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Roberto Baggio
1967
età 57




Roberto Baggio (Caldogno, 18 febbraio 1967) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante o centrocampista, vice-campione del mondo con la nazionale italiana nel 1994.
Soprannominato Raffaello o Divin Codino, è ritenuto uno dei migliori giocatori della storia del calcio mondiale.Con le squadre di club ha conquistato due scudetti (1994-1995 e 1995-1996), una Coppa Italia (1994-1995) e una Coppa UEFA (1992-1993). In nazionale ha preso parte a tre Mondiali (1990, 1994 e 1998), sfiorando la vittoria dell'edizione 1994: vice-capocannoniere del torneo con 5 reti, sbagliò l'ultimo penalty della finale contro il Brasile, vinta dai sudamericani ai tiri di rigore.Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, è il settimo realizzatore del campionato di Serie A con 205 gol. Prolifico anche in nazionale, con 27 reti in 56 partite è quarto tra i migliori realizzatori in maglia azzurra, a pari merito con Alessandro Del Piero; inoltre, con 9 gol realizzati nei Mondiali, è il miglior marcatore italiano nella competizione iridata (a pari merito con Paolo Rossi e Christian Vieri), nonché l'unico ad aver segnato in tre diverse edizioni.A livello individuale ha conseguito numerosi riconoscimenti, tra cui il FIFA World Player e il Pallone d'oro nel 1993 e l'edizione inaugurale del Golden Foot nel 2003. Occupa la 16ª posizione (primo italiano) nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer nel 1999, ed è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 più grandi calciatori viventi divulgata nel 2004. Oltre a ciò, è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2011 e nella Walk of Fame dello sport tricolore nel 2015.Durante la carriera ha diviso a metà la critica tra ammiratori e oppositori.


Biografia
È sesto degli otto figli di Matilde Rizzotto e Fiorindo Baggio (fra cui vi è Eddy, anche lui ex calciatore). Appassionatosi al calcio fin da piccolo, il suo idolo era Zico.A due mesi dalla fine degli studi decide di andare in ritiro con il L.R. Vicenza, e non consegue il diploma. Dalla sua unione con Andreina, sposata nel 1989, sono nati tre figli.
Dapprima cattolico, si è avvicinato al buddhismo, aderendo alla Soka Gakkai dal 1º gennaio 1988. In seguito ha aperto un centro della Soka Gakkai in un locale di sua proprietà e una sala di riunione a Thiene; ha inoltre inaugurato a Corsico il più grande centro culturale buddista d'Europa.È proprietario di un'azienda agricola in Argentina, e dal novembre 1991 al settembre 2012 ha gestito un negozio di articoli sportivi a Thiene, chiamato Roberto Baggio Sport, chiuso per la crisi economica.Nel dicembre 1994, con un guadagno annuo di circa 8,6 miliardi di lire (5,3 di contratto e 3,3 di entrate pubblicitarie), fu il primo calciatore a entrare tra i quaranta sportivi più pagati del mondo secondo Forbes.Nel febbraio 1997 fu convocato come testimone dalla Guardia di Finanza a seguito di una truffa internazionale ai suoi danni, e nella quale perse circa 7 miliardi, in un investimento su una miniera in Perù gestita da una banca caraibica e da promotori italiani.Ha scritto un'autobiografia, pubblicata nel 2001, col titolo Una porta nel cielo, nella quale ripercorre la carriera, il rapporto con la fede buddhista, e approfondisce i complicati rapporti avuti con alcuni allenatori (Arrigo Sacchi, Renzo Ulivieri e Marcello Lippi), spendendo parole di elogio per altri (Giovanni Trapattoni, Gigi Simoni, Gigi Maifredi, Óscar Tabárez e Carlo Mazzone).

Impegno nel sociale
Ambasciatore FAO, ha preso parte a numerose iniziative benefiche.Il 9 novembre 2010 gli fu assegnato il "Peace Summit Award 2010", riconoscimento assegnato annualmente da una commissione composta dai Premi Nobel per la pace alla personalità più impegnata verso i più bisognosi, per «il suo impegno forte e costante alla pace nel mondo e le relative attività internazionali».
Popolarità
Molto popolare sia in Italia che all'estero, Baggio è stato protagonista di diversi spot pubblicitari. Gli sono state dedicate poesie, canzoni e opere teatrali, ed è possibile trovare riferimenti alla sua figura anche in fumetti, cartoni animati e videogiochi. È stato inoltre oggetto di imitazioni satiriche.
Controversie

Baggio ha avuto dissapori con quasi tutti i suoi allenatori. Tra i primi, quello con Sven-Göran Eriksson alla Fiorentina, perché il tecnico svedese voleva cederlo in prestito al Cesena per fargli fare esperienza, e perché voleva schierarlo ala destra, e quello con Giovanni Trapattoni, suo tecnico dapprima nella Juventus (1991-1994) e poi nell'Italia (2000-2004), il quale era solito richiamarlo a fischi quando Baggio non tornava a centrocampo e che, inoltre, aveva accusato il calciatore di «non giocare per la squadra» dopo averlo sostituito in un Inter-Juve (3-1) dell'ottobre 1992. Cesare Maldini lo mandò più volte in panchina nell'Under-21.Alla Juventus ebbe forti contrasti con la dirigenza, formata dal trio Giraudo-Moggi-Bettega, oltreché con Marcello Lippi, che lo ha allenato sia in bianconero sia successivamente all'Inter. Nell'autobiografia, Baggio accusa Lippi d'avergli chiesto di fargli i nomi dei calciatori a lui contrari. Dinanzi al rifiuto di Baggio, il tecnico aveva reagito con un atteggiamento ostile. L'allenatore rispose affermando di non aver mai chiesto aiuto a Baggio «perché è una persona di cui non ho stima e che non reputo importante dal punto di vista umano» e dando mandato ai propri avvocati di avviare un'azione legale contro il giocatore, contro le «cattiverie e falsità» raccontate e minacciando di querelarlo.Al Milan, Baggio ebbe rapporti negativi sia con Fabio Capello, di cui, in seguito al suo passaggio al Real Madrid disse che "nello spogliatoio non lo sopportava più nessuno", e che al suo ritorno al Milan disse a Baggio che "per lui non c'era più posto", sia con Arrigo Sacchi – che lo ha allenato sia in nazionale sia al Milan –, un tempo suo amico, che l'aveva fatto giocare in azzurro quando la Juventus era intenzionata a cederlo, reo d'averlo fatto allenare per "farlo entrare nel suo schema tattico". Al termine del rapporto con la società rossonera, sarebbe dovuto passare al Parma, ma l'attaccante Enrico Chiesa si oppose, inoltre il giocatore non rientrò nei piani tattici del tecnico degli emiliani Carlo Ancelotti: nonostante la volontà della famiglia Tanzi, proprietaria del club, l'affare non si concluse e il caso Baggio portò al licenziamento del direttore sportivo Riccardo Sogliano.Baggio passò al Bologna, dove cominciò un rapporto conflittuale con l'allenatore Renzo Ulivieri, che lo pose allo stesso livello di tutti gli altri calciatori. L'apice fu raggiunto nel gennaio 1998 quando il tecnico non lo schiera titolare contro la Juventus, comunicando la decisione al giocatore il giorno prima: Baggio lasciò il ritiro e non andò in panchina. Poco prima di questo incontro Ulivieri, in seguito agli scontri con Baggio, diede per la seconda volta le dimissioni (la prima volta, nell'agosto 1997, in seguito a un'amichevole persa contro l'Inter, l'allenatore rassegnò le dimissioni sempre per dissapori con il calciatore), che però, come nel 1997, vennero rifiutate.
Caratteristiche tecniche

Paragonato in giovane età a Giuseppe Meazza, Baggio era un fantasista in grado di ricoprire più ruoli: ha giocato prevalentemente da seconda punta o trequartista, ma è stato talvolta schierato come centravanti (nel 4-3-3) o come attaccante esterno (nel 3-4-3). Michel Platini lo descrisse come un «nove e mezzo», poiché lo considerava a metà strada tra un attaccante e un rifinitore.Era in grado di impostare la manovra di gioco e di fornire assist ai compagni grazie alla sua visione di gioco e alla sua abilità nel fraseggio. Era inoltre rapido sia nello smarcarsi che nell'esecuzione dei tiri; possedeva infatti un tiro preciso e un innato fiuto del gol, doti che gli permisero di contribuire molto anche in fase realizzativa durante la carriera (peraltro condizionata da vari e gravi infortuni).
Eccelso dal punto di vista tecnico, era in grado di calciare con entrambi i piedi: più incline a usare il destro, si avvaleva del sinistro per iniziare il dribbling, di cui era uno specialista. Era un calciatore agile, elegante e veloce, rapido nello scatto, nelle accelerazioni, con la palla al piede e nel saltare l'avversario, dalla fantasia e dalla qualità tecnica brillante ma insolita per il calcio italiano, abituato a essere più fisico, tattico e meno tecnico; lo stesso Baggio ha affermato di non aver ricevuto alcun insegnamento tattico da giovane, muovendosi in campo secondo il proprio istinto.

Abile esecutore di calci piazzati (al punto da ispirare futuri specialisti come Andrea Pirlo), in Serie A è secondo solo a Francesco Totti per numero di reti segnate su rigore (68 su 83); è invece 4º, a pari merito con Totti, per quanto riguarda i gol realizzati su punizione, con 21 centri, dietro Siniša Mihajlović (28), Andrea Pirlo (27) e Alessandro Del Piero (22).Calciatore dal carattere controverso, sul campo gli è stata contestata una scarsa attitudine alla fase difensiva e la tendenza a comportarsi più da gregario che da leader, nonostante con le maglie di Juventus e Brescia si fosse conquistato questo ruolo. Fuori dal campo è introverso e mite.
Carriera
Giocatore
Club
L.R. Vicenza

Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, il Caldogno, dove si fa notare, all'età di 13 anni si trasferisce al L.R. Vicenza, a quel tempo in Serie C1, in cambio di 500.000 lire. Si mette subito in luce nelle formazioni giovanili, segnando negli anni 110 gol in 120 presenze. A causa di alcune defezioni, è portato ad allenarsi con la prima squadra. Ritornato nelle giovanili, la squadra dei Beretti è seguita da circa 1000 spettatori durante gli incontri. Debutta quindi in prima squadra a 16 anni, il 5 giugno 1983, all'ultima giornata del campionato di Serie C1, L.R. Vicenza-Piacenza (0-1), entrando nel secondo tempo. Un anno più tardi, il 3 giugno 1984, segna su rigore il primo gol da professionista nella partita vinta 3-0 contro il Brescia.Nella stagione 1984-1985, inserito in prima squadra dall'allenatore Bruno Giorgi, chiude la sua esperienza vicentina con 12 reti in 29 incontri di campionato, diventando uno dei calciatori più amati dai tifosi e consentendo alla sua squadra la risalita in Serie B. In una delle ultime partite di campionato, il 5 maggio 1985 allo Stadio Romeo Neri contro i padroni di casa del Rimini, subì un grave infortunio al ginocchio destro (compromessi legamento crociato anteriore e menisco), il primo di una lunga serie, che lo costrinse a un periodo di oltre un anno di assenza dai campi di gioco. I suoi muscoli vennero affidati a Carlo Vittori ed Elio Locatelli, due dottori specializzati nel potenziamento muscolare in atletica leggera.Durante questa fase di riposo forzato e quindi di incertezza sulla propria carriera di calciatore visse una profonda crisi personale e spirituale, che lo convinse ad abbracciare definitivamente la fede buddhista.
Fiorentina

Questo infortunio arriva a due giorni dalla firma del contratto con la Fiorentina, che lo ha ingaggiato per 2,7 miliardi di lire. La Fiorentina ha la possibilità di recedere dal contratto ma il presidente del club decide di tenerlo. Viene operato a Saint-Étienne, in Francia, dal professor Bousquet, che è costretto a mettere 220 punti di sutura per rimettere a posto la sua gamba. A causa del suo periodo di stop durante l'operazione, di circa un mese, perse circa 12 kg, arrivando a pesarne 56. Nella stagione 85-86 Baggio colleziona cinque presenze in Coppa Italia e disputa, nel febbraio 1986, il Torneo di Viareggio.Durante i suoi mesi di recupero vive così isolato dal resto della squadra che si dimentica di richiedere lo stipendio per cinque mesi.Esordisce in Serie A il 21 settembre 1986 allo Stadio Comunale (oggi Stadio Artemio Franchi) contro la Sampdoria. Il 28 settembre seguente subisce una lesione al menisco del ginocchio destro che lo costringe a una nuova operazione. Rientra in campo a fine stagione, a distanza di quasi due anni dal primo infortunio. Il suo primo gol nella massima divisione arriva su punizione il 10 maggio 1987 contro il Napoli (1-1); il pareggio finale regala la salvezza matematica alla squadra viola.Nella stagione successiva, di cui è la rivelazione, si presenta a San Siro segnando alla seconda giornata in Milan-Fiorentina (0-2). Negli anni seguenti la Fiorentina naviga nelle zone medio-alte della classifica.


Nella stagione 1988-1989, con l'arrivo di Sven-Göran Eriksson, è schierato più frequentemente e mette a segno 15 gol, andando a formare con Stefano Borgonovo un affiatato tandem d'attacco detto "B2", dalle iniziali dei loro cognomi: i due realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno dalla formazione viola, trascinando la squadra a un settimo posto in campionato. Nello spareggio per la Coppa UEFA contro la Roma, Baggio fornisce l'assist per il gol della vittoria di Pruzzo che regala la qualificazione ai viola. Nell'annata seguente sigla 17 reti, arrivando in seconda posizione nella classifica marcatori, davanti a Diego Armando Maradona (16) ma dietro al solo Marco van Basten (19). Il campionato è chiuso a metà classifica ma i viola vanno avanti in Coppa UEFA, escludendo dal torneo diverse squadre e raggiungendo la finale, persa poi contro la Juventus: Baggio segna due rigori, il primo decide la vittoria contro l'Atlético Madrid (1-1, 3-1 ai rigori) al primo turno, il secondo consente alla Fiorentina di sconfiggere la Dinamo Kiev agli ottavi di finale (1-0). Alla fine dell'anno riceve il "Trofeo Bravo", premio assegnato dalla rivista Guerin Sportivo al miglior giovane Under-23 partecipante alle coppe europee, unico riconoscimento personale vinto con la Fiorentina.
Rimane a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando è acquistato dalla Juventus per la cifra-record, a quei tempi, di circa 25 miliardi di lire. La tifoseria viola, consapevole di perdere il proprio simbolo, scende in piazza protestando contro la dirigenza e il presidente Pontello. I disordini causano anche diversi feriti e arrivano fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri in preparazione per i Mondiali e al giocatore stesso, che arriva a ricevere sputi da alcuni esagitati; l'allora procuratore Caliendo ha in seguito narrato un fatto singolare al riguardo:


Il giocatore resta molto legato a Firenze e ai colori viola, avendo già mostrato la sua volontà di non andare al club torinese nei mesi precedenti, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Su tutte, rimane celebre la sua prima sfida in maglia bianconera contro la Fiorentina a Firenze, il 7 aprile 1991, nella vittoria viola per 1-0: Baggio si rifiuta di calciare un rigore contro la sua ex squadra, motivando il gesto con il fatto che il portiere avversario, Gianmatteo Mareggini, "lo conosceva bene", e una volta sostituito, uscendo dal campo va poi a salutare i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola che gli è stata lanciata dagli spalti, in un'atmosfera surreale di applausi e fischi.
Juventus
Dopo i Mondiali italiani, inizia la sua esperienza con la Juventus, che dura cinque anni. Acquistato per 25 miliardi di lire più il cartellino di Renato Buso valutato 2 miliardi, con i colori bianconeri vince uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa UEFA.


Nel primo anno con la Juventus di Luigi Maifredi segna 27 gol, di cui 9 in Coppa delle Coppe che gli valgono il titolo di capocannoniere dell'edizione; ne sigla uno anche nella semifinale di ritorno contro il Barcellona, ma l'1-0 non è sufficiente a ribaltare l'1-3 degli spagnoli dell'andata. A fine campionato la Juventus, nonostante il bottino di 14 reti in campionato di Baggio, rimane esclusa dalle posizioni UEFA. Baggio segna l'unico gol della Juventus su calcio di punizione nella finale della Supercoppa italiana 1990 contro il Napoli, persa per 5-1 dai torinesi.Fra il 1992 e il 1995 subisce cinque infortuni importanti: costola fratturata, tendinite, pubalgia, lesione del tendine del ginocchio destro e distorsione al ginocchio sinistro.L'anno successivo sulla panchina della Juventus torna Giovanni Trapattoni; la squadra torinese, fuori dalle coppe europee, arriva seconda in campionato dietro al Milan e raggiunge la finale di Coppa Italia; nella partita d'andata della finale poi persa contro il Parma, Baggio segna il gol vittoria su rigore. In questa stagione, Baggio soffre di alcuni problemi fisici (rimedia uno stiramento dopo la sfida casalinga contro il Bari, che lo tiene fuori tre settimane). Nel luglio 1992 si taglia il codino.Nella stagione 1992-1993 la Juventus riesce a battere per la seconda volta in due anni i campioni rossoneri, con un 1-3 a San Siro con firma di Baggio, il quale termina l'annata con 21 gol in campionato (secondo nella classifica marcatori alle spalle di Giuseppe Signori), 6 gol in Coppa UEFA, 2 in Coppa Italia e con la fascia di capitano al braccio. Dopo aver subito la frattura della costola contro la Scozia nel novembre 1992, Baggio si riprende e un mese più tardi ritorna in campo, seppur in amichevole. Durante questo periodo ha degli screzi con Trapattoni e con la dirigenza bianconera.

Al suo rientro in campionato, il 3 gennaio 1993, realizza una rete al Parma (2-2). Tra le tante marcature di Baggio in quest'annata, va ricordato il poker rifilato all'Udinese (5-1) l'8 novembre 1992, sua prima quaterna in carriera. In Coppa UEFA, in semifinale contro il Paris Saint-Germain, il fantasista realizza una doppietta nella gara di andata finita 2-1 per i bianconeri, terminando la serata come migliore in campo, e quindici giorni dopo, a Parigi, è ancora il numero dieci a siglare il successo per 0-1 che vale la finale, dove mette poi a referto un'altra doppietta nella sfida d'andata, stavolta contro il Borussia Dortmund; al ritorno la Juventus vinse per 3-0 e si aggiudica il trofeo, il primo della carriera per un Baggio che, grande protagonista del trionfo continentale, alla fine dell'anno solare è insignito del Pallone d'oro e del FIFA World Player, vincendo anche l'Onze d'Or.
Nel torneo 1993-1994, Trapattoni è solito schierarlo da mezzapunta, in coppia con la giovane promessa Alessandro Del Piero, entrambi dietro a Gianluca Vialli. Nel precampionato, l'allenatore lo prova anche come trequartista arretrato dietro a Vialli e a Fabrizio Ravanelli, ma la squadra riesce a giocare solo quando Baggio avanza di posizione. Nel marzo 1994 è operato al menisco. A fine campionato la Juventus si piazza di nuovo al secondo posto dietro al Milan, che ottiene il terzo successo italiano consecutivo, e nel dicembre 1994 Baggio si classifica secondo nella classifica del Pallone d'oro, alle spalle di Hristo Stoičkov, e terzo in quella del FIFA World Player, dietro allo stesso giocatore bulgaro e al brasiliano Romário; nello stesso mese, la rivista Don Balón lo elegge «miglior giocatore della Cee». In questa stagione, Baggio sigla 17 marcature, chiudendo la graduatoria dei migliori realizzatori al terzo posto.


Nella stagione seguente Marcello Lippi è chiamato a sostituire Trapattoni. Il nuovo tecnico predilige il 4-3-3, modulo che esclude Baggio per via delle sue caratteristiche da seconda punta, tanto che a lui sono sovente preferiti Vialli, Ravanelli e un Del Piero sempre più lanciato in squadra; nel corso dell'annata, Lippi lo schiera anche come ala. A causa di alcuni infortuni e della concorrenza nel reparto offensivo, Baggio, in scadenza di contratto, sigla 8 reti in 17 presenze in campionato.Dopo l'infortunio patito a Padova il 27 novembre 1994 al ginocchio destro (partita in cui aveva segnato un gol su punizione), nel febbraio 1995 Baggio torna ad allenarsi con la squadra, ma la società piemontese decide di farlo sottoporre a operazione rimandando così un rientro in campo che avviene solo dopo quasi cinque mesi, l'8 marzo 1995, nella semifinale di Coppa Italia contro la Lazio in cui, peraltro, fornisce l'assist per il decisivo gol di Ravanelli. Al ritorno in campionato contro il Foggia il 12 marzo 1995, Baggio prima manda in porta il compagno Ravanelli, poi segna la rete del 2-0 su punizione. Da qui alla fine della stagione trova comunque il tempo di segnare gol decisivi per la conquista del double scudetto-coppa nazionale; tra di essi, anche un rigore sul campo della sua ex Fiorentina, stavolta (a differenza di quattro anni prima) calciato, realizzato e festeggiato. Da notare anche la sua prestazione nella sfida decisiva contro il Parma, giocata a Torino il 21 maggio 1995 e vinta per 4-0, che permette ai bianconeri di rivincere il titolo italiano dopo nove anni; durante la partita, Baggio fornisce tre assist. Baggio risulta decisivo anche in Coppa UEFA, competizione in cui segna 4 gol; nella semifinale di ritorno contro il Borussia Dortmund, giocata a Torino, sforna l'assist per la prima rete juventina da calcio d'angolo, e segna poi il gol-vittoria su calcio di punizione, portando la squadra bianconera in finale di coppa. La squadra torinese sarà poi sconfitta per 2-1 dal Parma nella doppia finale. Pur essendosi ristabilito e rientrato a pieno regime nell'organico titolare, la sua prolungata lontananza dai terreni di gioco favorisce la definitiva esplosione in casa juventina del ventenne Del Piero, sul quale la dirigenza bianconera e Lippi, per ragioni anagrafiche ed economiche, scelgono di puntare; già nel dicembre 1994, in scadenza di contratto, la dirigenza aveva annunciato l'intenzione di non trattenere Baggio.

Dieci giorni dopo la vittoria dello scudetto, nel giugno 1995, Baggio, già in contrasto con Agnelli, non trova l'accordo con la società: durante un ultimo colloquio con la dirigenza il giocatore chiede ai capi ultras bianconeri di assistere alla riunione per firmare un nuovo contratto, tuttavia il meeting fallisce non solo per questioni economiche (Baggio chiedeva 4 miliardi di ingaggio contro i 2 proposti dalla Juventus) ma anche per forti dissapori con la dirigenza. Termina la sua esperienza a Torino con 200 presenze e 115 reti, 78 delle quali nel solo campionato.
Nel 1995 Baggio si classifica al quinto posto nella graduatoria della FIFA World Player, e viene premiato con l'Onze d'Argent piazzandosi dietro solamente al vincitore George Weah.

Milan
Voluto da Fabio Capello, il 2 luglio seguente Umberto Agnelli annuncia la cessione di Baggio al Milan, ufficializzata dal club rossonero due giorni dopo: il suo cartellino è pagato 18 miliardi di lire. Con la maglia del Milan vince subito lo scudetto, il secondo di fila per lui, segnando anche su rigore contro la Fiorentina nella vittoria per 3-1 che regala il titolo ai Milanesi; diviene il quinto dei sei giocatori a bissare due campionati italiani consecutivi con due squadre diverse, dopo Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Eraldo Mancin, Alessandro Orlando e prima dell'ex compagno di squadra Andrea Pirlo. Parte titolare in quasi tutte le partite, ma è puntualmente sostituito dal tecnico di Pieris, che non lo ritiene in grado di giocare per tutti i 90 minuti.

Nella stagione successiva sulla panchina rossonera arriva l'allenatore uruguaiano Óscar Tabárez, che subito dichiara di voler puntare su di lui e sull'asso africano George Weah per l'attacco della squadra. Tabárez lo prova anche come regista schierandolo interno di centrocampo nel 4-4-2. Parte infatti titolare nelle prime partite stagionali, esordendo anche in UEFA Champions League nella partita casalinga contro il Porto, ma la crisi di risultati della squadra lo relega in panchina, a favore di Marco Simone.Tabárez è infine esonerato e al suo posto la società chiama l'ex tecnico Arrigo Sacchi. Tra Sacchi e Baggio, non ancora ambientatosi in maglia rossonera, ci sono vecchie ruggini risalenti al Mondiale americano; il rapporto tra i due sembra migliorare nel dicembre 1996, ma si frattura nel febbraio seguente, quando il giocatore, stanco di essere messo in panchina, si scatena contro il tecnico, e diviene critico nell'aprile 1997, quando, durante un Milan-Juventus, Baggio non raccoglie l'invito dell'allenatore a scaldarsi per entrare in campo; sarà il secondo di Sacchi, Carmignani, a convincere il calciatore a giocare.

In rossonero non trova spazio e, sebbene lasci il segno nelle poche occasioni in cui è impiegato (segnando nel derby d'andata conclusosi 1-1 e in quello di ritorno finito 3-1 per l'Inter), non riesce a far cambiare idea al tecnico. A fine stagione, il Milan si piazza all'undicesimo posto, fuori dalle coppe europee.

Bologna
Nell'estate 1997 si presentò al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il rientrante Fabio Capello non mostrò progetti tecnici per lui; sentitosi escluso dall'ambiente, soprattutto dall'allenatore, decide di trasferirsi. Il 9 luglio 1997, il Parma si accorda con il Milan per l'acquisto di Baggio per 3,5 miliardi di lire, ma l'allenatore Ancelotti, che aveva ceduto Gianfranco Zola poco prima, ritenendo che il calciatore veneto avesse le stesse caratteristiche di Zola (seconda punta), decide di non concludere l'affare perché, come Zola, non rientra nei suoi piani tattici, e inoltre l'attaccante Chiesa aveva preannunciato un suo trasferimento all'estero se Baggio fosse arrivato a Parma.A distanza di anni, l'allenatore si dichiarerà pentito di aver rinunciato al talento di Baggio:

Avendo bisogno di giocare con continuità per guadagnarsi un posto fra i 22 che avrebbero preso parte ai Mondiali francesi, il 18 luglio passa allora al Bologna per 5,5 miliardi di lire, voluto dal presidente Giuseppe Gazzoni Frascara, ma non dall'allenatore Renzo Ulivieri; poco dopo il trasferimento, taglia il celebre "codino". Nel contratto è presente una clausola che permette al calciatore di lasciare la società pagando una penale di 5 miliardi di lire. Quella nel Bologna è la stagione del record di marcature per Baggio, con 22 gol segnati in 30 partite, portando il Bologna a qualificarsi per la Coppa Intertoto, tanto da meritarsi la fiducia del nuovo CT della nazionale Cesare Maldini e la convocazione per i Mondiali. Inoltre, Gazzoni assicura le gambe del fantasista per 10 miliardi di lire.

Anche in questa stagione si verificano alcune incomprensioni con l'allenatore di turno, Ulivieri, tanto che nel gennaio 1998 lascia il ritiro della squadra quando il tecnico gli comunica che non avrebbe giocato dall'inizio nella partita con la Juventus. Schierati dalla parte del calciatore, i tifosi chiedono anche l'esonero di Ulivieri tramite una petizione su internet. In questa stagione è nominato capitano, indossando la fascia per qualche incontro prima di cederla a Giancarlo Marocchi.Nella sua biografia, pubblicata poco prima dei Mondiali 2002, accusa Ulivieri di essere stato invidioso della sua fama, in quanto la stampa attribuiva le vittorie del Bologna al suo talento, mettendo in ombra il lavoro dell'allenatore.

Inter
Nell'estate 1998 si trasferisce all'Inter, in un'annata negativa per i nerazzurri, caratterizzata da numerosi cambi d'allenatore (Luigi Simoni, Mircea Lucescu, Roy Hodgson e Luciano Castellini), trovando poco spazio e partendo spesso dalla panchina; l'Inter termina il campionato all'ottavo posto. Segna un gol nello spareggio per la Coppa UEFA tra i semi-finalisti di Coppa Italia, ma l'Inter sarà comunque sconfitta in casa dal Bologna per 2-1, e si trova fuori dalle coppe europee a fine stagione. Baggio realizza una doppietta in Champions League il 25 novembre 1998 contro il Real Madrid campione in carica, nei minuti finali della gara, portando i nerazzurri ai quarti di finale, dove verranno poi eliminati dalla squadra vincitrice, il Manchester United; Baggio segna 4 gol nella competizione continentale. Lucescu lo schiera come esterno d'attacco nel suo 3-4-3.Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, e l'impiego di Baggio diminuisce ulteriormente, al punto che il fantasista polemizzerà col tecnico viareggino, smentendo pubblicamente le voci sui suoi presunti guai fisici e precisando che veniva spesso tenuto fuori per scelte personali dell'allenatore. In poco meno di sei mesi diviene la sesta (e ultima) scelta nel reparto offensivo, riuscendo comunque a risultare decisivo in alcune sfide: realizza l'1-1 contro il Verona, tornando al gol, che gli mancava dal 27 maggio dell'anno precedente, e nelle ultime partite contribuisce al quarto posto dell'Inter in campionato (i nerazzurri raggiungeranno anche la finale di Coppa Italia). A fine stagione, scaduti i due anni di contratto, si congeda dall'Inter siglando una doppietta in uno spareggio contro il Parma (vinto 3-1), permettendo al club milanese di accedere ai preliminari di Champions League, alimentando qualche polemica di Álvaro Recoba, relegato in panchina.
Brescia
Svincolatosi nell'estate 2000, manca la convocazione in nazionale e il 14 settembre si accorda con il Brescia – di cui diviene subito capitano –, con l'obiettivo dichiarato di partecipare al campionato del mondo 2002. Per contratto, se il presidente avesse esonerato l'allenatore Carlo Mazzone, Baggio sarebbe stato svincolato.Il 1º aprile 2001, in Juventus-Brescia, segna uno dei suoi gol più belli: Andrea Pirlo lo lancia con un preciso passaggio da centrocampo, e lui salta Edwin van der Sar con uno stop a seguire per poi insaccare a porta vuota , fissando il punteggio sul definitivo 1-1; il risultato allontanerà i torinesi dal vertice della classifica, guidata fino alla fine dalla Roma. Con 10 reti in campionato Baggio conduce la sua squadra alla qualificazione alla Coppa Intertoto, poi persa in finale contro il Paris Saint-Germain l'estate seguente, nonostante un doppio pareggio (0-0 al Parco dei Principi, 1-1 al Rigamonti), in virtù del gol siglato fuori casa dai parigini nella gara di ritorno (inutile il pari di Baggio su rigore). Inserito fra i 50 pretendenti per il Pallone d'oro 2001, giunge venticinquesimo nella classifica finale.
La stagione 2001-2002 inizia nel migliore dei modi per Baggio, che si ritrova capocannoniere con 8 gol dopo 7 giornate. Tuttavia, il 21 ottobre rimedia una distorsione al ginocchio sinistro in seguito a un contrasto con Filippo Cristante nella sfida contro il Piacenza: ripresosi rapidamente, rimedia un'altra distorsione una settimana più tardi, dopo un contrasto col centrocampista del Venezia Antonio Marasco, a cui segue la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro con lesione del menisco interno rimediata durante Parma-Brescia, nella semifinale di Coppa Italia. È operato a Bologna il 4 febbraio 2002 e riesce a rientrare in campo a 81 giorni dall'infortunio grazie a un pesante lavoro di rieducazione, a tre giornate dalla fine del campionato in casa contro la Fiorentina, gara del 21 aprile nella quale segna un gol dopo due minuti dal suo ingresso in campo, raddoppiando poco dopo. Nell'ultima di campionato riesce a salvare ancora il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo contro il Bologna (finita poi 3-0). La stagione si conclude con un bottino di 11 gol segnati in 12 partite, ma tutto questo non basta per convincere il commissario tecnico della nazionale Giovanni Trapattoni a convocarlo, che lo riteneva non completamente ristabilito dall'infortunio e non in forma ottimale.Nelle due stagioni successive continua a giocare nel Brescia e, anche grazie ai suoi gol, fa raggiungere alla squadra la qualificazione per l'Intertoto. Il 15 dicembre 2002, Baggio segna la rete numero 300 in carriera di rigore, fornendo anche un assist per Tare durante la partita, trascinando il Brescia a battere il Perugia per 3-1. Negli ultimi giorni di dicembre 2003, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato a fine stagione.Il 14 marzo 2004, segna al Parma la 200ª rete in Campionato: a fine stagione salirà a quota 205, soglia raggiunta solo da altri sei giocatori nel campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza, José Altafini, Francesco Totti e Antonio Di Natale. Segna il suo ultimo gol in A nella penultima giornata, nella vittoria casalinga contro la Lazio vincitrice della Coppa Italia, il 9 maggio 2004, vinta per 2-1; Baggio fornisce l'assist per il primo gol di tacco al volo, poi segna il secondo con un sinistro a giro. Gli anni di Baggio al Brescia coincidono con il periodo di più lunga permanenza della squadra in Serie A (cinque stagioni); alla fine della stagione 2004-2005, successiva al suo ritiro, il Brescia retrocederà in Serie B.
Disputa l'ultima partita della sua lunga carriera a San Siro il 16 maggio 2004 in Milan-Brescia (4-2), ultima giornata della stagione 2003-2004, fornendo l'assist per il gol di Matuzalém. Alla sua uscita, cinque minuti prima dalla fine dell'incontro, viene abbracciato da Paolo Maldini e tutto lo stadio si alza in piedi per tributargli un lungo applauso. Al termine della stagione, il Brescia in suo onore ritira la maglia numero 10, da lui indossata per quattro stagioni.
Nazionale
Gli esordi

Nel 1984 ha giocato 4 incontri segnando 3 gol con l'Under-16 e conta anche una convocazione con la rappresentativa Under-21 nel 1987 che non lo vede però scendere in campo.
Convocato dal CT Azeglio Vicini, esordisce in nazionale A il 16 novembre 1988, a 21 anni, in occasione della partita amichevole contro i Paesi Bassi (1-0), organizzata in ricorrenza del 90º anniversario dell'istituzione della FIGC. In questa gara di esordio Baggio fornisce l'assist per il gol decisivo di Vialli. Segna il suo primo gol in nazionale il 22 aprile 1989, su calcio di punizione, nella partita amichevole contro l'Uruguay (1-1) disputata a Verona; nella successiva amichevole con la Bulgaria realizza la prima doppietta in maglia azzurra.
Mondiale 1990
Partecipa al campionato del mondo 1990, durante la quale gioca con il numero 15. Nelle prime due partite è lasciato in panchina da Vicini ma, alla sua prima presenze, contro la Cecoslovacchia, mette a segno un gol memorabile, considerato il più bello di quel Mondiale e settimo nella classifica del più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA, partendo da metà campo dopo uno scambio con Giuseppe Giannini e superando in dribbling quattro avversari.Così nelle due successive partite della fase a eliminazione diretta è schierato titolare al fianco di Salvatore Schillaci, contribuendo con giocate decisive alle reti realizzate dal compagno di reparto contro Uruguay ed Eire (peraltro, segna egli stesso due gol, entrambi annullati). Nonostante le buone prestazioni, nella decisiva semifinale di Napoli contro l'Argentina campione in carica di Diego Armando Maradona, l'allenatore punta su un poco convincente Gianluca Vialli; Baggio entra in campo al posto di Giannini solo al 73', arrivando vicino al gol con una punizione all'incrocio dei pali, che però viene parata da Sergio Goycochea. Baggio segna il suo tiro dal dischetto nella serie di rigori che premia l'Argentina, dopo gli errori di Roberto Donadoni e Aldo Serena.

Nella finale per il terzo posto, disputata a Bari, contro l'Inghilterra, mette a segno un altro gol e lascia calciare a Schillaci il rigore del definitivo 2-1 per l'Italia, in modo da permettere al compagno di vincere la classifica dei marcatori del torneo.
Mondiale 1994
Baggio segna 5 gol nelle fase di qualificazione al Mondiale 1994 (durante la quale rimedia una costola incrinata, infortunio che lo tiene lontano dal campo per un mese), risultando il miglior marcatore italiano e aiutando la squadra azzurra ad arrivare prima nel proprio girone di qualificazione UEFA.Durante la stagione 1993-1994, Baggio fatica a entrare in forma a causa di piccoli ma fastidiosi acciacchi, eppure il commissario tecnico italiano Arrigo Sacchi, che lo schiera anche da prima punta, fa di tutto per recuperarlo fisicamente e psicologicamente in vista del Mondiale di Stati Uniti 1994. Già sbarcato oltreoceano con un piede sinistro non in perfette condizioni, in seguito rimedia un infortunio al tendine di Achille dello stesso piede, che lo condiziona per tutto il torneo.

Negli Stati Uniti, nelle prime tre partite della fase a gironi, Baggio non offre tuttavia prestazioni convincenti, anzi è ritenuto tra le grandi delusioni del torneo. Nel secondo incontro con la Norvegia, è sostituito per far posto al secondo portiere Luca Marchegiani, dopo l'espulsione di Gianluca Pagliuca. Sacchi decide di far uscire proprio lui: restano famose le immagini televisive quando il CT decide per il cambio, seguite dai gesti e dall'espressione basita di Baggio, e soprattutto dal suo labiale «ma questo è matto!» Alla fine della partita contro il Messico, rimedia un lieve infortunio che però non gli impedisce di continuare a giocare la competizione. Riferendosi al suo sguardo prima dell'incontro, il presidente Gianni Agnelli lo definisce un coniglio bagnato.È solo agli ottavi (conquistati dagli azzurri grazie al ripescaggio) che inizia il "vero" Mondiale di Roberto Baggio, che ne è protagonista. Di fronte a una Nigeria campione d'Africa in carica e passata presto in vantaggio, l'Italia si ritrova nuovamente in inferiorità per un rosso a Gianfranco Zola. A due minuti dal termine, con gli azzurri vicini all'eliminazione, Baggio riceve un pallone sul limite dell'area da Roberto Mussi e lascia partire un tiro rasoterra e angolato che entra alla destra del portiere Rufai, passando fra una selva di gambe e portando l'Italia al pareggio; nel primo tempo supplementare è ancora decisivo, realizzando il rigore del 2-1 definitivo.Ai quarti, contro la Spagna, è sempre Baggio a chiudere la gara negli ultimi minuti di gioco su assist di Giuseppe Signori, segnando quasi allo scadere la rete del 2-1 finale.La semifinale con la Bulgaria vede nuovamente un 2-1 per gli azzurri, grazie a una nuova doppietta di Baggio. Baggio sale a 5 reti nel Mondiale statunitense e porta l'Italia in finale dopo dodici anni, ma nell'ultima frazione rimane vittima di uno stiramento, complici il caldo e la fatica.

Nella finale al Rose Bowl di Pasadena con il Brasile, Arrigo Sacchi decide ugualmente di rischiare il suo numero 10, che non ha recuperato a pieno dopo lo stiramento nella precedente partita. Baggio paga l'infortunio e non riesce a essere decisivo come nelle partite precedenti. Il match rimane bloccato sullo 0-0 sino alla fine dei tempi supplementari, e così sono i rigori a dare la vittoria ai sudamericani per 3-2, con l'ultimo tiro sbagliato proprio da Baggio, che manda la palla alta sopra la traversa. Baggio viene premiato col Pallone d'argento dei Mondiali, risultando il secondo miglior giocatore del torneo dopo il brasiliano Romário, che si laureó campione del mondo. Con 5 gol, Baggio si laurea inoltre vice capocannoniere del torneo, assieme a Romário, Kennet Andersson e Jürgen Klinsmann, superato solamente da Hristo Stoičkov e Oleg Salenko. Nel 1994 Baggio si classifica secondo nella classifica del Pallone d'oro e terzo in quella del FIFA World Player e nello stesso anno viene assegnato l'Onze de Bronze.
A settembre, dopo la partita di qualificazione all'Europeo 1996 contro la Slovenia (1-1), il rapporto tra lui e Sacchi comincia a deteriorarsi e nel novembre successivo, dopo una sconfitta contro la Croazia (1-2), Baggio, appoggiato dal malcontento popolare dello spogliatoio, decide di andare contro il CT Sacchi, chiedendo le sue dimissioni e che al suo posto venga eletto Trapattoni.A causa del rendimento discontinuo, Sacchi decide di non convocarlo per il campionato d'Europa 1996, nonostante la vittoria dello scudetto col Milan, ritenendolo fuori forma e preferendogli Enrico Chiesa, che rispetto a Baggio mostra maggiore predisposizione alla fase difensiva. Nello stesso anno, si ventila la possibilità, non concretizzatasi, di una sua convocazione come fuoriquota per le Olimpiadi di Atlanta, sotto la gestione di Cesare Maldini.
Mondiale 1998
Dopo essere stato escluso dal giro della nazionale per oltre un anno, a fine aprile 1997, viene convocato dal CT Cesare Maldini per la partita Italia-Polonia, valida per le qualificazioni al Mondiale 1998; entra dalla panchina mettendo a segno il terzo gol nella vittoria casalinga azzurra per 3-0. Nel maggio 1998, visto il rendimento continuo in campionato, Maldini lo convoca per il Mondiale di Francia 1998, preferendolo a Pierluigi Casiraghi, Enrico Chiesa – poi ripescato in sostituzione dell'indisponibile Fabrizio Ravanelli – e Gianfranco Zola, tutti in lizza per l'ultimo posto disponibile nel settore offensivo.L'opinione pubblica si divide sul dualismo tra lo stesso Baggio e Alessandro Del Piero, più adatto agli schemi del CT ma reduce da un infortunio rimediato nella finale di Champions League. Baggio parte titolare in attacco al fianco di Vieri contro il Cile nella prima partita e dimostra subito di essere uno dei giocatori più in forma tra gli Azzurri: inventa l'assist per il gol di Vieri, si procura e segna il rigore che riporta l'Italia sul pari dopo la rimonta cilena.Nella seconda partita, vinta 3-0 contro il Camerun, Baggio gioca nuovamente dal primo minuto e sforna l'assist per il primo gol di Di Biagio con un cross in seguito a un calcio d'angolo, ma la sua prestazione appare meno brillante rispetto alla gara d'esordio, complici anche alcuni ruvidi interventi a suo carico da parte dei difensori africani. In questa occasione si consuma la prima "staffetta" con Del Piero, riproposta anche nella gara successiva contro l'Austria, ma a parti invertite: stavolta è Baggio a subentrare al fantasista della Juventus, andando poi a realizzare il gol del 2-0.Non impiegato nella partita degli ottavi contro la Norvegia, entra nel corso della partita con la Francia, valida per i quarti di finale, al posto di Del Piero, offre notevoli giocate e nei supplementari, lanciato da Albertini, sfiora il golden goal, calciando in corsa al volo un pallone che sfila rasente il palo destro della porta di Fabien Barthez. Nell'epilogo ai calci di rigore segna il primo tiro dagli 11 metri, ma l'Italia viene eliminata dopo gli errori di Albertini e Di Biagio.Grazie ai due gol realizzati, eguaglia il record italiano di marcature nei Mondiali detenuto da Paolo Rossi a quota 9 reti (il record verrà poi raggiunto anche da Christian Vieri), e diventa l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre Mondiali diversi.
Il congedo
Al termine del Mondiale di Francia, disputa 3 partite sotto la guida di Dino Zoff, che tuttavia non lo include nell'elenco dei convocati per il campionato d'Europa 2000. Salta anche il successivo campionato del mondo 2002: il nuovo CT Giovanni Trapattoni, che nell'aprile 2001 si era detto favorevole a chiamare Baggio, decide di non convocarlo perché a suo avviso non è in condizione di giocare.Il 28 aprile 2004 a Genova gioca, a 37 anni, per l'ultima volta in nazionale, grazie alla convocazione-tributo da parte di Trapattoni in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo); l'ultima sua presenza in nazionale risaliva alla partita di qualificazione all'Europeo 2000 contro la Bielorussia, del 31 marzo 1999, col CT Zoff. Riceve una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti da Fabrizio Miccoli.Per via delle sue prestazioni, l'opinione pubblica e la stampa spingono per vederlo in campo in quello che avrebbe potuto essere il suo primo Europeo, quello di Portogallo 2004, e nelle Olimpiadi dello stesso anno, ma quella di Genova resterà la sua ultima apparizione in azzurro.

Dirigente

Su proposta del Presidente della FIGC Giancarlo Abete, d'accordo con il Presidente del'AIAC Renzo Ulivieri, il 4 agosto 2010 viene ufficializzata la sua nomina a Presidente del Settore tecnico della Federazione.Il 5 luglio 2012 acquisisce a Coverciano il titolo di allenatore di Prima Categoria UEFA Pro e quindi il diritto di ricoprire il ruolo di tecnico in una squadra della massima serie.Il 23 gennaio 2013 lascia la carica di presidente del settore tecnico della Federcalcio: «Non ci tengo alle poltrone. Il mio programma di 900 pagine, presentato a novembre 2011, è rimasto lettera morta, e ne traggo le conseguenze».
Statistiche
Presenze e reti nei club
Tra club, nazionale maggiore, nazionale giovanile e FIFA World Stars, Baggio ha giocato globalmente 706 partite segnando 323 reti, alla media di 0,46 gol a partita.
Statistiche aggiornate al termine della carriera da calciatore.

Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia presenze e reti nella selezione FIFA World Stars
Palmarès

Onorificenze
Opere
Roberto Baggio, Una porta nel cielo, Limina Edizioni, 2001, ISBN 88-88551-92-1.
Roberto Baggio, Il sogno dopo, Limina Edizioni, 2003, ISBN 88-88551-11-5.Note

Bibliografia
Roberto Baggio, Una porta nel cielo, Arezzo, Limina Edizioni, 2001, ISBN 88-88551-92-1.
Enrico Maida, BAGGIO, Roberto, in Enciclopedia dello Sport – Calcio, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
Tutti i segreti del calcio, Modena, Panini, 2002.
Germano Bovolenta, Il calcio di Baggio ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 24 giugno 2011.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 1 (1984-1985), Milano, La Gazzetta dello Sport, 7 maggio 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 4 (1987-1988), Milano, La Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 5 (1988-1989), Milano, La Gazzetta dello Sport, 4 giugno 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 7 (1990-1991), Milano, La Gazzetta dello Sport, 18 giugno 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 14 (1997-1998), Milano, La Gazzetta dello Sport, 6 agosto 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 17 (2000-2001), Milano, La Gazzetta dello Sport, 27 agosto 2012.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 18 (2001-2002), Milano, La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2012.Voci correlate
Classifica dei marcatori della Serie A
FIFA 100
Numeri di maglia ritirati nel calcioAltri progetti

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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Roberto BaggioCollegamenti esterni

Sito ufficiale, su robertobaggio.com.
(EN) Roberto Baggio, su national-football-teams.com, National Football Teams.
(DE, EN, IT) Roberto Baggio, su transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
(EN) Roberto Baggio, su soccerbase.com, Racing Post.
(EN) Roberto Baggio, su Internet Movie Database, IMDb.com.
Roberto Baggio, su treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
(EN) Roberto Baggio, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Convocazioni e presenze in Nazionale di Roberto Baggio, su FIGC.it, FIGC.
(FR) Roberto Baggio, su LEquipe.fr, L'Équipe 24/24.

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