L'adolescenza è un tema abusato nel cinema, e i registi hanno offerto innumerevoli letture, dalle più banali a quelle più interiori, a quelle più selvagge. La schivata è una delle più vere, vicine alla realtà , con una morale forte e non esageratamente didascalica. L'opera seconda di Kechiche (Leone d'oro nel 2000 come esordiente con Tutta colpa di Voltaire) fotografa lo spaccato di un sobborgo parigino scegliendo come protagonista una ragazza carina e smaliziata, Lydia, che frequenta un corso di teatro, e si muove fra amici e spasimanti. Lei è amica d'infanzia di Krimò, un giovane introverso di origine maghrebina, ma lui è convinto che fra loro ci dovrebbe essere qualcosa di più.