensa anche al magnifico cinema lirico intimista di Piavoli.