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Vittorio De Sica
1901 1974




Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica (Sora, 7 luglio 1901 – Neuilly-sur-Seine, 13 novembre 1974) è stato un attore, regista e sceneggiatore italiano.
Tra i cineasti più influenti della storia del cinema, è stato inoltre attore di teatro e documentarista. È considerato uno dei padri del Neorealismo e uno dei maggiori registi e interpreti della commedia all'italiana. I suoi film Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi, domani e Il giardino dei Finzi Contini hanno vinto l'Oscar al miglior film in lingua straniera, premio al quale fu anche candidato Matrimonio all'italiana.
A Napoli gli è stata dedicata una strada nel quartiere Stella, alle spalle di piazza Cavour.



Biografia
Nacque il 7 luglio 1901 a Sora, all'epoca parte della provincia campana di Terra di Lavoro (dal 1927 annessa alla neoprovincia di Frosinone nel Lazio), in via Cittadella, nel rione omonimo, da Umberto De Sica, un impiegato nella sede locale della Banca d'Italia cagliaritano originario di Giffoni Valle Piana, e da Teresa Manfredi, una casalinga napoletana. Nella chiesa di san Giovanni Battista, posta proprio di fronte alla casa di famiglia, ricevette il battesimo con i nomi di Vittorio, Domenico, Stanislao, Gaetano, Sorano.

Il padre Umberto collaborò con lo pseudonimo di Caside per un mensile locale, La voce del Liri, pubblicato dal 1909 al 1915. Vittorio aveva con il padre un rapporto molto forte (a lui, infatti, dedicherà il suo film Umberto D.). Come Vittorio ebbe a dire, la sua famiglia viveva in "tragica e aristocratica povertà". In seguito, nel 1914, si trasferì con i familiari a Napoli e ancora, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, a Firenze. A 15 anni cominciò a esibirsi come attore dilettante in piccoli spettacoli organizzati per i militari ricoverati negli ospedali. In seguito avvenne il definitivo trasferimento a Roma.

Gli esordi in teatro
Durante gli studi di ragioneria, grazie all'intercessione dell'amico di famiglia Edoardo Bencivenga, ottiene un piccolo ruolo (impersonava un Clémenceau giovane) in un film muto diretto da Alfredo De Antoni, Il processo Clémenceau del 1917. Preferisce comunque continuare gli studi salvo poi, dopo aver ottenuto il diploma di ragioniere, accettare nel 1923 una scrittura teatrale da generico nella compagnia di Tatiana Pavlova, con la quale rimase per due anni. Nella primavera del 1925 è secondo attore brillante nella compagnia di Italia Almirante, celebre diva del muto, quindi nel 1927 passa alla qualifica di secondo attor giovane nella compagnia di Luigi Almirante, Sergio Tofano e Giuditta Rissone.
Nel 1930 giunse al livello di primo attore, accanto a Guido Salvini, e lì viene notato da Mario Mattoli, in quel momento titolare della Compagnia Teatrale Za-Bum (il primo serio esperimento teatrale italiano di mescolare la comicità degli attori del varietà al genere drammatico degli attori di prosa), il quale, comprese le qualità brillanti di De Sica, lo scrittura immediatamente e lo mette al fianco di Umberto Melnati, con il quale formò una coppia comica di assoluto rilievo per l'epoca, con gag e tormentoni che li rendono celebri a livello nazionale. Soprattutto la canzone Lodovico sei dolce come un fico e tanti sketch radiofonici: da citare su tutti il Dura minga, dura no ripreso in seguito negli anni cinquanta in un carosello pubblicitario da Ernesto Calindri e Franco Volpi. Nel 1933 fondò una sua propria compagnia con Giuditta Rissone e Sergio Tofano, con rappresentazioni soprattutto comiche.
Nell'immediato dopoguerra, quando cominciò a essere celebre anche come regista cinematografico, insieme a Paolo Stoppa e a Vivi Gioi dal 1944 portò in scena anche drammi di notevole valore come Catene di Langdon Martin. Nella stagione 1945-1946 partecipò a due spettacoli diretti da Alessandro Blasetti, Il tempo e la famiglia Conway di John Boynton Priestley e Ma non è una cosa seria di Luigi Pirandello. Nella stagione 1946-1947 lavorò con Luchino Visconti, insieme a Vivi Gioi e a Nino Besozzi nello spettacolo Il matrimonio di Figaro di Beaumarchais, oltre che alla rivista Ah... ci risiamo! scritta da Oreste Biancoli. Infine, nella stagione 1948-1949, partecipò alle due novità I giorni della vita di William Saroyan e Il magnifico cornuto di Fernand Crommelynck, entrambi diretti da Mario Chiari. Quella fu la sua ultima apparizione sul palcoscenico: in seguito, sempre più assorbito da impegni cinematografici e televisivi, non vi fece più ritorno. Si calcola che De Sica, tra il 1923 e il 1949, abbia preso parte, tra commedie, spettacoli di rivista e drammi in prosa, a oltre 120 rappresentazioni.

Attore cinematografico

Sul grande schermo, dopo altre due partecipazioni a film muti diretti da Mario Almirante nel biennio 1927-1928, diventò un divo tra i più richiesti (alla pari con Amedeo Nazzari, Gino Cervi e Fosco Giachetti) dal 1932, con molte commedie garbate e gradevoli interpretate con Lya Franca e Assia Noris e tutte dirette da Mario Camerini: tra queste si ricordano Gli uomini, che mascalzoni... del 1932, in cui lancia la celeberrima canzone Parlami d'amore Mariù, suo cavallo di battaglia per il resto della carriera, quindi Darò un milione del 1935, dove incontra Cesare Zavattini, Il signor Max del 1937 e I grandi magazzini del 1939.
Anche una volta iniziata la sua prestigiosa attività come regista continuò a recitare: apparve in un centinaio di pellicole, anche in brevi ruoli di contorno, vincendo un Nastro d'argento nel 1948 e ottenendo numerosi premi negli anni seguenti a diversi festival. Per motivi ideologici rifiutò la proposta di dirigere il film Don Camillo.
Nei primi anni cinquanta colse come interprete un notevole successo di pubblico con due pellicole dirette da Alessandro Blasetti e Luigi Comencini, e nelle quali recitò a fianco di Gina Lollobrigida: Altri tempi - Zibaldone n. 1 (1952), nell'episodio Il processo di Frine; quindi in Pane, amore e fantasia (1953), dove interpretava l'esuberante maresciallo Carotenuto, film che ebbe un enorme successo, così come i due sèguiti Pane, amore e gelosia del 1954, sempre a fianco di Gina Lollobrigida e Pane, amore e... del 1956, questa volta a fianco di Sophia Loren. Divertente la sua interpretazione al fianco di Totò in I due marescialli (1961).


Ebbe anche un proficuo rapporto con Alberto Sordi, che tentò di lanciare nel 1951 producendo e dirigendo anonimamente Mamma mia, che impressione! e con il quale recitò in diversi film, tra i quali sono da menzionare Il conte Max, Il moralista e Il vigile. Il risultato più alto del connubio è probabilmente in un film diretto dallo stesso Sordi, Un italiano in America (1967), dove interpretò un incisivo e malinconico ruolo di uno sfaccendato squattrinato emigrato negli Stati Uniti d'America, che sfrutta la partecipazione a una trasmissione televisiva per incontrare il figlio che non vedeva da tempo e al quale fa credere di essere ricco.
Molto intense anche le sue interpretazioni drammatiche: su tutte quella de Il generale Della Rovere, di Roberto Rossellini (1959), e la partecipazione nel remake di Addio alle armi di Charles Vidor (1957). Nella parte finale della propria carriera artistica si trovò ad interpretare ruoli secondari in film anche molto lontani dalla sua immagine, come nel caso di Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! di Paul Morrissey (1974).

De Sica regista
De Sica compì il suo esordio dietro la macchina da presa nel 1939 sotto l'egida di un potente produttore dell'epoca, Giuseppe Amato, che lo fece debuttare nella commedia Rose scarlatte. Fino al 1942 la sua produzione da regista non si discosta molto dalle commedie misurate e garbate simili a quelle di Mario Camerini: ricordiamo Maddalena... zero in condotta (1940) con Carla Del Poggio e Irasema Dilian, e Teresa Venerdì (1941) con Adriana Benetti e Anna Magnani. A partire dal 1943, con I bambini ci guardano (tratto dal romanzo Pricò di Giulio Cesare Viola) iniziò, insieme a Zavattini ad esplorare le tematiche neorealiste.
Dopo un film a sfondo religioso realizzato nella Città del Vaticano durante l'occupazione della capitale, La porta del cielo (1944), il regista firma, uno dietro l'altro, quattro grandi capolavori del cinema mondiale: Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), ricavato dal romanzo omonimo di Luigi Bartolini, Miracolo a Milano (1951), tratto dal romanzo Totò il buono dello stesso Zavattini, e Umberto D. (1952), tutte pietre miliari del neorealismo cinematografico italiano. I primi due ottengono l'Oscar come miglior film straniero e il Nastro d'argento per la migliore regia. Nonostante ciò, alla presentazione di Sciuscià in un cinema milanese, il regista venne accusato da uno spettatore presente in sala di rendere una cattiva immagine dell'Italia.


Dopo questa quadrilogia, De Sica firmò altre opere importanti: L'oro di Napoli (1954) tratto da una raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, Il tetto (1955) che è considerato il suo passo d'addio al neorealismo, quindi l'acclamato La ciociara, del 1960, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia, che vanta una vibrante interpretazione di Sophia Loren, la quale vinse numerosi premi: Nastro d'argento, David di Donatello, Palma d'oro al Festival di Cannes e il Premio Oscar per la miglior attrice. Con la Loren lavorò anche in seguito, nell'episodio La riffa inserito nel film Boccaccio '70 (1962), quindi in coppia con Marcello Mastroianni in Ieri, oggi e domani (1963), con tre ritratti di donna (la popolana, la snob e la mondana) e terzo suo Oscar, Matrimonio all'italiana (1964), trasposizione di Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, e I girasoli (1970).
Nel 1972 ottenne un quarto Premio Oscar con la trasposizione filmica del romanzo di Giorgio Bassani Il giardino dei Finzi-Contini, storia drammatica della persecuzione di una famiglia ebrea ferrarese durante il fascismo; quest'opera ottiene anche l'Orso d'oro al Festival di Berlino del 1971. L'ultimo film da lui diretto è la riduzione di una novella di Luigi Pirandello, Il viaggio (1974), interpretato ancora da Sophia Loren, accanto a Richard Burton.

La canzone napoletana
Nel 1911, in un periodo in cui, a causa di un'epidemia di colera, le autorità avevano proibito di mangiare i fichi, pur di procurarsene, anche perché costavano poco, la madre si faceva aiutare dal piccolo Vittorio durante gli acquisti dagli ambulanti. De Sica in questo caso fungeva da palo per dare l'allarme all'arrivo della legge. In un'occasione, quando si profilarono due carabinieri, l'artista intonò Torna a Surriento. Ai militi piacque e chiesero di continuare; De Sica si trovò così a interpretare tutto il repertorio napoletano a lui noto. Negli anni seguenti, divenuto attore, incise numerose versioni dei classici napoletani.
Ernesto Murolo lo bocciò esclamando durante una sua esibizione: "Tene sulo nu filo 'e voce". Inoltre, alludendo alla sua magrezza, aggiunse: "Pare nu miezo tisico". Lo apprezzò, invece, Enzo Lucio Murolo, l'inventore della sceneggiata. Disse Dino Falconi, autore di riviste: "Nessuno meglio di me può assicurare che Vittorio De Sica cantava come soltanto un napoletano sa cantare". Nella maturità, incise Signorinella di Bovio. Fece in tv a Studio Uno un duetto con Mina in Amarsi quando piove. Per la collana Recital dedicò album a Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo e Michele Galdieri, in cui interpretava canzoni e recitava poesie.
Nel 1968 partecipò come autore a un Festival di Napoli. La sua Dimme che tuorne a mme!, musicata dal figlio Manuel, nel Festival di Napoli 1968 fu interpretata da Nunzio Gallo e da Luciano Tomei, ma non entrò in finale. Più volte progettò di prendere casa a Posillipo: De Sica sosteneva che "nu cafone 'e fora" - come lui si definiva - può amare Napoli più di un napoletano. Incise l'ultimo album nel 1971: De Sica anni Trenta, realizzato con gli arrangiamenti del figlio Manuel. La sua interpretazione più nota, tuttavia, resterà quella di Munasterio 'e santa Chiara.

In televisione

Molto attivo anche sul piccolo schermo, sebbene non lo amasse molto, partecipò a diverse trasmissioni statunitensi e italiane di intrattenimento leggero come Il Musichiere (1960), Studio Uno (1965), Colonna Sonora (1966), Sabato Sera con Corrado (1967), Delia Scala Story (1968), Stasera Gina Lollobrigida (1969), Canzonissima con Corrado e Raffaella Carrà (1970-71) e Adesso musica (1972), nonché nel ruolo del giudice chiamato a processare il burattino Pinocchio nello sceneggiato Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini (1972). Nel 1971 diresse due documentari, e inoltre molti uomini di cultura gli dedicarono diversi documentari onorifici.

Vita privata
Era nota la sua grande passione per il gioco, per la quale si trovò a volte a perdere somme anche ingenti, e che probabilmente spiega qualche sua partecipazione a pellicole non alla sua altezza. Una passione che non nascose mai e che anzi riportò, con grande autoironia, in diversi suoi personaggi cinematografici, come ad esempio in Il conte Max o L'oro di Napoli.


Vittorio De Sica si sposò nella Chiesa di San Pietro di Borgo San Pietro ad Asti il 10 aprile del 1937 con l'attrice torinese Giuditta Rissone, che aveva conosciuto dieci anni prima e dalla quale l'anno dopo ebbe la figlia Emilia. Nel 1942, sul set del film Un garibaldino al convento conobbe l'attrice catalana María Mercader, con la quale andò in seguito a convivere. Dopo il divorzio dalla Rissone, ottenuto in Messico nel 1954, si unì con l'attrice catalana in un primo matrimonio nel 1959 sempre in Messico, ma l'unione fu ritenuta "nulla" perché non riconosciuta dalla legge italiana; nel 1968 ottenne la cittadinanza francese e si sposò con María Mercader a Parigi. Da lei aveva nel frattempo avuto due figli: Manuel nel 1949, musicista, e Christian nel 1951, che seguirà le sue orme come attore e regista. Figlio di Manuel, suo nipote Andrea, nato nel 1981, è anche lui regista e sceneggiatore.
Seppur divorziato, De Sica non seppe rinunciare alla sua prima famiglia. Avviò così un doppio ménage, con doppi pranzi nelle feste e un conseguente logorìo; si racconta che alla Vigilia e all'ultimo dell'anno regolasse l'orologio avanti di due ore in casa della Mercader per poter brindare alla mezzanotte. La prima moglie accettò di mantenere una sorta di matrimonio apparente pur di non togliere alla figlia la figura paterna.
Vittorio De Sica morì a 73 anni in seguito a un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni di cui soffriva, all'ospedale di Neuilly-sur-Seine, presso Parigi; nello stesso anno, Ettore Scola gli dedicò il suo capolavoro C'eravamo tanto amati. Come ha ricordato suo figlio Christian durante un'intervista a Le invasioni barbariche, Vittorio De Sica era comunista, e questo fatto, unito ovviamente alle sopraccitate vicende matrimoniali, gli impedì di ricevere un funerale particolarmente fastoso. Per Carlo Lizzani era in realtà «un tranquillo conservatore». Trentacinque anni dopo, Annarosa Morri e Mario Canale gli hanno dedicato il documentario Vittorio D., presentato alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e successivamente trasmesso da LA7. La sua salma riposa nel cimitero monumentale del Verano a Roma.

Curiosità

Vittorio De Sica sosteneva che "nu cafone 'e fora" – come lui si definiva – può amare Napoli più di un napoletano e più volte pensò di prendere casa a Posillipo.
Era un appassionato tifoso del Napoli e un ammiratore personale del calciatore Giuseppe Meazza.
De Sica amava Ischia e non perdeva mai occasione di trascorrere le vacanze lì; infatti affermava che l'unico motivo per cui non si trasferiva definitivamente nell'isola del golfo di Napoli era che a Ischia non vi era alcun casinò.Premi e riconoscimenti
Premio Oscar
1958 - Candidatura come Miglior attore non protagonista per Addio alle armi.Festival internazionale del cinema di Berlino
1971: Orso d'oro - Il giardino dei Finzi ContiniFestival di Cannes
1951: Palma d'oro - Miracolo a MilanoDavid di Donatello
1956: miglior attore protagonista - Pane, amore e...
1963: miglior regista - I sequestrati di Altona
1965: miglior regista - Matrimonio all'italiana
1973: David EuropeoNastri d'argento
1946: miglior regista - Sciuscià
1948: migliore attore protagonista - Cuore
1949: miglior regista e migliore sceneggiatura - Ladri di bicicletteNational Board of Review
1949: miglior regista - Ladri di bicicletteFilmografia
Attore





Il processo Clémenceau, regia di Alfredo De Antoni (1917)
La bellezza del mondo, regia di Mario Almirante (1927)
La compagnia dei matti, regia di Mario Almirante (1928)
Due cuori felici, regia di Baldassarre Negroni (1932)
Gli uomini, che mascalzoni..., regia di Mario Camerini (1932)
La segretaria per tutti, regia di Amleto Palermi (1932)
La vecchia signora, regia di Amleto Palermi (1932)
Il signore desidera?, regia di Gennaro Righelli (1933)
Un cattivo soggetto, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1933)
La canzone del sole, regia di Max Neufeld (interpreta anche l'edizione tedesca, Das Lied der Sonne) (1933)
Paprika, regia di Carl Boese (1933)
Lisetta, regia di Carl Boese (1933)
Tempo massimo, regia di Mario Mattoli (1934)
Amo te sola, regia di Mario Mattoli (1935)
Darò un milione, regia di Mario Camerini (1935)
Non ti conosco più, regia di Nunzio Malasomma (1936)
Lohengrin, regia di Nunzio Malasomma (1936)
Ma non è una cosa seria, regia di Mario Camerini (1936)
L'uomo che sorride, regia di Mario Mattoli (1936)
Questi ragazzi, regia di Mario Mattoli (1937)
Il signor Max, regia di Mario Camerini (1937)
Napoli d'altri tempi, regia di Amleto Palermi (1937)
La mazurka di papà, regia di Oreste Biancoli (1938)
Hanno rapito un uomo, regia di Gennaro Righelli (1938)
Partire, regia di Amleto Palermi (1938)
Le due madri, regia di Amleto Palermi (1938)
L'orologio a cucù, regia di Camillo Mastrocinque (1938)
Ai vostri ordini, signora..., regia di Mario Mattoli (1939)
Castelli in aria, regia di Augusto Genina (interpreta anche l'edizione tedesca, Ins blaue Leben) (1939)
I grandi magazzini, regia di Mario Camerini (1939)
Finisce sempre così, regia di Enrique Susini (1939)
Manon Lescaut, regia di Carmine Gallone (1940)
Pazza di gioia, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1940)
Rose scarlatte, regia di Giuseppe Amato e Vittorio De Sica (1940)
La peccatrice, regia di Amleto Palermi (1940)
Maddalena... zero in condotta, regia di Vittorio De Sica (1940)
L'avventuriera del piano di sopra, regia di Raffaello Matarazzo (1941)
Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
Un garibaldino al convento, regia di Vittorio De Sica (1942)
La guardia del corpo, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
Se io fossi onesto, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
I nostri sogni, regia di Vittorio Cottafavi (1943)
Non sono superstizioso... ma!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
Nessuno torna indietro, regia di Alessandro Blasetti (1943)
L'ippocampo, regia di Gian Paolo Rosmino (1945)
Lo sbaglio di essere vivo, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1945)
Il mondo vuole così, regia di Giorgio Bianchi (1945)
Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946)
Roma città libera, regia di Marcello Pagliero (1946)
Sperduti nel buio, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
Natale al campo 119, regia di Pietro Francisci (1947)
Lo sconosciuto di San Marino, regia di Michał Waszyński e Vittorio Cottafavi (1947)
Cuore, regia di Duilio Coletti (1948)
Domani è troppo tardi, regia di Léonide Moguy (1950)
Cameriera bella presenza offresi..., regia di Giorgio Pàstina (1951)
Buongiorno, elefante!, regia di Gianni Franciolini (anche produzione) (1952)
Il processo di Frine, episodio di Altri tempi - Zibaldone n. 1, regia di Alessandro Blasetti (1952)
I gioielli di madame de..., regia di Max Ophüls (1953)
Pane, amore e fantasia, regia di Luigi Comencini (1953)
Incidente a Villa Borghese, episodio di Villa Borghese, regia di Gianni Franciolini (1953)
L'orso, episodio di Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1953)
Scena all'aperto e Don Corradino, episodi di Tempi nostri - Zibaldone n. 2, regia di Alessandro Blasetti (1954)
Pendolin, episodio di Cento anni d'amore, regia di Lionello De Felice (1954)
Il fine dicitore, episodio di Gran varietà, regia di Domenico Paolella (1954)
Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
Vergine moderna, regia di Marcello Pagliero (1954)
I giocatori, episodio di L'oro di Napoli, regia di Vittorio De Sica (1954)
Pane, amore e gelosia, regia di Luigi Comencini (1954)
Peccato che sia una canaglia, regia di Alessandro Blasetti (1954)
Il divorzio, episodio di Il letto, regia di Gianni Franciolini (1954)
Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
Gli ultimi cinque minuti, regia di Giuseppe Amato (1955)
La bella mugnaia, regia di Mario Camerini (1955)
Racconti romani, regia di Gianni Franciolini (1955)
Pane, amore e..., regia di Dino Risi (1955)
Il bigamo, regia di Luciano Emmer (1955)
I giorni più belli, regia di Mario Mattoli (1956)
Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
Tempo di villeggiatura, regia di Antonio Racioppi (1956)
Montecarlo, regia di Sam Taylor e Giulio Macchi (1956)
Noi siamo le colonne, regia di Luigi Filippo D'Amico (1956)
Padri e figli, regia di Mario Monicelli (1957)
I colpevoli, regia di Turi Vasile (1957)
Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
Amore e chiacchiere, regia di Alessandro Blasetti (1957)
Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957)
La donna che venne dal mare, regia di Francesco De Robertis (1957)
Vacanze a Ischia, regia di Mario Camerini (1957)
Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
Totò, Vittorio e la dottoressa, regia di Camillo Mastrocinque (1957)
Addio alle armi, regia di Charles Vidor (1957)
Casinò de Paris, regia di André Hunebelle (1958)
Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958)
Anna di Brooklyn, regia di Reginald Denham e Carlo Lastricati (1958)
Ballerina e Buon Dio, regia di Antonio Leonviola (1958)
Pezzo, capopezzo e capitano, regia di Wolfgang Staudte (1958)
Gli zitelloni, regia di Giorgio Bianchi (1958)
La ragazza di piazza San Pietro, regia di Piero Costa (1958)
Pane, amore e Andalusia, regia di Javier Setó (1958)
La prima notte, regia di Alberto Cavalcanti (1959)
Nel blu dipinto di blu, regia di Piero Tellini (1959)
Uomini e nobiluomini, regia di Giorgio Bianchi (1959)
Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
Il nemico di mia moglie, regia di Gianni Puccini (1959)
Vacanze d'inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
Il mondo dei miracoli, regia di Luigi Capuano (1959)
Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
Il generale Della Rovere, regia di Roberto Rossellini (1959)
Ferdinando I° re di Napoli, regia di Gianni Franciolini (1959)
Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
La sposa bella, regia di Nunnally Johnson e Mario Russo (1960)
Le tre eccetera del colonnello, regia di Claude Boissol (1960)
Le pillole di Ercole, regia di Luciano Salce (1960)
Napoleone ad Austerlitz, regia di Abel Gance (1960)
Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
Un amore a Roma, regia di Dino Risi (1960)
La baia di Napoli, regia di Melville Shavelson (1960)
La miliardaria (The Millionairess), regia di Anthony Asquith (1960)
Gli incensurati, regia di Francesco Giaculli (1961)
L'onorata società, regia di Riccardo Pazzaglia (1961)
Le meraviglie di Aladino, regia di Mario Bava ed Henry Levin (1961)
I celebri amori di Enrico IV, regia di Claude Autant-Lara (1961)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
Gli attendenti, regia di Giorgio Bianchi (1961)
I due marescialli, regia di Sergio Corbucci (1961)
La Fayette, una spada per due bandiere, regia di Jean Dréville (1962)
Eva, regia di Joseph Losey e Guidarino Guidi (1962)
Le avventure e gli amori di Moll Flanders, regia di Terence Young (1965)
Io, io, io... e gli altri, regia di Alessandro Blasetti (1966)
Caccia alla volpe, regia di Vittorio De Sica (1966)
Gli altri, gli altri... e noi, regia di Maurizio Arena (1967)
Un italiano in America, regia di Alberto Sordi (1967)
Colpo grosso alla napoletana, regia di Ken Annakin (1968)
Caroline chérie, regia di Denys de La Patellière (1968)
L'uomo venuto dal Kremlino, regia di Michael Anderson (1968)
Se è martedì deve essere il Belgio, regia di Mel Stuart (1969)
Una su 13, regia di Nicholas Gessner e Luciano Lucignani (1969)
Cose di Cosa Nostra, regia di Steno (1971)
Io non vedo, tu non parli, lui non sente, regia di Mario Camerini (1971)
Trastevere, regia di Fausto Tozzi (1971)
Siamo tutti in libertà provvisoria, regia di Manlio Scarpelli (1971)
Ettore lo fusto, regia di Enzo G. Castellari (1972)
Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi Comencini (1972)
Grande slalom per una rapina, regia di George Englund (1972)
Storia de fratelli e de cortelli, regia di Mario Amendola (1973)
L'odore delle belve, regia di Richard Balducci (1973)
Il delitto Matteotti, regia di Florestano Vancini (1973)
Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene, regia di Pasquale Squitieri (1973)
Piccoli miracoli, film TV, regia di Jeannot Szwarc (1974)
Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!, regia di Paul Morrissey e Antonio Margheriti (1974)
C'eravamo tanto amati, regia di Ettore Scola (1974)
Intorno, cortometraggio, regia di Manuel De Sica (1974)
L'eroe, film TV, regia di Manuel De Sica (1974)(Nota: in molte fonti viene citata una partecipazione di De Sica ai film Fontana di Trevi di Carlo Campogalliani (1960) e La pappa reale di Robert Thomas (1964), ma alla visione delle pellicole l'attore non compare affatto.)

Regista cinematografico




Rose scarlatte (co-regia Giuseppe Amato, anche attore) (1939)
Maddalena... zero in condotta (anche stesura dialoghi e attore) (1940)
Teresa Venerdì (anche sceneggiatura e attore) (1941)
Un garibaldino al convento (anche sceneggiatura e attore) (1942)
I bambini ci guardano (anche sceneggiatura) (1943)
La porta del cielo (anche sceneggiatura) (1944)
Sciuscià (anche produzione) (1946)
Ladri di biciclette (anche produzione e sceneggiatura) (1948)
Miracolo a Milano (anche produzione e sceneggiatura) (1951)
Umberto D. (anche produzione) (1952)
Stazione Termini (1953)
L'oro di Napoli (anche sceneggiatura e attore) (1954)
Il tetto (anche produzione) (1955)
La ciociara (1960)
Il giudizio universale (anche attore) (1961)
Boccaccio '70, episodio La riffa(1962)
I sequestrati di Altona (1962)
Il boom (1963)
Ieri, oggi, domani (1963)
Matrimonio all'italiana (1964)
Un mondo nuovo (1965)
Caccia alla volpe (1966)
Le streghe, episodio Una sera come le altre (1967)
Sette volte donna (1967)
Amanti (1968)
I girasoli (1970)
Il giardino dei Finzi-Contini (1970)
Le coppie, episodio Il leone (1970)
Lo chiameremo Andrea (1972)
Una breve vacanza (1973)
Il viaggio (1974)Regista televisivo
Dal referendum alla Costituzione, ovvero il 2 giugno - Nascita della Repubblica, documentario (1971)
I cavalieri di Malta, documentario (1971)Sceneggiatore cinematografico
L'ippocampo di Gian Paolo Rosmino (1943). Sceneggiatore insieme a Margherita Maglione, Sergio Pugliese, Cesare Zavattini, Adolfo Franci. Nel film De Sica interpreta anche il protagonista.
I bambini ci guardano di Vittorio De Sica (1943)
La porta del cielo di Vittorio De Sica (1944)
Il marito povero di Gaetano Amata (1945)
Ladri di biciclette di Vittorio De Sica(1948)
Miracolo a Milano di Vittorio De Sica (1951)
L'oro di Napoli di Vittorio De Sica (1954)Apparizioni televisive
Meet De Sica di Charles De Reisner, per la tv statunitense (1958)
The Four Just Men, serie televisiva britannica (1959-1960)
Vittorio De Sica racconta... di Fernanda Turvani, serie di 22 favole da lui narrate (1961)Documentari televisivi su De Sica
Ritratto d'attore: Vittorio De Sica di Fernaldo Di Giammatteo (1958)
Vittorio De Sica: autoritratto di Giulio Macchi (1964)
Vittorio De Sica: il regista, l'attore, l'uomo di Peter Dragadze (1974)
Vittorio De Sica, il padre del neorealismo di Michel Random (1974)
Viva De Sica! di Manuel De Sica (1983)
Parlami d'amore Mariù. La vita e l'opera di Vittorio De Sica, trasmissione in sette puntate di Giancarlo Governi (1991)
Vittorio D. di Annarosa Morri e Mario Canale (2009)
Sciuscià 70 di Mimmo Verdesca (2016)Prosa radiofonica Rai
Favola di Natale, tre atti di Ugo Betti, con Vittorio De Sica, Rina Morelli, Carlo Romano, regia di Anton Giulio Majano, 19 gennaio 1948.Note

Bibliografia
Maria Mercader, La mia vita con Vittorio De Sica, edizioni Mondadori, 1978
Emi De Sica, Lettere dal set, edizioni SugarCo
Luigi Gulia, Michele Ferri, Luciano Lilla (a cura di), Vittorio De Sica. Immagini della vita, Scritti di Maria De Sica, Luigi Gulia, Emi De Sica, Orio Caldiron, Angelo Arpa e una cronologia di Michele Ferri, Sora, Centro di Studi Sorani "V. Patriarca", 1984
Luigi Gulia, Cesare Baronio e Vittorio De Sica: due sorani nella "chiesa dei poveri" ad thermas Antoninianas, in La Ciociaria tra scrittori e cineasti, a cura di Franco Zangrilli, Pesaro, Metauro Edizioni S.r.l., 2004, pp. 193-205
Gualtiero De Santi, Vittorio De Sica, Il Castoro Cinema n. 213, Editrice Il Castoro, 2008, ISBN 978-88-8033-259-6
Giancarlo Governi, Parlami d'amore Mariù. La vita e l'opera di Vittorio De Sica, edizioni Nuova Eri, 1991
Manuel De Sica, La porta del cielo - Memorie 1901-1952, edizioni Avagliano, 2005
Remo d'Acierno, "De Sica, Gill e O Zampugnaro nnammurato", Edizioni La Collina (AV) 2007
Anna Masecchia, Vittorio De Sica. Storia di un attore., Edizioni Kaplan 2012
Antonio Mantova, "Vittorio De Sica, un sorano nella leggenda", Edizioni Sora 1999Altri progetti

Wikiquote contiene citazioni di o su Vittorio De Sica
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vittorio De SicaCollegamenti esterni

Vittorio De Sica, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Vittorio De Sica / Vittorio De Sica (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
(EN) Vittorio De Sica, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Vittorio De Sica, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
(EN) Vittorio De Sica, su Find a Grave.
Opere di Vittorio De Sica, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Vittorio De Sica, su Open Library, Internet Archive.
Vittorio De Sica, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
(EN) Vittorio De Sica, su Discogs, Zink Media.
(EN) Vittorio De Sica, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Vittorio De Sica, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
Vittorio De Sica, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
(EN) Vittorio De Sica, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) Vittorio De Sica, su AllMovie, All Media Network.
(DE, EN) Vittorio De Sica, su filmportal.de.
Vittorio De Sica legge I quattro musicanti di Brema sul portale RAI Letteratura, su letteratura.rai.it.
De Sica e Sora, su youtube.com.

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