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Mario Monicelli
1915 2010




Mario Monicelli (Roma, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010) è stato un regista, sceneggiatore e scrittore italiano.
Tra i più celebri registi italiani della sua epoca, insieme a Dino Risi e Luigi Comencini fu uno dei massimi esponenti della commedia all'italiana, che contribuì a rendere nota anche all'estero con film come Guardie e ladri, I soliti ignoti, La grande guerra, L'armata Brancaleone e Amici miei.
Candidato sei volte al premio Oscar (due volte per la migliore sceneggiatura originale, quattro per il miglior film straniero), nonché vincitore di numerosi premi cinematografici. Nel 1991 ricevette il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.



Biografia
Le origini

Mario Monicelli nacque a Roma il 16 maggio del 1915 da una famiglia originaria di Ostiglia (in provincia di Mantova). Per lungo tempo, si è ritenuto che la sua città natale fosse Viareggio, finché il critico cinematografico Steve Della Casa, compiendo delle ricerche per la stesura del volume L'armata Brancaleone - Quando la commedia riscrive la storia e per il Dizionario Biografico Treccani, riportò alla luce il fatto di come Monicelli fosse, in realtà, nato a Roma, più precisamente nel quartiere di Prati in via della Croce. Sempre secondo Della Casa, pare che Monicelli stesso alimentasse l'equivoco per una sorta di forte affezione verso la città toscana. Il luogo di nascita di Monicelli è stato confermato da Luca Lunardini, sindaco di Viareggio, che ha dichiarato in proposito: "È vero: Mario Monicelli non è nato fisicamente a Viareggio, non risulta iscritto alla nostra anagrafe", aggiungendo come "Da un punto di vista fisico, materiale, Monicelli non nacque a Viareggio ma a Roma; ma amava talmente tanto Viareggio che considerava questa città il luogo in cui era nata la sua anima, quindi lui stesso. E perciò elesse Viareggio a sua città natale, come riportano tutte le enciclopedie e le biografie sulla base della testimonianza diretta raccontata dall'interessato". Un'ulteriore conferma è arrivata da Chiara Rapaccini, ultima compagna del regista, che ha confermato in un'intervista come il tutto non fosse altro che "una beffa intenzionale di Mario, più semplicemente qualcuno, all'inizio, aveva scritto che era di Viareggio e lui si è divertito a lasciar correre, anche perché il suo rapporto con Viareggio era fortissimo", aggiungendo che Roma, come corretto luogo di nascita del regista, fosse riportato anche sul suo passaporto.
Suo padre, Tomaso Monicelli, era un giornalista, direttore de il Resto del Carlino e dell'Avanti!, nonché critico teatrale e drammaturgo. Mise fine alla sua vita nel 1946 dopo alcuni fallimenti editoriali, sentendosi isolato dal regime fascista per aver osato criticarlo nei suoi articoli. La madre, Maria Carreri, era una donna molto intelligente sebbene di pochi studi. Il fratellastro Giorgio fu un traduttore ed editore, mentre il fratello Furio (1922-2011) fu uno scrittore, il quale raggiunse un buon successo all'epoca con il romanzo Il gesuita perfetto. Monicelli era inoltre imparentato con la famiglia Mondadori: la sorella del padre, difatti, era la moglie di Arnoldo Mondadori e lo stesso Monicelli racconta di essere stato per molti anni buon amico di Alberto e Giorgio Mondadori.
Monicelli trascorse dunque la sua infanzia a Roma, dove frequentò le scuole elementari. Successivamente, si trasferì con la famiglia a Viareggio ma frequentò il ginnasio e due anni di liceo a Prato, al Convitto Nazionale Cicognini; si stabilì poi a Milano, dove finì la terza liceo e iniziò gli studi universitari. Nel capoluogo lombardo, Monicelli frequentò Riccardo Freda, Remo Cantoni, Alberto Lattuada, Alberto Mondadori e Vittorio Sereni; insieme fondarono, con l'appoggio dell'editore Mondadori, il giornale Camminare, in cui Monicelli si occupava di critica cinematografica. Monicelli raccontò di come, nelle sue critiche, si accanisse molto sui film italiani, mentre, di contro, esaltasse i film americani e francesi, che amava molto, affermando che forse lo faceva per una sua velata forma di antifascismo. Camminare non durò molto poiché il ministero della cultura popolare lo soppresse perché considerato di sinistra.
In seguito, Monicelli fece ritorno in Toscana, dove completò gli studi universitari laureandosi in lettere presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Pisa. Interessato al mondo della celluloide, rimandò continuamente il momento di laurearsi fino alla chiamata alle armi, appena dopo la quale fu laureato poiché, come lo stesso Monicelli affermò, "bastava presentarsi alla laurea vestiti da militari e non occorreva né tesi né altro [...] Così è stata la mia laurea, non so nemmeno se è valida". Nel 1934 girò il suo "primo esperimento cinematografico", ovvero il cortometraggio Cuore rivelatore, ispirato all'omonima opera di Edgar Allan Poe, insieme ad Alberto Mondadori e Alberto Lattuada, con quest'ultimo in ruolo di scenografo poiché allora studente di architettura. I tre lo inviarono ai Littoriali sperando invano che venisse poi proiettato nei Cineguf; il film venne bollato come esempio di "cinema paranoico".
L'anno seguente Monicelli fu collaboratore artistico di Alberto Mondadori nel suo primo lungometraggio, I ragazzi di via Pal (1935), tratto dall'omonimo romanzo dell'ungherese Ferenc Molnár, realizzato anch'esso nell'ambito del Cineguf milanese. Il film fu inviato a Venezia alla Mostra per le pellicole a passo ridotto, parallela alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica; I ragazzi della via Paal fece guadagnare ai suoi realizzatori il primo premio e l'opportunità di lavorare nella produzione di un film professionale. Monicelli quindi poté saltare le varie fasi di formazione professionale e fu inviato, assieme a Mondadori, a lavorare come "ciacchista" nella produzione del film di Gustav Machatý Ballerine, che si svolse a Tirrenia.
Si accostò al mondo del cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano , figlio del commediografo Giovacchino Forzano, fondatore a Tirrenia di moderni studios cinematografici sotto il nome di Pisorno, curiosa fusione dei nomi delle due città, eterne rivali, Pisa e Livorno, che Mussolini progettava di compiere. In questi anni, in Monicelli si andò delineando quel particolare spirito toscano che sarà determinante per la poetica cinematografica delle commedie del regista (molti scherzi della trilogia di Amici miei sono episodi che fanno realmente parte della sua giovinezza).
Subito dopo Ballerine, Monicelli trovò lavoro, sempre come assistente, nel film di Augusto Genina Lo squadrone bianco. In seguito svolgerà il medesimo ruolo di assistente in vari film, tra cui I fratelli Castiglioni di Corrado D'Errico; durante la produzione del film conobbe Giacomo Gentilomo, con cui girò due pellicole, La granduchessa si diverte e Cortocircuito, nelle quali svolse ufficialmente per la prima volta l'incarico di aiuto-regista e anche di cosceneggiatore.
Sotto lo pseudonimo di Michele Badiek, nel 1937 diresse il film amatoriale Pioggia d'estate. Il film, in cui Monicelli ebbe il ruolo di regista, sceneggiatore e soggettista, vide la partecipazione di Ermete Zacconi e parte della sua famiglia, dell'apporto di molti amici e di molti concittadini. Egli affermò che questa esperienza fu importante per la sua formazione poiché imparò a "scrivere per il cinema, a girare, a trattare con gli attori [...] E, soprattutto, a constatare, quando poi lo rivedevo in proiezione, che quello che mettevo in scena ogni giorno non corrispondeva se non in minimissima parte alle mie aspettative". Nel frattempo fu anche il segretario dell'attrice spagnola María Mercader, futura moglie di Vittorio De Sica. Nel libro dedicato a Monicelli dalla fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus, si afferma nella biografia del regista che, dopo la laurea conseguita a Pisa nel 1941, Monicelli venne inviato l'anno seguente a Napoli per essere imbarcato per l'Africa; Monicelli riuscì però a rimandare l'imbarco finché l'8 settembre non gettò l'uniforme e scappò a Roma, dove rimase nascosto.
Nell'opera semi-autobiografica L'arte della commedia, Monicelli raccontò che rimase nell'esercito arruolato nella cavalleria dal 1940 al 1943, cercando di evitare il trasferimento, temendo di essere inviato prima in Russia poi in Africa, finché l'esercito non si disfece; a quel punto scappò a Roma. Rimase nascosto nella capitale fino all'estate del 1944. A Roma frequentò l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni quaranta e settanta.

L'esordio ufficiale: il lavoro in proprio e i successi

Nel 1945 Monicelli fu aiuto-regista nel primo film di Pietro Germi, Il testimone. In L'arte della commedia, Monicelli raccontò che tra lui e Germi si instaurò un profondo legame; egli affermò: "Credo di essere stato uno dei pochissimi amici con cui aveva davvero confidenza". Ad esempio di questo legame Monicelli raccontò di due episodi. Quando Germi entrò in un periodo di crisi dopo la morte della moglie, chiamò Monicelli per dirigere il film che stava preparando (Signore & signori, del 1966), dicendogli che lui non poteva più dirigerlo; a Monicelli piacque molto, ma comunque si rifiutò e incoraggiò Germi a fare il suo film. L'altro esempio è quando Germi, impossibilitato a fare Amici miei per problemi di salute, chiamò Monicelli per dirigerlo.
Nel 1946 Monicelli fu scelto, insieme a Steno, da Riccardo Freda per realizzare la sceneggiatura di Aquila nera. Il film ebbe molto successo e la coppia Monicelli-Steno fu chiamata per scrivere alcune gag e battute per il film Come persi la guerra di Carlo Borghesio, e prodotto da Luigi Rovere; da quel film, Monicelli e Steno formarono una coppia di sceneggiatori. La collaborazione con Steno, che durerà fino al periodo tra 1952 e 1953, produrrà alcune delle commedie più interessanti del dopoguerra; tra queste vi è Guardie e ladri (1951) con Totò, film che al Festival di Cannes conquistò il premio alla miglior sceneggiatura. In L'arte della commedia, Monicelli affermò che il sodalizio tra i due si interruppe esattamente durante la realizzazione dei film Le infedeli e Totò e le donne. Entrambi i film dovevano essere sceneggiati e girati a quattro mani da Steno e Monicelli, ma in realtà quest'ultimo si occupò solamente de Le infedeli poiché si era stancato di fare solo film comici; Steno si occupò invece di Totò e le donne. Tutto questo avvenne senza che i produttori lo venissero a sapere perché altrimenti, racconta Monicelli, non avrebbero dato fiducia alla coppia di registi.



Fu sceneggiatore, insieme a Federico Fellini, anche per film di Pietro Germi: In nome della legge (scritto con Pinelli, Germi e Giuseppe Mangione). Nel 1957 Monicelli vinse il premio al miglior regista del Festival internazionale del cinema di Berlino con Padri e figli. Considerato lo "spartiacque" nella sua carriera, fu I soliti ignoti (1958), film che segnò l'avvio verso la cosiddetta "commedia all'italiana". L'anno dopo fu la volta di La grande guerra (1959), che vinse un Leone d'oro ad ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini ed ottenne una candidatura all'Oscar al miglior film in lingua straniera. Nel 1963 Monicelli fu autore del film I compagni, che ottenne la seconda candidatura ad un premio Oscar, quello alla migliore sceneggiatura originale. I soliti ignoti, La grande guerra e I compagni sono tra i capolavori del regista viareggino.
I soliti ignoti, del quale Monicelli fu anche sceneggiatore assieme ad Age e Scarpelli e a Suso Cecchi D'Amico, rovesciò per la prima volta la dialettica di Guardie e ladri con la quale lo stesso Monicelli (insieme a Steno che lo affiancò alla regia) aveva impostato fin dal 1951 la rappresentazione del rapporto tra autorità e libertà, tra giustizia togata e semplice sopravvivenza delle classi più umili. Quattro anni dopo, Monicelli ribaltò i ruoli: in Totò e Carolina (1955) Totò non è più un ladruncolo ma un poliziotto, e la censura dell'epoca non prese affatto bene l'ironia intorno alle forze dell'ordine: il film subì pesanti e talvolta inspiegabili tagli, e benché in tempi recenti ne sia stata restaurata la copia originale, continua a essere trasmesso nella versione "epurata" e inquinata da un demenziale titolo di testa imposto dalla censura di allora, francamente insultante anche solo nei confronti del livello attoriale di Totò.
Con I soliti ignoti Monicelli abbandonò quindi la dialettica antagonista tra tutori e trasgressori della legge, rappresentando esclusivamente il lato mite, confusionario e frustrato di un manipolo di aspiranti ladri votati all'insuccesso. La grande guerra, lontano dagli stereotipi classici della commedia, passa da un estremo all'altro del registro tragicomico affrontando un argomento doloroso e complesso come la tragedia della prima guerra mondiale, ed è impreziosito dalle memorabili interpretazioni di Alberto Sordi e Vittorio Gassman. I compagni, film sulla storia del sindacalismo e, ancor prima, sulla fratellanza tra operai delle fabbriche, è poco noto al grande pubblico ma molto apprezzato dalla critica (con Marcello Mastroianni, Renato Salvatori e Annie Girardot).


Negli anni sessanta Monicelli si dedicò anche a film a episodi: Boccaccio '70 (1962), Alta infedeltà (1964) e Capriccio all'italiana (1968), anche se l'episodio da lui diretto in Boccaccio '70 fu tagliato dal produttore Carlo Ponti, scatenando la protesta dei registi italiani che decisero quasi tutti di boicottare il Festival di Cannes del 1962, che avrebbe dovuto essere inaugurato appunto da questo film. Ne L'armata Brancaleone (1966) e, con minor efficacia, nel seguito intitolato Brancaleone alle crociate (1970), Monicelli mise in scena un singolare Medioevo tragicomico, costellato dall'uso di un'inedita lingua maccheronica divenuta memorabile nel cinema italiano. Il film del 1966 venne anche selezionato per il festival di Cannes.
Nel 1973 il film Vogliamo i colonnelli fu selezionato per il festival di Cannes. Tra gli altri film di rilievo occorre ricordare La ragazza con la pistola (1968), terza candidatura all'Oscar, Romanzo popolare (1974) e i primi due capitoli della trilogia di Amici miei (1975, 1982) - quello conclusivo (1985) verrà infatti diretto da Nanni Loy. Caro Michele valse per Monicelli l'Orso d'argento al festival di Berlino nel 1976.


Il film successivo, girato nel pieno degli anni di piombo, ne esprime il dramma ispirandosi a un'opera dello scrittore Vincenzo Cerami: Un borghese piccolo piccolo (1977) è un'opera interamente e profondamente drammatica, estranea alle suggestioni tragicomiche delle opere precedenti e successive come Il marchese del Grillo (1981), che pure si avvale di un'ottima interpretazione dello stesso Sordi. Il marchese del Grillo gli fece vincere l'Orso d'argento per il miglior regista al festival di Berlino del 1982. Negli anni ottanta e novanta, lo sguardo del regista cambiò ancora: dal maschilismo di Amici miei si passa all'esaltazione della donna contenuta nell'opera Speriamo che sia femmina (1985), con cui tornò a ricevere ampi consensi di critica e pubblico. Il successivo Parenti serpenti (1991) presentò nuovamente una caustica rappresentazione del modello familiare attraverso la problematicità dei rapporti tra generazioni, culminante in un finale addirittura tragico e scioccante. Nel 1994 uscì nelle sale il grottesco Cari fottutissimi amici, che vide come protagonista l'attore genovese Paolo Villaggio. La pellicola, presentata al Festival di Berlino nello stesso anno, si aggiudicò un Orso d'argento, nella sezione menzione speciale.


Monicelli si dedicò anche al teatro, sia in prosa che lirico, con alcune felici produzioni, soprattutto negli anni ottanta. Per la televisione produsse il cortometraggio Conoscete veramente Mangiafoco? (1981), con Vittorio Gassman, La moglie ingenua e il marito malato (1989) e Come quando fuori piove (2000), mentre come documentario Un amico magico: il maestro Nino Rota (1999) e vari collettivi. Monicelli si prestò occasionalmente a qualche cameo attoriale, in L'allegro marciapiede dei delitti (1979), Sotto il sole della Toscana (2003), SoloMetro (2007), dando anche la voce al nonno di Leonardo Pieraccioni ne Il ciclone (1996).



È da considerarsi probabilmente il regista che meglio di tutti ha interpretato lo stile e i contenuti del genere della Commedia all'italiana. Il suo attore di riferimento è stato Alberto Sordi, da lui trasformato in attore drammatico in La grande guerra e Un borghese piccolo piccolo, ma ebbe anche il merito di scoprire le grandi capacità comiche di due attori nati artisticamente come drammatici, Vittorio Gassman nei Soliti ignoti e Monica Vitti nella Ragazza con la pistola. Il sorriso amaro che accompagna sempre le vicende narrate, l'ironia con cui ama tratteggiare le storie di simpatici perdenti, caratterizzano da sempre la sua opera. Forse non è un caso che molti critici considerino I soliti ignoti il primo vero film della commedia all'italiana, e Un borghese piccolo piccolo l'opera che, con la sua drammaticità, chiude idealmente questo genere cinematografico.
Con l'avanzare dell'età, Monicelli diminuì gradualmente la sua attività ma senza mai fermarsi, grazie ad una forma fisica e mentale sempre buona. A dimostrazione di questo, a 91 anni tornò al cinema con un nuovo film, Le rose del deserto (2006). In occasione della sua uscita, in un'intervista a Gigi Marzullo, confidò di non aver alcuna paura della morte, ma di temere moltissimo il momento in cui avrebbe smesso di lavorare, perché si sarebbe annoiato moltissimo. In un'intervista del 2008 dichiarò di aver abbandonato definitivamente l'attività registica con il cortometraggio documentaristico Vicino al Colosseo... c'è Monti. Nonostante ciò, nel 2010 realizzò La nuova armata Brancaleone, un cortometraggio di protesta contro i tagli alla cultura e all'istruzione del governo, con la collaborazione del compositore Stefano Lentini, di Mimmo Calopresti in veste di sceneggiatore e di Renzo Rossellini come produttore. Il corto venne presentato durante l'Open Day al Cine-Tv Rossellini di Roma il 3 giugno 2010, dove furono presenti diversi giornalisti e politici, e oltre ai professori e ai ragazzi vi partecipò anche lo stesso Monicelli. Nello stesso anno prese parte alla realizzazione del cortometraggio L'ultima zingarata, omaggio al suo Amici miei, in cui reinterpretò il ruolo del professor Sassaroli.
A partire dal 2009, il Bif&st di Bari assegna un Premio intitolato a Mario Monicelli per la migliore regia tra i film del festival.

Vita privata

Tra gli avvenimenti che segnarono di più la sua vita ci fu senz'altro il suicidio del padre, Tomaso Monicelli, noto giornalista e scrittore antifascista, avvenuto nel 1946. A tal riguardo disse: Il 19 aprile 1988, poco dopo la fine delle riprese de I picari, Monicelli ebbe un grave incidente stradale nei pressi di Bracciano. Il regista subì la frattura di entrambi i femori, del bacino, degli avambracci e delle costole, e fu costretto a interrompere le sue attività per diversi mesi.

La sua ultima compagna è stata Chiara Rapaccini, conosciuta quando lui aveva 59 anni e lei 19. Hanno avuto una figlia, Rosa, quando lei ne aveva 34 e lui 74. Nel 2007 dichiarava di vivere da solo, di non sentire la lontananza di figli e nipoti (pur avendoli), di essere da qualche anno un elettore di Rifondazione Comunista e di avere pianto l'ultima volta alla morte del padre, mentre in un'intervista svelava, in particolare, il motivo per cui viveva da solo a 92 anni:
Il 5 dicembre 2009, parlò dal palco del No Berlusconi Day e di fronte ad una piazza gremita pronunciò parole molto dure contro il governo e l'intera classe dirigente. Il 27 febbraio 2010, intervenne ancora una volta a sorpresa durante la manifestazione organizzata dal Popolo Viola contro il Legittimo impedimento. Il 25 marzo 2010, partecipò all'evento Raiperunanotte con un'intervista, nella quale assunse posizioni molto critiche e cupe nei confronti della società contemporanea: Mario Monicelli, dopo essere lungamente stato socialista, fino a prima dell'elezione di Bettino Craxi a segretario, negli ultimi anni si dichiarava sostenitore di Rifondazione Comunista. Monicelli era ateo.

La morte
Ormai minato da un cancro alla prostata in fase terminale, la sera del 29 novembre 2010, verso le ore 21, Monicelli, a 95 anni, decise di togliersi la vita gettandosi nel vuoto dalla finestra della stanza che occupava nel reparto di urologia, al quinto piano dell'Ospedale San Giovanni Addolorata, dove era ricoverato. Dopo le commemorazioni civili tenutesi nella sua casa romana al Rione Monti e presso la Casa del cinema, il suo corpo venne cremato.

Riconoscimenti



Premio Oscar
1959: Candidatura all'Oscar al miglior film in lingua straniera - I soliti ignoti
1960: Candidatura all'Oscar al miglior film in lingua straniera - La grande guerra
1965: Candidatura all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale - I compagni (con Age & Scarpelli)
1966: Candidatura all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale – Casanova '70 (con Age & Scarpelli, Giorgio Salvioni, Tonino Guerra e Suso Cecchi D'Amico)
1969: Candidatura all'Oscar al miglior film in lingua straniera - La ragazza con la pistola
1979: Candidatura all'Oscar al miglior film in lingua straniera - I nuovi mostriMostra del Cinema di Venezia
1935: 1º premio sezione passo ridotto - I ragazzi di via Pal
1959: Leone d'oro al miglior film - La grande guerra
1985: Premio Pietro Bianchi
1991: Leone d'oro alla carriera
Festival di Berlino
1957: miglior regista - Padri e figli
1976: miglior regista - Caro Michele
1982: miglior regista - Il marchese del Grillo
1994: menzione speciale - Cari fottutissimi amici
David di Donatello
1976: miglior regista - Amici miei
1977: miglior regista - Un borghese piccolo piccolo
1986: miglior film - Speriamo che sia femmina
1986: miglior regista - Speriamo che sia femmina
1986: miglior sceneggiatura - Speriamo che sia femmina
1990: miglior regista - Il male oscuro
1992: candidatura migliore sceneggiatura - Parenti serpenti
2005: David specialeNastri d'argento
1959: migliore sceneggiatura - I soliti ignoti
1959: candidatura regista del miglior film - I soliti ignoti
1960: candidatura migliore sceneggiatura - La grande guerra
1960: candidatura migliore soggetto - La grande guerra
1960: candidatura regista del miglior film - La grande guerra
1964: candidatura migliore sceneggiatura - I compagni
1976: candidatura regista del miglior film - Amici miei
1977: migliore sceneggiatura - Un borghese piccolo piccolo
1977: candidatura regista del miglior film - Un borghese piccolo piccolo
1982: migliore sceneggiatura - Il marchese del Grillo
1986: regista del miglior film - Speriamo che sia femmina
1986: migliore sceneggiatura - Speriamo che sia femmina
1993: candidatura regista del miglior film - Parenti serpenti
2007: candidatura migliore sceneggiatura - Le rose del deserto
Festival internazionale del cinema di San Sebastián
1965: Miglior regista - Casanova '70
TraniFilmFestival
2002: premio cinematografico “Stupor Mundi” riconoscimento alla carriera ispirato alla figura di Federico II di Svevia.
Festival Europa Cinema di Viareggio
2005: premio Fellini 8½ Platinum Award for Cinematic Excellence
Premio "Città di Trieste"
2009: Alabarda d'oro alla carriera.
Efebo d'oro
1979: Un borghese piccolo piccolo, Premio Internazionale Cinema Narrativa - tratto dall'omonimo romanzo di Vincenzo Cerami.
Ciak d'oro
1986: Miglior film per Speriamo che sia femmina
1986: candidatura migliore sceneggiatura per Speriamo che sia femmina
1999 - Premio alla carrieraOnorificenze
Filmografia
Regista
Lungometraggi
I ragazzi di via Pal, con Cesare Civita e Alberto Mondadori (1935)
Pioggia d'estate (1937)
Totò cerca casa, con Steno (1949)
Al diavolo la celebrità, con Steno (1949)
È arrivato il cavaliere, con Steno (1950)
Vita da cani (1950)
Totò e i re di Roma, con Steno (1951)
Guardie e ladri, con Steno (1951)
Totò e le donne, con Steno (1952)
Le infedeli (1953)
Proibito (1954)
Un eroe dei nostri tempi (1955)
Totò e Carolina (1955)
Donatella (1956)
Il medico e lo stregone (1957)
Padri e figli (1957)
I soliti ignoti (1958)
Lettere dei condannati a morte (1959)
La grande guerra (1959)
Risate di gioia (1960)
I compagni (1963)
Casanova '70 (1965)
L'armata Brancaleone (1966)
La ragazza con la pistola (1968)
Toh, è morta la nonna! (1969)
Brancaleone alle crociate (1970)
La mortadella (1971)
Vogliamo i colonnelli (1973)
Romanzo popolare (1974)
Amici miei (1975)
Caro Michele (1976)
Signore e signori, buonanotte (1976) - film collettivo
Un borghese piccolo piccolo (1977)
Viaggio con Anita (1979)
Temporale Rosy (1980)
Camera d'albergo (1981)
Il marchese del Grillo (1981)
Amici miei - Atto IIº (1982)
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984)
Le due vite di Mattia Pascal (1985)
Speriamo che sia femmina (1986)
I picari (1988)
Il male oscuro (1990)
Rossini! Rossini! (1991)
Parenti serpenti (1992)
Cari fottutissimi amici (1994)
Facciamo paradiso (1995)
Panni sporchi (1999)
Le rose del deserto (2006)Lungometraggi a episodi
Boccaccio '70 (1962) - episodio Renzo e Luciana
Alta infedeltà (1964) - episodio Gente moderna
Le fate (1966) - episodio Fata Armenia
Capriccio all'italiana (1968) - episodio La bambinaia
Le coppie (1970) - episodio Il frigorifero
I nuovi mostri (1977) - episodi Autostop e First Aid
Esercizi di stile (1996) - episodio Idillio edile
I corti italiani (1997) - episodio Topi di appartamentoTelevisione
La moglie ingenua e il marito malato - film TV (1989)
Come quando fuori piove - miniserie TV (2000)Cortometraggi
La nuova armata Brancaleone (2010) - cortometraggio, solo creditoDocumentari
12 registi per 12 città (1989) - documentario, episodio Verona
Un amico magico: il maestro Nino Rota (1999) - documentario
Un altro mondo è possibile (2001) - documentario collettivo
La primavera del 2002 (2002) - documentario collettivo
Lettere dalla Palestina (2002) - docu-drama collettivo
Firenze, il nostro domani (2003) - documentario collettivo
Vicino al Colosseo... c'è Monti (2008) - cortometraggio documentaristicoSceneggiatore
I ragazzi della via Paal, regia di Mario Monicelli (1935)
Pioggia d'estate, regia di Mario Monicelli (1937)
La granduchessa si diverte, regia di Giacomo Gentilomo (1940)
Brivido, regia di Giacomo Gentilomo (1941)
La donna è mobile, regia di Mario Mattoli (1942)
Cortocircuito, regia di Giacomo Gentilomo (1943)
Il sole di Montecassino, regia di Giuseppe Maria Scotese (1945)
Aquila nera, regia di Riccardo Freda (1946)
La figlia del capitano, regia di Mario Camerini (1947)
Il corriere del re, regia di Gennaro Righelli (1947)
Come persi la guerra, regia di Carlo Borghesio (1947)
Fumeria d'oppio, regia di Raffaello Matarazzo (1947)
Gioventù perduta, regia di Pietro Germi (1948)
I Miserabili, regia di Riccardo Freda (1948)
L'ebreo errante, regia di Goffredo Alessandrini (1948)
L'eroe della strada, regia di Carlo Borghesio (1948)
Il cavaliere misterioso, regia di Riccardo Freda (1948)
Accidenti alla guerra!..., regia di Giorgio Simonelli (1948)
Totò cerca casa, regia di Steno e Mario Monicelli (1949)
Il lupo della Sila, regia di Duilio Coletti (1949)
Il conte Ugolino, regia di Riccardo Freda (1949)
Marechiaro di Giorgio Ferroni (1949)
Al diavolo la celebrità, regia di Mario Monicelli e Steno (1949)
Come scopersi l'America, regia di Carlo Borghesio (1949)
Follie per l'opera, regia di Mario Costa (1949)
È arrivato il cavaliere, regia di Mario Monicelli e Steno (1950)
Il brigante Musolino, regia di Mario Camerini (1950)
Botta e risposta, regia di Mario Soldati (1950)
L'inafferrabile 12, regia di Mario Mattoli (1950)
Vita da cani, regia di Mario Monicelli e Steno (1950)
Soho Conspiracy, regia di Cecil H. Williamson (1950)
Quel bandito sono io (Her Favorite Husband), regia di Mario Soldati (1950)
Vendetta... sarda, regia di Mario Mattoli (1951)
Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1951)
Tizio Caio Sempronio, regia di Marcello Marchesi, Vittorio Metz e Alberto Pozzetti (1951)
È l'amor che mi rovina, regia di Mario Soldati (1951)
Core 'ngrato, regia di Guido Brignone (1951)
Il tradimento, regia di Riccardo Freda (1951)
Accidenti alle tasse!!, regia di Mario Mattoli (1951)
Amo un assassino, regia di Baccio Bandini (1951)
Guardie e ladri, regia di Mario Monicelli e Steno (1951)
O.K. Nerone, regia di Mario Soldati (1951)
Totò e le donne, regia di Steno e Mario Monicelli (1952)
Totò a colori, regia di Steno (1952)
5 poveri in automobile, regia di Mario Mattoli (1952)
Cani e gatti, regia di Leonardo De Mitri (1952)
Un turco napoletano, regia di Mario Mattoli (1953)
Il più comico spettacolo del mondo, regia di Mario Mattoli (1953)
Cavalleria rusticana, regia di Carmine Gallone (1953)
Le infedeli, regia di Mario Monicelli e Steno (1953)
Perdonami!, regia di Mario Costa (1953)
Giuseppe Verdi, regia di Raffaello Matarazzo (1953)
Violenza sul lago, regia di Leonardo Cortese (1954)
Guai ai vinti, regia di Raffaello Matarazzo (1954)
Proibito, regia di Mario Monicelli (1954)
Totò e Carolina, regia di Mario Monicelli (1955)
Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
La donna più bella del mondo, regia di Robert Z. Leonard (1955)
Donatella, regia di Mario Monicelli (1956)
Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
Padri e figli, regia di Mario Monicelli (1957)
I soliti ignoti, regia di Mario Monicelli (1958)
Ballerina e Buon Dio, regia di Antonio Leonviola (1958)
La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
Risate di gioia, regia di Mario Monicelli (1960)
A cavallo della tigre, regia di Luigi Comencini (1961)
Boccaccio '70 (1962) - segmento Renzo e Luciana
Frenesia dell'estate, regia di Luigi Zampa (1963)
I compagni, regia di Mario Monicelli (1963)
Casanova '70, regia di Mario Monicelli (1965)
I nostri mariti (1966) - segmento Il Marito di Olga
L'armata Brancaleone, regia di Mario Monicelli (1966)
Toh, è morta la nonna!, regia di Mario Monicelli (1969)
Brancaleone alle crociate, regia di Mario Monicelli (1970)
Le coppie, regia di Mario Monicelli (1970)
Vogliamo i colonnelli, regia di Mario Monicelli, (1973)
Romanzo popolare, regia di Mario Monicelli (1974)
Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
Temporale Rosy, regia di Mario Monicelli (1980)
Camera d'albergo, regia di Mario Monicelli (1981)
Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981)
Amici miei - Atto IIº, regia di Mario Monicelli (1982)
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
Le due vite di Mattia Pascal, regia di Mario Monicelli (1985)
Speriamo che sia femmina, regia di Mario Monicelli (1986)
I picari, regia di Mario Monicelli (1988)
Il male oscuro, regia di Mario Monicelli (1990)
Rossini! Rossini!, regia di Mario Monicelli (1991)
Parenti serpenti, regia di Mario Monicelli (1992)
Cari fottutissimi amici, regia di Mario Monicelli (1994)
Facciamo paradiso, regia di Mario Monicelli (1995)
Panni sporchi, regia di Mario Monicelli (1999)
Un amico magico: il maestro Nino Rota (1999) - documentario
Le rose del deserto, regia di Mario Monicelli (2006)
Vicino al Colosseo... c'è Monti, regia di Mario Monicelli (2008) - cortometraggio documentaristico
La nuova armata Brancaleone, regia di Mario Monicelli (2010) - cortometraggio, solo creditoAttore
Rue du Pied de Grue, regia di Jean-Jacques Grand-Jouan (1979)
Sono fotogenico, regia di Dino Risi (1980)
La vera vita di Antonio H., regia Enzo Monteleone (1994)
Il ciclone, regia di Leonardo Pieraccioni - voce (1996)
Sotto il sole della Toscana (Under the Tuscan Sun), regia di Audrey Wells (2003)
Nanà, regia di Giuseppe Varlotta (2004)
SoloMetro, regia di Marco Cucurnia (2007)
L'ultima zingarata, regia di Federico Micali e Yuri Parrettini (2010)
Qui finisce l'Italia, regia di Gilles Coton (2010)Libri e sceneggiature edite
Romanzo popolare, con Age e Scarpelli, Milano, Bompiani, 1974.
La grande guerra, Bologna, Cappelli, 1979.
Cinema italiano. Ma cos'è questa crisi?, Roma-Bari, Laterza, 1979.
Il romanzo di Brancaleone, con Age e Scarpelli, Milano, Longanesi, 1984.
Lorenzo Codelli (a cura di), L'arte della commedia, Bari, Edizioni Dedalo, 1986, ISBN 88-220-4520-3.
Brancaleone alle crociate. Sceneggiatura originale dell'omonimo film di Mario Monicelli, con Age e Scarpelli, Mantova, Provincia di Mantova-Casa del Mantegna-Circolo del cinema di Mantova, 1989.
Presentazione di Aldo Belli, I colori della memoria, Lucca, Pacini Fazzi, 1994.
Prefazione a Antonio Maraldi (a cura di), Fotografi di scena del cinema italiano. Divo Cavicchioli, Cesena, Il ponte vecchio, 2000.
Alberto Pallotta (a cura di), I soliti ignoti, sceneggiatura originale di Age & Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Mario Monicelli, Un mondo a parte, 2002.
Autoritratto, Firenze, Polistampa, 2002. ISBN 88-8304-500-9
Prefazione a Francesca Bianchi, con Luigi Puccini, Dizionario del cinema per ragazzi, Pisa, ETS, 2003. ISBN 88-467-0708-7
L'armata Brancaleone, con Furio Scarpelli, Roma, Gallucci, 2005. ISBN 88-88716-38-6
Prefazione a Nicola Bultrini, con Antonio Tentori, Il cinema della grande guerra, Chiari, Nordpress, 2008. ISBN 978-88-95774-05-3
Capelli lunghi. Storia e immagini di un film mai nato, con Massimo Bonfatti e Franco Giubilei, Reggio Emilia, Aliberti, 2008. ISBN 978-88-7424-358-7
Intervento in Emiliano Morreale, con Dario Zonta (a cura di), Cinema vivo. Quindici registi a confronto, Roma, Edizioni dell'Asino, 2009. ISBN 978-88-6357-008-3
Prefazione a Roberto Gramiccia, Fragili eroi. Ritratti d'artista, Roma, DeriveApprodi, 2009. ISBN 978-88-89969-87-8Note

Bibliografia
Bruno Torri, Cinema italiano. Dalla realtà alle metafore, Palermo, Palumbo Editore, 1973.
Orio Caldiron, Mario Monicelli, Roma, CIES, 1981.
Fabrizio Borghini, Mario Monicelli. Cinquantanni di cinema, s.l, Master, 1985.
Masolino D'Amico, La commedia all'italiana. Il cinema comico in Italia dal 1945 al 1975, Milano, Mondadori, 1985.
Stefano Della Casa, Mario Monicelli, Firenze, La nuova Italia, 1986.
Mario Monicelli, L'arte della commedia, a cura di Lorenzo Codelli, Tullio Pinelli, Edizioni Dedalo, 1986, ISBN 88-220-4520-3.
Aldo Viganò, Commedia italiana in cento film, Recco, Le Mani, 1999. ISBN 88-8012-027-1
Stefano Della Casa, Storia e storie del cinema popolare italiano, Torino, La Stampa, 2001. ISBN 88-7783-134-0
Manola Alberighi, con Jaures Baldeschi e Federico Cioni, Omaggio a Mario Monicelli, Castelfiorentino, Circolo del cinema Angelo Azzurro, 2001.
Leonardo De Franceschi (a cura di), Lo sguardo eclettico. Il cinema di Mario Monicelli, 1ª ed., Venezia, Marsilio Editori, 2001, ISBN 88-317-7763-7.
Maria Coletti, Francesco Crispino e Ivelise Perniola (a cura di), Mario Monicelli, Pesaro, Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus, 2001.
Mariano Sabatini, con Oriana Maerini, Mario Monicelli. La sostenibile leggerezza del cinema, Roma, Edizioni Scientifiche Italiane, 2001. ISBN 88-495-0061-0
Marco Cucurnia, a cura di Carmen Giordano, "Mario Monicelli, l'artigiano di Viareggio", film documento, Directory Media, 2001
Gian Piero Brunetta, Guida alla storia del cinema italiano (1905-2003), Torino, Einaudi, 2003. ISBN 88-06-16485-6
Stefano Della Casa (a cura di), L'armata Brancaleone. Un film di Mario Monicelli. Quando la commedia riscrive la storia, Torino, Edizioni Lindau, 2005. ISBN 88-7180-567-4
Sebastiano Mondadori, La commedia umana. Conversazioni con Mario Monicelli, Milano, Il Saggiatore, 2005. ISBN 88-428-1162-9
Chiara Rapaccini, Le mosche del deserto. Spunti dal set del film Le rose del deserto di Mario Monicelli, Firenze, Maschietto Editore, 2006. ISBN 978-88-88967-64-6
Giacomo Martini et al. (a cura di), Il cinema di Mario Monicelli, Porretta Terme, I quaderni del battello ebbro, 2007.
Adriana Settuario, L'espressione triste che fa ridere. Totò e Monicelli, Napoli-Roma, Graus-Centro sperimentale di cinematografia, 2007. ISBN 978-88-8346-186-6
Ivana Delvino, I film di Mario Monicelli, Roma, Gremese Editore, 2008. ISBN 978-88-8440-477-0
«Quaderni d'Altri Tempi», n. 30, gennaio-febbraio 2011. ISSN 1970-3341
Ottavia Monicelli, Guai ai baci. Così grande, così lontano: ritratto di mio padre, Sperling & Kupfer, 2013 ISBN 978-88-200-5367-3
Alessandro Ticozzi, Ci vorrebbe la rivoluzione! Elementi di riflessione politico-sociale nell'opera di Mario Monicelli, Ravenna, SensoInverso Edizioni, 2016Documentari
Mario Monicelli: A Man, film documento di Gian Luca Valentini per EuropaCinema, Viareggio, 1989
Marco Cucurnia, a cura di Carmen Giordano, Mario Monicelli, l'artigiano di Viareggio, film documento, Directory Media, 2001
I sentieri della gloria - In viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della grande guerra, di Gloria De Antoni, La Cineteca del Friuli, 2005
Mario Monicelli - Il re della commedia all'italiana (2015, regia di Lorenzo Bassi e Franco Longobardi)Altri progetti

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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mario MonicelliCollegamenti esterni

Sito ufficiale, su mariomonicelli.it.
Monicèlli, Mario, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Francesco Bolzoni, MONICELLI, Mario, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
Monicèlli, Màrio, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Mario Monicelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Stefano Della Casa, MONICELLI, Mario, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 75, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
Opere di Mario Monicelli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Mario Monicelli, su Open Library, Internet Archive.
Bibliografia italiana di Mario Monicelli, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.
Mario Monicelli, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
(EN) Mario Monicelli, su Discogs, Zink Media.
(EN) Mario Monicelli, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Mario Monicelli, su INDUCKS.
Mario Monicelli, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
Mario Monicelli, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
(EN) Mario Monicelli, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) Mario Monicelli, su AllMovie, All Media Network.
(EN) Mario Monicelli, su BFI Film & TV Database, British Film Institute.
(EN) Mario Monicelli, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
(DE, EN) Mario Monicelli, su filmportal.de.

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