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Anna Magnani
1908 1973




Anna Magnani (Roma, 7 marzo 1908 – Roma, 26 settembre 1973) è stata un'attrice italiana.
Considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia, attrice simbolo del cinema italiano, è altresì particolarmente conosciuta per essere stata, insieme ad Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, una delle figure preminenti della romanità cinematografica del XX secolo. Celebri le sue interpretazioni, soprattutto in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata. Quest'ultimo le valse un Oscar alla miglior attrice protagonista. La Magnani ha inoltre vinto due David di Donatello, cinque Nastri d'Argento, un Globo d'Oro, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d'Argento a Berlino.



Biografia
Anna Magnani nacque a Roma il 7 marzo del 1908 (registrata sotto i nomi di Anna Maria all'anagrafe). Sua madre, Marina Magnani, era una sarta originaria di Ravenna, che dopo aver dato alla luce la piccola Anna, la affidò definitivamente alle cure della nonna materna Giovanna Casadio, anch'essa di origini ravennati. La bambina non conoscerà mai il suo padre naturale. Da adulta, effettuando delle ricerche sull'identità del padre, Anna scoprirà le sue origini calabresi e quello che avrebbe dovuto essere il suo cognome, Del Duce; dirà poi, con la sua consueta ironia, di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come "la figlia del Duce".
Dopo aver abbandonato la figlia, Marina Magnani emigrò ad Alessandria d'Egitto, dove conobbe e sposò un ricco e facoltoso austriaco. A causa di ciò, per lungo tempo si credette che la Magnani fosse nata in Egitto; successivamente però la verità è venuta a galla, prima per ammissione della stessa attrice, poi tramite le conferme del figlio. Anna viene quindi allevata dalla nonna in una casa abitata dalle cinque zie Dora, Maria, Rina, Olga e Italia. L'unica presenza maschile è quella dello zio Romano.
La nonna si impegna a fondo per far crescere e studiare la nipotina. La iscrive presso un collegio di suore francesi, dove però la bambina rimane solo pochi mesi.
Anna intraprende ben presto lo studio del pianoforte e porta avanti la sua formazione fino alla seconda liceo. Nel frattempo si reca ad Alessandria in visita alla madre, ma l'esperienza è molto dolorosa in quanto non riesce a farsi amare completamente da lei.


Rientrata a Roma, Anna decide di abbandonare lo studio della musica, che non la soddisfa pienamente, e si indirizza verso la recitazione.

Gli inizi
Nel gennaio del 1927 inizia a frequentare con Paolo Stoppa la scuola di arte drammatica Eleonora Duse diretta da Silvio D'Amico - trasformatasi nel 1935 in Accademia Nazionale d'Arte Drammatica - avendo come insegnante Ida Carloni Talli. Tra il 1929 e il 1932 fa parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da Dario Niccodemi.
Nel 1932 Anna e Paolo Stoppa si ritrovano a lavorare insieme nella compagnia di Antonio Gandusio, il quale ben presto si innamora della Magnani e apprezza a tal punto le sue qualità da spingerla a tentare anche la strada del cinema. Nel 1934 passa alla rivista, accanto ai fratelli De Rege, lavorando poi, a partire dal 1941, in una fortunatissima serie di spettacoli con Totò.
In campo cinematografico il suo debutto è segnato dal film del 1934 La cieca di Sorrento di Nunzio Malasomma, nonostante nel 1928 fosse già apparsa, in un ruolo marginale, nella pellicola Scampolo di Augusto Genina. Il 3 ottobre 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, con cui nel 1936 gira Cavalleria dal quale si separa nel 1940 divorziando poi nel 1950.

Il successo


Dopo numerosi film in cui interpreta parti di cameriera o cantante, riesce ad imporsi per le sue eccezionali doti di interprete spiccatamente drammatica. Ed è Vittorio De Sica nel 1941 ad offrirle per la prima volta la possibilità di costruire un personaggio non secondario, quello di Loretta Prima, artista di varietà, nel film Teresa Venerdì. Recita nell'avanspettacolo di Totò e interpreta il ruolo della verduraia romana in Campo de' Fiori con Aldo Fabrizi.
Il 23 ottobre 1942 dà alla luce il suo unico figlio, Luca, frutto di una relazione con l'attore Massimo Serato (più giovane di otto anni e a causa della gravidanza la Magnani dovette rinunciare a girare il film di Luchino Visconti Ossessione dove venne sostituita da Clara Calamai), il quale l'abbandona non appena lei rimane incinta; l'attrice riuscì ad imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina fece con lei, uno dei pochissimi casi di genealogia matrilineare che si protrae per addirittura tre generazioni.
Raggiunge la fama mondiale nel 1945 e vince il suo primo Nastro d'Argento grazie all'interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, Roma città aperta di Roberto Rossellini (con il quale instaura una relazione sentimentale), con Aldo Fabrizi e Marcello Pagliero. Nel film Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la 'Sora Pina', ispirato alla figura di Teresa Gullace) viene ucciso dai mitra nazisti.
Nel 1947 vince il suo secondo Nastro d'Argento e il premio per la miglior attrice alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per il film L'onorevole Angelina diretto da Luigi Zampa.

La rottura con Rossellini

Nel 1948 interpreta il suo ultimo film con Roberto Rossellini, prima della rottura della loro relazione: L'amore, diviso in due atti. Il primo (ispirato al dramma in atto unico di Jean Cocteau La voce umana) è un lungo monologo al telefono di una donna abbandonata dal compagno; il secondo è la storia di una popolana che si accoppia con un giovane pastore (interpretato da Federico Fellini) credendolo San Giuseppe: per lei è il terzo Nastro d'Argento. Nel 1949 gira Vulcano, nell'isola vicina a quella dove Rossellini sta girando Stromboli terra di Dio con la sua nuova compagna Ingrid Bergman. Le riprese dei due film sono ricordate dalla storia del cinema come la guerra dei vulcani.
Nel 1951 interpreta la protagonista del film di Luchino Visconti, sceneggiato da Cesare Zavattini, Bellissima con Walter Chiari, Corrado, Alessandro Blasetti, e vince il suo quarto Nastro d'Argento.
Il quinto e ultimo Nastro d'Argento le sarà conferito per il film Suor Letizia - Il più grande amore.
Nel 1952 interpreta Anita Garibaldi nel film Camicie rosse, dove volle alla regia l'ex marito Goffredo Alessandrini.

L'Oscar

Il 21 marzo 1956 è la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista, conferitole per l'interpretazione di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata, del 1955, con Burt Lancaster, per la regia di Daniel Mann. Per lo stesso ruolo, vincerà anche un BAFTA quale attrice internazionale dell'anno e il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico.
La Magnani non presenziò alla cerimonia: l'Oscar venne ritirato da Marisa Pavan, anche lei candidata come migliore attrice non protagonista per lo stesso film, dalle mani di uno dei più grandi attori comici di quegli anni, Jerry Lewis.
Un altro prestigioso riconoscimento internazionale, miglior attrice al Festival di Berlino, le viene conferito nel 1958 per l'interpretazione del film Selvaggio è il vento di George Cukor in cui è affiancata da Anthony Quinn ed Anthony Franciosa. Per lo stesso ruolo, sempre nel 1958, vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice e verrà nominata per la seconda volta al premio Oscar, che però va a Joanne Woodward per La donna dai tre volti.
Nel 1959 vince il suo secondo David di Donatello per il film Nella città l'inferno con la regia di Renato Castellani, interpretato assieme a Giulietta Masina, con la quale si creò però un'accesa rivalità durante la lavorazione, tanto che le due ebbero rapporti molto difficili: la pellicola è ambientata in un carcere femminile, in cui l'ingenua Lina (Masina) impara dalla "veterana" Egle (Magnani) i segreti per una vita di successo. Nel 1960 recita accanto all'amico Marlon Brando e con Joanne Woodward nel film Pelle di serpente diretto da Sidney Lumet.
Nel 1962 è la protagonista di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, regista con il quale aveva instaurato un rapporto conflittuale. Pasolini, dopo l'esordio del 1961 con Accattone, cercò in ogni modo di lavorare con la grande attrice, ormai sempre più selettiva nello scegliere i ruoli (la sua ultima interpretazione era Risate di gioia al fianco di Totò nel 1960); la Magnani accettò, ma entrambi rimasero insoddisfatti dal risultato ottenuto. Lei disse: "Pasolini mi ha usata", lui sosteneva che lei era stata: "troppo borghese". In ogni caso, nonostante le loro incomprensioni, che comunque non andarono mai ad intaccare la stima reciproca, il film ottiene un grande successo di pubblico e di critica in Francia, mentre in Italia al grande successo di critica seguiranno invece incassi deludenti.

La televisione

Nel 1971 si cimenta con la televisione, fino a quel momento guardata da lei con sospetto. Con la regia di Alfredo Giannetti interpreta un ciclo di tre mini-film intitolato Tre donne: La sciantosa, 1943: Un incontro e L'automobile, la cui colonna sonora originale è composta da Ennio Morricone e diretta da Bruno Nicolai. Diverso il discorso per Correva l'anno di grazia 1870, sempre per la regia di Giannetti, che viene distribuito nelle sale cinematografiche e trasmesso successivamente in televisione. Per una dolorosa coincidenza, il film, reintitolato 1870, fu programmato per il 26 settembre 1973 e andò in onda poche ore dopo la morte dell'attrice. In questi film suoi partner sono Massimo Ranieri, Vittorio Caprioli e due mostri sacri del teatro e del cinema come Enrico Maria Salerno e Marcello Mastroianni.

La morte
Nel 1972 la sua ultima apparizione cinematografica, nel cameo fortemente voluto da Federico Fellini per il suo film Roma. Di notte, una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di Roma. Risponde a Fellini e, ridendo, chiude il portone davanti alla macchina da presa e lì conclude la sua lunga e magnifica carriera cinematografica.
Morì a Roma il 26 settembre 1973, all'età di 65 anni, presso la clinica Mater Dei ai Parioli, stroncata da un tumore al pancreas, assistita fino all'ultimo dal figlio Luca e da Rossellini, al quale si era riavvicinata negli ultimi tempi. Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di San Felice Circeo (Latina), nei pressi della sua villa del Circeo che lei amava tantissimo.

Tributi

Dopo la sua morte, tante le iniziative in Italia e all'estero per ricordare Anna Magnani. Tra le più rilevanti, quella nel 2002 al Museum of Modern Art di New York che le rende omaggio dedicandole una retrospettiva con la proiezione dei 14 film più significativi che l'attrice ha interpretato. Prima di lei poche altre dive del cinema avevano ricevuto un tributo così importante dal MoMA.
Gianni Togni le ha dedicato Nannarè, contrazione romanesca di Nannarella, nome d'arte della Magnani, contenuta nell'album Bersaglio Mobile del 1988, così come Pino Daniele con Anna verrà, inserita nel disco Mascalzone latino del 1989; anche Carmen Consoli ha scritto una canzone, intitolata "Anna Magnani", cantata da Adriano Celentano, e della quale si trovano in rete versioni interpretate anche dalla stessa autrice.
Eduardo de Filippo dedica all'attrice un'intensa poesia a pochi mesi dalla scomparsa dell'attrice:
"Confusi con la pioggia
sul selciato,
sono caduti
gli occhi che vedevano
gli occhi di Nannarella
che seguivano
le camminate lente
sfiduciate
ogni passo perduto
della povera gente.
Tutti i selciati di Roma
hanno strillato.
Le pietre del mondo
li hanno uditi ".
Paola Turci nell'album "Il Secondo Cuore", uscito il 31 marzo 2017, le dedica il tributo del brano di chiusura "Ma dimme te" in cui omaggia l'attrice concittadina con delle strofe che sintetizzano in maniera indelebile l'ardore e la passione nell'amare dell'attrice.

Curiosità
La Magnani rifiutò il ruolo di protagonista del film La ciociara del 1960: il film (la cui regia era stata inizialmente affidata a George Cukor) avrebbe infatti dovuto vedere Anna Magnani nella parte di Cesira mentre Sophia Loren era stata scritturata per la parte della figlia Rosetta, la Magnani rifiutò il ruolo perché non voleva interpretare la madre di Sophia Loren; a seguito del rifiuto fu dunque proprio la Loren ad interpretare il ruolo di Cesira (che le fruttò l'Oscar nel 1962) al posto della Magnani mentre il ruolo di Rosetta venne affidato all'americana Eleonora Brown. Senza la presenza della Magnani, Cukor rifiutò di girare il film e venne sostituito da Vittorio De Sica.
La Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo - diretto o indiretto - allo star system e all'industria dello spettacolo.
Solo in tre film la Magnani non ha recitato con la propria voce: La principessa Tarakanova, girato ad inizio carriera, in cui parla con la voce di Marcella Rovena, e in Finalmente soli e Quartetto pazzo, in cui è stata doppiata da Tina Lattanzi (quest'ultima doppiatrice italiana ufficiale di attrici come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Joan Crawford e Bette Davis).
Quando a bordo del Vostok 1, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin compì la prima rotazione della terra, dichiarò: "Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti, e Anna Magnani".
Jean Renoir scrive: "La Magnani è la quinta essenza dell'Italia, e anche la personificazione più completa del teatro, del vero teatro con scenari di cartapesta una bugia fumosa e degli stracci dorati, dovevo logicamente rifugiarmi nella commedia dell'arte e prendere con me in questo bagno la Magnani, le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo".
A pochi giorni dal suo arrivo in America la stampa dichiara: "In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano". Il Time scrive: "Divina, semplicemente divina".
Dopo le riprese del film Mamma Roma, Pier Paolo Pasolini commentò così la loro collaborazione: "Anna è romantica, vede la figura nel paesaggio, è come Pierre-Auguste Renoir, io invece sono sulla strada del Masaccio".
Le è stato dedicato un cratere di 26 km di diametro sul pianeta Venere.
Dei quattro film realizzati per la televisione con la regia di Alfredo Giannetti, i primi tre furono trasmessi sul Programma Nazionale tra il 26 settembre e il 10 ottobre 1971. Il quarto, Correva l'anno di grazia 1870, fu inizialmente destinato alle sale cinematografiche e solo successivamente approdò in tv sul Secondo Programma con il titolo 1870. Per la stampa ci fu una proiezione della versione televisiva in anteprima a Roma nella sede Rai di viale Mazzini ma l'attrice non partecipò alla presentazione perché già malata: morì poche ore prima della trasmissione, prevista, per una dolorosa coincidenza, proprio la sera del 26 settembre 1973.
Scrive Tennessee Williams: "ma Anna è diversa da tutte. È una creatura incredibile, metà femmina e metà maschio. La sua anima è un tutt'uno con il suo utero, materno e possessivo alla stessa stregua. Una volta che ti ha generato è pronta a fagocitarti. Di virile ha la cocciutaggine e la permalosità"
Scrive Silvano Castellabeppe : «La Magnani è immensa. Attrice sensibile, intelligentissima. E non venitemi a parlare di volgarità. La Magnani va collocata, studiata e criticata sul piano del romanesco. Allora si vedrà che, nella sua virulenza plebea, l'attrice deriva proprio dalla tradizione popolare più pura e quindi più nobile. Giovacchino Belli scenderebbe dal suo piedistallo e s'inchinerebbe, con la tuba in mano davanti a lei. C'è un momento nel film in cui il "vammoriammazzato!" di Anna Magnani, rivolta a un tedesco, toglie il respiro e rimane nell'aria, tragicamente come una condanna definitiva».
Scrive Federico Fellini : "Anna Magnani ha incarnato la figura femminile che ha dato agli italiani un motivo d'orgoglio."
Scrive Indro Montanelli : "Io la ringrazio soprattutto di esistere. Nessuna creatura mi ha mai dato tanto, e così generosamente, quando dà. Per fortuna non se ne accorge e non esige impossibili restituzioni."
Scrive Giuseppe Ungaretti : "Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato".
In un'intervista Marisa Merlini dichiara: "C'aveva dei periodi di dolcezza, di infinita dolcezza e dei periodi in cui era arrabbiata che apriti cielo! Non le risparmiava a nessuno! Quando doveva dire, lei ammazzava con le parole in un modo stupendo".
La figlia di Luca, Olivia, ha seguito le orme della nonna essendo anche lei un'attrice.
In un'intervista dichiara: “Ho capito che ero nata attrice.Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”.
Scrive Franco Zeffirelli : Era l'incapacità di realizzarsi come donna nella vita che le dava questo assatanamento, e che le permetteva perciò di realizzarsi su un altro piano. E infatti lei ha cercato di prendere le sue vendette nel lavoro. E c'è riuscita. Ma ha pagato tutto questo duramente. Il lavoro le ha sottratto la vita. Anna poi era una donna fragile, debole, piena di dubbi e di incertezze. Avrebbe avuto bisogno di un uomo che si imponesse e la sottomettesse. Ma lei era anche, ormai, Anna Magnani e come si fa a imporsi ad un personaggio del genere? Insomma era due donne diverse e gli uomini di fronte a questo enigma, a questo Giano bifronte sbarellano, non reggono. In fondo il dramma di tutta la vita di Anna sta proprio lì. La cosa più vera, più sincera, più commovente, Anna me la disse tre anni fa in una delle sue tante confessioni notturne, mi disse: «Io sono una stronza, io dovevo nascere contadina nell'agro romano, fare tredici figli, sì, scodellare figli a mio marito e ogni volta che aprivo bocca quello mi riempiva la faccia di schiaffi. Questo era il personaggio mio, per essere vera con la mia natura. E dovevo far così. Invece mi son messa a far l'attrice, sono diventata Anna Magnani e sono stata un'infelice per sempre».
Antonello Trombadori la ricorda così: “Il romanesco era per lei un modo di comunicare con il pubblico. Casomai Anna Magnani era un’intellettuale mancata, non era un’attrice popolaresca ma un’attrice che mirava a essere estremamente funzionale e intellettuale. Non era un’istintiva, ma meditata e pensata. Più di quello che si possa credere. L’istinto e l’impulso a comunicare non vengono in lei abbandonati a se stessi ma sorvegliati e indirizzati. Per cui i suoi personaggi non sono il suo punto di partenza, ma un modo di essere dentro ciò che è popolaresco”. (tratto dal libro "Roma Città Aperta" di Simonetta Ramogida, ed. 2015)Premi e riconoscimenti
Nastro d'argento
1946 - Migliore attrice non protagonista per Roma città aperta
1948 - Migliore attrice protagonista per L'onorevole Angelina
1949 - Migliore attrice protagonista per L'amore
1952 - Migliore attrice protagonista per Bellissima
1957 - Migliore attrice protagonista per Suor Letizia - Il più grande amore
1960 - Candidatura per Migliore attrice protagonista per Nella città l'inferno
1966 - Candidatura per Migliore attrice non protagonista per Made in ItalyNational Board of Review Awards
1946 - Migliore attrice protagonista per Roma città aperta
1955 - Migliore attrice protagonista per La rosa tatuataDavid di Donatello
1958 - Migliore attrice protagonista per Selvaggio è il vento
1959 - Migliore attrice protagonista per Nella città l'infernoGlobi d'oro
1973 - Migliore attrice per Correva l'anno di grazia 1870Premio Oscar
1956 - Migliore attrice protagonista per La rosa tatuata
1958 - Candidatura a Migliore attrice protagonista per Selvaggio è il ventoGolden Globe
1956 - Migliore attrice in un film drammatico per La rosa tatuata
1958 - Candidatura a Migliore attrice in un film drammatico per Selvaggio è il vento
1970 - Candidatura a Migliore attrice in un film commedia o musicale per Il segreto di Santa VittoriaMostra del Cinema di Venezia
1947 - Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per L'onorevole AngelinaFestival di Berlino
1958 - Orso d'argento per Selvaggio è il ventoPremio BAFTA
1957 - Migliore attrice protagonista internazionale per La rosa tatuata
1959 - Candidatura a Migliore attrice protagonista internazionale per Selvaggio è il ventoPremio Sant Jordi
1961 - Migliore attrice straniera per Nella città l'infernoFilmografia





Cinema
Scampolo, regia di Augusto Genina (1928) - non accreditata
La cieca di Sorrento, regia di Nunzio Malasomma (1934)
Tempo massimo, regia di Mario Mattoli (1934)
Quei due, regia di Gennaro Righelli (1935)
Cavalleria, regia di Goffredo Alessandrini (1936)
Trenta secondi d'amore, regia di Mario Bonnard (1936)
La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
Una lampada alla finestra, regia di Gino Talamo (1940)
La fuggitiva, regia di Piero Ballerini (1941)
Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
Finalmente soli, regia di Giacomo Gentilomo (1942)
La fortuna viene dal cielo, regia di Ákos Ráthonyi (1942)
L'avventura di Annabella, regia di Leo Menardi (1943)
La vita è bella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
Campo de' fiori, regia di Mario Bonnard (1943)
L'ultima carrozzella, regia di Mario Mattoli (1943)
Il fiore sotto gli occhi, regia di Guido Brignone (1944)
Quartetto pazzo, regia di Guido Salvini (1945)
Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
Abbasso la miseria!, regia di Gennaro Righelli (1945)
Un uomo ritorna, regia di Max Neufeld (1946)
Il bandito, regia di Alberto Lattuada (1946)
Avanti a lui tremava tutta Roma, regia di Carmine Gallone (1946)
Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946)
L'onorevole Angelina, regia di Luigi Zampa (1947)
Lo sconosciuto di San Marino, regia di Michał Waszyński e Vittorio Cottafavi (1947)
Assunta Spina, regia di Mario Mattoli (1948)
L'amore, regia di Roberto Rossellini (1948)
Molti sogni per le strade, regia di Mario Camerini (1948)
Vulcano, regia di William Dieterle (1950)
Bellissima, regia di Luchino Visconti (1951)
Camicie rosse, regia di Goffredo Alessandrini (1952)
La carrozza d'oro (Le carrosse d'or), regia di Jean Renoir (1952)
Siamo donne, regia di Luchino Visconti (V episodio) (1953)
Carosello del varietà, regia di Aldo Quinti, Aldo Bonaldi (1955)
La rosa tatuata (The rose tattoo), regia di Daniel Mann (1955)
Suor Letizia, regia di Mario Camerini (1957)
Selvaggio è il vento (Wild is the wind), regia di George Cukor (1957)
Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
Pelle di serpente (The fugitive kind), regia di Sidney Lumet (1959)
Risate di gioia, regia di Mario Monicelli (1960)
Mamma Roma, regia di Pier Paolo Pasolini (1962)
La pila della Peppa (Le magot de Josefa), regia di Claude Autant-Lara (1963)
La traversata, episodio di Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
Il segreto di Santa Vittoria (The secret of Santa Vittoria), regia di Stanley Kramer (1969)
Roma, regia di Federico Fellini (1972)Televisione
Tre donne, serie di tre film per la TV. Regia di Alfredo Giannetti (1971): La sciantosa; 1943: Un incontro; L'automobile.
Correva l'anno di grazia 1870, film per la TV. Regia di Alfredo Giannetti, 1972.Doppiatrici italiane
Tina Lattanzi in Finalmente soli, Quartetto pazzo
Marcella Rovena in La principessa TarakanovaTeatro
Si riporta data e luogo della prima

Il più felice dei tre di Eugène Labiche e Edmond Gobinet, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Valle di Roma, (23 maggio 1929)
Laboremus di Sabatino Lopez, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Olimpia di Milano, (9 agosto 1929)
Triangoli di Dino Falconi e Oreste Biancoli, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Manzoni di Milano, (18 gennaio 1930)
La donna in vetrina di Luigi Antonelli, direzione artistica di Dario Niccodemi e Ruggero Lupi. Compagnia drammatica Italiana, Teatro Argentina di Roma, (26 maggio 1930)
Un uomo, una donna, un milione di Giuseppe Bevilacqua, direzione artistica di Nera Grossi Carini. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro degli Arcimboldi di Milano, (5 dicembre 1930)
Confidenza di Alessandro Greppi, direzione artistica di Nera Grossi Carini. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (8 dicembre 1930)
Affari d'America di Frank e Hirschfeld, direzione artistica di Nera Grossi Carini. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (17 dicembre 1930)
Luciano 1930 di Lenida Répaci, direzione artistica di Nera Grossi Carini. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (30 dicembre 1930)
Facciamo due chiacchiere di Dino Falconi e Oreste Biancoli, direzione artistica di Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (6 febbraio 1931)
I documenti del console Touquet di Giulio Cesare Gallia, direzione artistica di Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (7 aprile 1931)
Paggio Fernando di Mura, direzione artistica di Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (11 aprile 1931)
La fiera lampionaria di Pietro Mazzuccato, direzione artistica di Gero Zambuto. Compagnia del teatro Arcimboldi, Teatro Arcimboldi di Milano, (18 aprile 1931)
800-900-1000 di Carlo Veneziani, direzione artistica di Carlo Veneziani. Compagnia Fontana, Teatro Odeon di Milano, (21 luglio 1931)
Un uomo che ispira fiducia di Paul Armont, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Carignano di Torino, (20 ottobre 1931)
Bourrachon di Laurent Doillet, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Carignano di Torino, (30 ottobre 1931)
Tifo! di Celso Maria Poncini e Roberto Biscaretti, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante. Compagnia Gandusio-Almirante, Politeama Chiarella di Torino, (18 maggio 1932)
L'amore canta di Jacques Bousquet, Alessandro De Stefani ed Henri Falk, direzione artistica di Antonio Gandusio e Luigi Almirante. Compagnia Gandusio-Almirante, Teatro Barberini di Roma, (11 luglio 1932)
Amore mascherato di Sacha Guitry, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (15 ottobre 1932)
Il profumo di mia moglie di Leon Lenz, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (17 ottobre 1932)
L'uomo del piacere di Paul Géraldy e Robert Spitzer, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (19 ottobre 1932)
Il primo letto di Andrea Bisson, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (20 ottobre 1932)
Bourrachon di Laurent Doillet, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (22 ottobre 1932)
Baciatemi di Tristan Bernard, Yves Mirande e Gustave Quinson, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (23 ottobre 1932)
L'acquolina in bocca di Pares, Veber e Von Paris, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (25 ottobre 1932)
Jim la Houlette re dei ladri di Jean Guitton, direzione artistica Aristide Baghetti ed Ermete Liberati. Compagnia di spettacoli comici e musicali Baghetti-Liberati, Teatro Argentina di Roma, (30 ottobre 1932)
Casanova, non sei più tu! di Egeo Carcavallo, direzione artistica Gero Zambuto. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (7 marzo 1935)
Gangster del mio cuore di Giovanni Manca, direzione artistica Gero Zambuto. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (27 marzo 1935)
I milioni di Michele Galdieri e Arturo Milone, direzione artistica di Michele Galdieri. Compagnia Spettacoli Eliseo, Teatro Eliseo di Roma, (12 maggio 1935)
La foresta pietrificata di Robert Emmet Sherwood, regia di Anton Giulio Bragaglia. Compagnia del teatro delle Arti, Teatro delle Arti di Roma, (2 marzo 1938)
Nessuno ha visto di Anthony Armstrong e Henry Simpson, direzione artistica Annibale Betrone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (22 luglio 1938)
Il sorprendente dottor Klitter di Barré Lyndon, direzione artistica Annibale Betrone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (26 luglio 1938)
Metropoli di Alessandro De Stefani, direzione artistica Annibale Betrone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (4 agosto 1938)
Palcoscenico di Geoffry G. Ames, direzione artistica Annibale Betrone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (18 agosto 1938)
La mascherata di San Silvestro di Andrea dello Siesto, direzione artistica Annibale Betrone. Compagnia Spettacoli Elle Betrone-Magnani, Teatro Eliseo di Roma, (22 agosto 1938)
Anna Christie di Eugene O'Neill, regia di Anton Giulio Bragaglia. Compagnia del teatro delle Arti, Teatro delle Arti di Roma, (28 maggio 1939)
Quando meno te l'aspetti di Michele Galdieri, direzione artistica Michele Galdieri. Compagnia delle grandi riviste Totò di Remigio Paone, Teatro Quattro Fontane di Roma (25 dicembre 1940)
Volumineide di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Lirico di Milano (3 febbraio 1942)
Che ti sei messo in testa? di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Valle di Roma (5 febbraio 1944)
Con un palmo di naso di Michele Galdieri, regia Michele Galdieri. Compagnia Totò-Magnani, Teatro Valle di Roma (26 giugno 1944)
Cantachiaro di Italo de Tuddo, Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Franco Monicelli, regia Oreste Biancoli. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quattro Fontane di Roma (1º settembre 1944)
Carmen di Prosper Mérimée, regia di Gherardo Gherardi. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (15 novembre 1944)
Jegor Bulycov e gli altri di Maksim Gorkij, regia di Vito Pandolfi. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (28 novembre 1944)
Così per gioco di Armand Salacrou, direzione artistica di Carlo Ninchi. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (6 dicembre 1944)
Scampolo di Dario Niccodemi. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quirino di Roma (15 dicembre 1944)
Soffia so' di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, regia di Mario Mattoli. Compagnia Za-Bum, Teatro Quattro Fontane di Roma (13 gennaio 1945)
Cantachiaro n.2 di Italo de Tuddo, Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Franco Monicelli, regia Oreste Biancoli. Compagnia Magnani-Ninchi, Teatro Quattro Fontane di Roma (17 maggio 1945)
Maya di Simon Gantillon, regia Orazio Costa, Teatro Eliseo (24 novembre 1945)
Scampolo di Dario Niccodemi. Compagnia Anna Magnani, Teatro Quirino di Roma (15 dicembre 1944)
Anna Christie di Eugene O'Neill, regia di Orazio Costa. Compagnia Anna Magnani, Teatro Eliseo di Roma (14 dicembre 1945)
Sono le dieci e tutto va bene di Pietro Garinei, Sandro Giovannini e Marcello Marchesi, regia Mario Mattoli. Compagnia Za-Bum, Teatro Quattro Fontane (11 marzo 1946)
Chi è di scena? di Michele Galdieri, regia di Michele Galdieri. Compagnia Anna Magnani, Teatro del Casinò di San Remo (21 dicembre 1953)
La lupa di Giovanni Verga, regia di Franco Zeffirelli. Teatro della Pergola di Firenze (24 maggio 1965)
Medea di Jean Anouilh, regia di Giancarlo Menotti. Compagnia Cisan, Teatro Quirino di Roma (24 dicembre 1966)Note

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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Anna MagnaniCollegamenti esterni
Ricordando Anna Magnani, sito web dedicato ad Anna Magnani e legato ai social network di Facebook, Twitter e Instagram costantemente aggiornati, contenenti, tra l'altro, articoli d'epoca.
Anna Magnani. Biografia di una donna di Matteo Persica
Anna Magnani, in CineDataBase, Rivista del cinematografo.
(EN) Anna Magnani, su Internet Movie Database, IMDb.com.

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