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Javier Zanetti
1973
età 51




Javier Adelmar Zanetti ([xaˈβje̞ɾ ade̞lˈmar saˈne̞ti]; Buenos Aires, 10 agosto 1973) è un dirigente sportivo ed ex calciatore argentino, di ruolo difensore o centrocampista, vicepresidente dell'Inter.
Ha iniziato la sua carriera in Argentina, prima al Talleres e poi al Banfield. Nel 1995 si è trasferito all'Inter, squadra di cui è stato capitano dal 2001 al 2014, anno in cui ha concluso l'attività agonistica.
Con 1114 partite ufficiali disputate, è quarto nella classifica dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera; è inoltre lo straniero con più presenze in Serie A (615) e il quarto giocatore in assoluto per partite disputate nella suddetta competizione, alle spalle di Paolo Maldini, Gianluigi Buffon e Francesco Totti. È anche il calciatore con più presenze nella storia dell'Inter (858), squadra di cui è il giocatore più vincente, con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA. È inoltre il giocatore con più presenze da capitano in Champions League (82).Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite, cifra che lo rende il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección Albiceleste, con la quale è arrivato in finale di Copa América nel 2004 e nel 2007, e di Confederations Cup nel 1995 e nel 2005.Nel marzo del 2004 è stato incluso da Pelé nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi redatta in occasione del centenario della FIFA, mentre nell'ottobre del 2011, durante la consegna del Golden Foot, ha ricevuto il premio alla carriera come "Leggenda del calcio". Il 9 marzo 2018, in concomitanza col 110º anniversario della fondazione dell'Inter, è stato inserito nella Hall of Fame del club milanese, che già tre anni prima aveva ritirato la sua maglia numero 4.Nel corso della sua carriera si è distinto per sportività e correttezza, guadagnandosi la stima di compagni di squadra, avversari e addetti ai lavori.


Biografia

Di origini friulane (il bisnonno, Paolo Zanetti, era originario della provincia di Pordenone), Javier Zanetti è nato a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, da Rodolfo Ignacio Zanetti e Violeta Bonazzola, ma è in provincia che crebbe, nel sobborgo portuale del Partido di Avellaneda, Dock Sud. Prese il secondo nome Adelmar da un medico che gli salvò la vita da neonato, quando aveva dei problemi di respirazione. È il fratello minore di Sergio, anch'egli calciatore, e poi allenatore dell'Inter Juniores Berretti e successivamente del Lecco.Zanetti è sposato dal 1999 con Paula de La Fuente, conosciuta nel 1991 mentre militava tra le file del Talleres. La coppia ha tre figli: Sol (nata l'11 giugno 2005), Ignacio (nato il 27 luglio 2008), e Tomas (nato il 9 maggio 2012). Padrino della figlia è Ivan Zamorano mentre quello del secondo figlio è Ivan Cordoba.L'argentino ha pubblicato due autobiografie (Capitano e gentiluomo e Giocare da uomo, edite rispettivamente da Rizzoli e Mondadori), ha partecipato come attore al film del regista Piergiorgio Gay Niente paura (2010) ed è stato protagonista del documentario Zanetti Story (2015), diretto da Carlo Sigon e Simone Scafidi.Nell'aprile del 2012 ha aperto nel quartiere Brera di Milano un ristorante insieme a Esteban Cambiasso, il Botinero. Il 14 gennaio 2015 è stato nominato "Ambassador" per Expo.
Impegno nel sociale

Zanetti ha preso parte, talvolta organizzandole in prima persona, a numerose iniziative benefiche. Nel 2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación P.U.P.I., organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires.Per la sua correttezza e lealtà sportiva, per le vittorie conseguite e per l'impegno nel sociale, è stato insignito di diversi riconoscimenti: fra i tanti, l'Ambrogino d'oro nel 2005, il premio Scirea nel 2010 e il premio Facchetti nel 2012.
Caratteristiche tecniche

Puntuale nel recupero di palloni e nell'impostazione del gioco, Zanetti era in possesso di un buon controllo di palla e di eccellenti doti fisiche, tra cui resistenza allo sforzo prolungato e velocità, che lo rendevano abilissimo nella corsa palla al piede, con cui riusciva spesso a superare gli avversari nello slancio per poi tentare il cross dal fondo o il tiro. Per queste qualità è stato soprannominato El Tractor ("il trattore").Nato nelle giovanili dell'Independiente come attaccante esterno, è al Talleres che Zanetti arretra la sua posizione, scendendo in campo da centrocampista, sia di fascia che centrale, e alcune volte anche da terzino, ruolo che successivamente lo consacrò nella sua prima stagione da professionista.Appena arrivato all'Inter, durante la gestione di Ottavio Bianchi ricoprì il ruolo di laterale destro in un 5-3-2, per poi passare come interno destro in un modulo a rombo agli ordini di Roy Hodgson. Con Luigi Simoni il giocatore venne spostato come laterale sinistro di centrocampo. Sotto la guida di Marcello Lippi ritornò a giocare a destra nel centrocampo, come tornante nel 4-4-2; fu Héctor Cúper a fargli ricoprire nuovamente la posizione di terzino destro, lo stesso ruolo che ebbe durante i suoi anni in Argentina. In seguito si consolidò anche come centrocampista centrale e terzino sinistro, prima con Roberto Mancini e poi con José Mourinho. In rare occasioni ha giocato anche nel ruolo di difensore centrale, pur essendovi poco avvezzo.
Carriera
Giocatore
Club
Gli inizi
Cresciuto durante il periodo della guerra sporca, Zanetti si appassionò al calcio da bambino, quando l'Argentina di Mario Kempes e Daniel Passarella vinse in casa il Mondiale 1978. Tuttavia, nel suo quartiere, Dock Sud, non esisteva nessun campo da calcio; sarà suo padre, assieme ad altri genitori di ragazzi del posto, a realizzare un campetto di erba e sabbia, ed è lì che l'argentino inizierà a tirare i suoi primi calci a un pallone, nella formazione della Disneyland.Nel 1982, un dirigente dell'Independiente gli offrì l'opportunità di giocare nella sua squadra, ed egli accettò immediatamente l'offerta, dato che era un tifoso dei Diablos Rojos. Dopo esser sceso in campo per sette anni tra le file dell'Independiente, i dirigenti e i tecnici della squadra decisero di tagliarlo fuori dalla squadra, perché sotto l'aspetto fisico era troppo piccolo e debole.Per più di un anno smise di giocare a calcio, pensando solamente allo studio e al lavoro, dove l'argentino aiutava suo padre nei cantieri, e questo sostegno che offrì al genitore contribuì al suo sviluppo fisico.
Talleres e Banfield
Dietro suggerimento del padre, Zanetti iniziò a cercare un'altra squadra, e l'opportunità gliela offrì il fratello Sergio, che militava nel Talleres. Javier ha aspettato che suo fratello Sergio si trasferisse, perché non voleva passare per raccomandato, e infine ha fatto un provino dove è stato promosso. Durante la sua permanenza a Remedios de Escalada prese il vezzeggiativo Pupi del fratello Sergio appena ceduto, necessario in quanto in squadra oltre a lui, c'erano ben cinque Javier.Nelle giovanili del Talleres giocò da centrocampista in quarta divisione, e le ottime prestazioni lo fecero promuovere in prima squadra. Inoltre il club di Remedios de Escalada gli offrì un contratto da professionista, in quanto Zanetti per guadagnare e aiutare economicamente la famiglia era costretto a lavorare la mattina vendendo il latte. Esordì nel mondo del calcio professionistico il 22 agosto 1992, nel corso della terza giornata di Primera B Nacional, quando subentrò all'80' al posto di Miguel Ángel Fretes, vincendo 2-1 contro l'Instituto Atlético Central Córdoba. Il suo debutto da titolare con i bianco-rossi è avvenuto tre giornate più tardi, quando il 12 settembre il Talleres pareggiò 0-0 in casa dell'Ituzaingó. Ha segnato il suo primo gol in carriera, che tra l'altro è stato anche il primo e l'unico con la maglia del Talleres, il 20 marzo 1993, in occasione di Talleres-Arsenal de Sarandí, finita 1-1. In totale, con la maglia del Talleres, scese in campo 33 volte, venendo schierato per lo più come terzino. A fine campionato venne definito come uno tra i migliori giovani del torneo.Nell'estate del 1993, a vent'anni, approdò nella massima serie, la Primera División, venendo acquistato dal Banfield per 160.000 dollari. Vestì la maglia numero 4, che non abbandonò più, ed esordì con i biancoverdi il 12 settembre 1993 contro il River Plate, in una partita finita 0-0. Chiuse la stagione con 37 presenze, segnando il suo unico gol con la maglia del Banfield il 29 settembre 1993, nel pareggio per 1-1 in casa del Newell's Old Boys. Titolare anche nel campionato successivo, le sue prestazioni gli valsero la convocazione in pianta stabile nella Nazionale argentina di Daniel Passarella.
Inter
1995-2001: gli esordi, la Coppa UEFA e la fascia da capitano

Segnalato da Antonio Angelillo e fortemente voluto dal presidente Massimo Moratti, che rimase impressionato dalle sue doti dopo averlo visionato in una videocassetta mentre giocava nella Nazionale olimpica, fu acquistato dall'Inter il 13 maggio 1995, primo colpo di mercato dell'era Moratti.Definito da Diego Armando Maradona «il miglior acquisto dell'anno», l'argentino esordì ufficialmente in maglia nerazzurra allo Stadio Giuseppe Meazza il 27 agosto 1995, a 22 anni, in occasione di una partita di Serie A contro il Vicenza, vinta dalla sua nuova squadra per 1-0, con una rete di Roberto Carlos, anch'egli al debutto. Il suo esordio nelle coppe europee avvenne pochi giorni più tardi, il 12 settembre in casa del Lugano, dove la sua squadra pareggiò 1-1. Sebbene la legge Bosman non fosse ancora in vigore – pertanto in ogni squadra non potevano scendere in campo più di tre stranieri –, Zanetti ebbe molto spazio.


Affermatosi come titolare, nella stagione successiva contribuì al terzo posto dell'Inter in campionato e all'approdo in finale di Coppa UEFA, persa ai tiri di rigore contro lo Schalke 04; in quest'occasione, in previsione dei rigori, l'allenatore Roy Hodgson sostituì Zanetti con Nicola Berti negli ultimi minuti del secondo tempo supplementare. Zanetti non prese bene la sostituzione, litigando platealmente con Hodgson; i due si chiarirono in seguito.Diversamente andò l'anno dopo: in Coppa UEFA, i nerazzurri guidati dal nuovo allenatore Luigi Simoni approdarono nuovamente in finale, contro la Lazio: la partita fu disputata il 6 maggio 1998 al Parc des Princes di Parigi, e fu vinta dall'Inter per 3-0. Zanetti realizzò la rete del parziale 2-0, vincendo il primo trofeo in nerazzurro dopo tre anni in Italia. In campionato invece, gli uomini di Simoni si classificarono secondi, al termine di un lungo testa a testa con la Juventus.
Il 28 ottobre 1998, nella gara di andata degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Castel di Sangro, Zanetti disputò il suo primo match in nerazzurro con la fascia da capitano al braccio. A partire dal 1999, con il ritiro di Giuseppe Bergomi e la cessione di Gianluca Pagliuca, Zanetti iniziò a indossare la fascia stabilmente, dapprima in vece dell'infortunato Ronaldo e dal 2001 in modo definitivo, anche dopo il completo recupero del brasiliano.Nelle stagioni 1999-2000 e 2000-2001, l'Inter – guidata prima da Marcello Lippi e poi da Marco Tardelli – conquistò rispettivamente un quarto posto e un quinto posto, perdendo la finale di Coppa Italia 1999-2000 e la Supercoppa italiana 2000 contro la Lazio. L'annata 2000-2001 fu caratterizzata negativamente dall'eliminazione ai preliminari di Champions League, a opera dell'Helsingborg, e dalla sconfitta per 0-6 nel derby contro il Milan dell'11 maggio 2001. Al termine della stagione la guida tecnica fu affidata all'argentino Héctor Cúper.
2001-2008: lo scudetto sfiorato con Cúper e le vittorie nell'era Mancini
Agli ordini di Cúper, i nerazzurri ottennero un terzo e un secondo posto in Serie A (perdendo all'ultima giornata il campionato 2001-2002), una semifinale di Coppa UEFA (persa contro il Feyenoord), e una di Champions League (dove furono estromessi dal Milan con un doppio pareggio).
Dopo il quarto posto della stagione 2003-2004 (caratterizzata dall'addio di Cúper, sostituito da Alberto Zaccheroni), la squadra venne rivoluzionata, soprattutto dal punto di vista tattico, sotto la guida del nuovo allenatore Roberto Mancini (che da calciatore aveva giocato spesso contro Zanetti, come in finale di Coppa UEFA nel 1998).

Mancini restò per quattro stagioni alla guida dell'Inter, che dopo sei annate prive di successi tornò a vincere dei trofei: Zanetti arricchì il proprio palmarès con i campionati 2005-2006 (vinto a tavolino a causa dello scandalo Calciopoli), 2006-2007 (conquistato con 97 punti, da cui l'appellativo "Inter dei record") e 2007-2008, le Coppe Italia 2004-2005 e 2005-2006 e le Supercoppe italiane 2005 e 2006. Nella stagione del centenario nerazzurro, Zanetti contribuì all'ultimo degli scudetti conquistati nell'era Mancini con la rete del definitivo 1-1 nello scontro diretto con la Roma, che chiuse la stagione a tre punti dall'Inter.
Gli ottimi risultati nelle competizioni nazionali non furono però confermati in campo europeo, e Mancini, amareggiato per l'eliminazione in Champions League per mano del Liverpool, lasciò l'Inter alla fine della stagione 2007-2008.
2008-2011: l'era Mourinho, il treble e il Mondiale per club
Il successore di Mancini sulla panchina dell'Inter fu il portoghese José Mourinho, reduce da ottime stagioni nel Porto e nel Chelsea. Mourinho allenò l'Inter per due anni; la prima stagione, la 2008-2009, fu caratterizzata dalla vittoria della Supercoppa italiana 2008 (vinta ai rigori con Zanetti autore del penalty decisivo), e del campionato.

Ancora più significativa fu quella successiva, in cui l'Inter vinse la Coppa Italia, il quinto scudetto consecutivo (assist di Zanetti per il decisivo gol di Diego Milito contro il Siena all'ultima giornata) e la Champions League, che mancava da 45 anni nella bacheca interista. Zanetti, alla sua 700ª gara in nerazzurro, alzò per la prima volta la Coppa dei Campioni, e l'Inter divenne la prima e unica squadra italiana a realizzare il treble.Nella stagione 2010-2011 l'Inter fu guidata da Rafael Benítez, con cui vinse la Supercoppa italiana 2010 contro la Roma e la Coppa del mondo per club FIFA, battendo in finale il Mazembe per 3-0. L'Inter si laureò così campione del mondo per la terza volta nella sua storia, e Zanetti contribuì alla vittoria con una rete in semifinale, contro i campioni asiatici del Seongnam. Le vittorie nelle due competizioni furono inframmezzate dalla sconfitta nella Supercoppa UEFA 2010 contro l'Atlético Madrid: i Colchoneros riuscirono a battere l'Inter per 2-0, impedendo ai nerazzurri di centrare il sextuple, ossia la vittoria di tutti e sei i trofei a disposizione nell'anno solare.Il 20 ottobre 2010 Zanetti, a 37 anni e 71 giorni, segnando la rete del provvisorio 1-0 in Inter-Tottenham (finirà 4-3 per i nerazzurri), divenne il calciatore più anziano ad aver mai segnato in Champions League (il record fu poi battuto da Filippo Inzaghi). Il 15 gennaio 2011, nella partita contro il Bologna vinta 4-1 sotto la guida del nuovo allenatore Leonardo, superò il record di presenze di Bergomi in Serie A, 519 gare.L'Inter chiuse il campionato al secondo posto dietro il Milan, conquistando per la decima volta consecutiva l'accesso alla Champions League (nessun'altra squadra italiana è mai riuscita a ottenere, nella storia della competizione, una striscia così lunga di partecipazioni consecutive). In Champions League i nerazzurri, campioni in carica, vennero eliminati ai quarti di finale a opera dello Schalke 04.In Coppa Italia, nella gara di ritorno della semifinale, contro la Roma, disputatasi l'11 maggio 2011 (1-1), giocò la sua partita numero 1000 in carriera. Pochi giorni più tardi, il 29 maggio 2011, i nerazzurri conquistarono la loro settima Coppa Italia, battendo il Palermo per 3-1, e si aggiudicarono contestualmente anche la Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, trofeo assegnato unicamente in questa edizione. Fu l'ultimo trofeo conquistato da Zanetti nella sua carriera da calciatore.

2011-2014: gli ultimi traguardi, l'infortunio e il ritiro

Nelle sue ultime tre stagioni con la maglia dell'Inter, Zanetti non conquistò altri trofei, ma stabilì alcuni record individuali: tra il 2011 e il 2012 superò infatti due primati precedentemente raggiunti da Giuseppe Bergomi, divenendo il giocatore con più presenze nella storia dell'Inter, nonché il nerazzurro più presente nel derby di Milano (Bergomi si fermò rispettivamente a 756 e 44 partite).In Champions League, oltre a toccare quota 100 presenze complessive, divenne il giocatore con più presenze da capitano nella storia della competizione (superando le 77 di Paolo Maldini).Nell'aprile 2013, pochi giorni dopo aver giocato la sua 1100ª partita in carriera, consolidando la sua quarta posizione tra i giocatori con più presenze nella storia del calcio, si procurò la rottura del tendine di Achille del piede sinistro nella partita di campionato persa per 1-0 contro il Palermo. Nonostante la gravità dell'infortunio, che mise in dubbio la prosecuzione della sua carriera calcistica, Zanetti rientrò in campo durante la stagione 2013-2014, l'ultima della sua carriera. L'ultima partita della sua carriera, in cui l'Inter è stata sconfitta per 2-1, è stata contro il Chievo il 18 maggio 2014.Nell'arco dei diciannove anni trascorsi in maglia nerazzurra, Zanetti è sceso in campo 858 volte: in 813 occasioni è partito da titolare (venendo sostituito in 42 partite), giocando per un totale di 73 284 minuti, segnando 21 reti e ricevendo due sole espulsioni. Ha inoltre disputato consecutivamente 137 delle sue 615 partite in Serie A. Essendosi ritirato a 40 anni e 281 giorni, è nella top ten dei giocatori più anziani ad aver mai calcato i campi di Serie A.

Nazionale
Nazionale maggiore
1994-2002: il debutto, le prime competizioni e i due Mondiali disputati
Dopo il Mondiale americano, la Nazionale argentina doveva essere completamente ricostruita. Nel novembre del 1994, a seguito delle buone prestazioni con la maglia del Banfield, l'allora commissario tecnico della nazionale argentina, Daniel Passarella, inserì per la prima volta il nome di Zanetti nella lista dei convocati della Selección.Debuttò con la Nazionale maggiore a Santiago del Cile il 16 novembre 1994, a 21 anni, in una partita amichevole contro il Cile finita 3-0 per l'Argentina.Nel 1995 disputò Coppa re Fahd, torneo amichevole intitolato all'allora re dell'Arabia Saudita, che venne poi assorbito dalla FIFA nell'ambito della Confederations Cup. L'Argentina perse in finale per 2-0 contro la Danimarca. Nell'estate dello stesso anno Zanetti venne anche convocato per la Copa América in Uruguay, in cui l'Argentina uscì ai quarti di finale contro il Brasile, ai calci di rigore.Tre anni più tardi, Zanetti prese parte ai Mondiali 1998 in Francia, debuttando nella competizione mondiale il 14 giugno a Tolosa, contro il Giappone (vittoria per 1-0). Nei quarti di finale la Nazionale albiceleste venne eliminata dai Paesi Bassi, che prevalse sui sudamericani per 2-1. Zanetti giocò da titolare tutte le cinque partite della nazionale argentina, segnando un gol contro l'Inghilterra agli ottavi di finale.Nel 1999, nonostante il nuovo commissario tecnico Marcelo Bielsa avesse completamente rinnovato il gruppo della Nazionale argentina, Zanetti venne convocato per la Copa América in Paraguay. La partita finì 3-1 per l'Argentina. L'Argentina uscì dalla competizione nella fase a eliminazione diretta per mano del Brasile.Venne convocato da Bielsa anche per il Mondiale 2002, disputatosi in Corea del Sud e Giappone. Inserita in un girone con Nigeria, Svezia e Inghilterra, con Bielsa che rivoluzionò quasi interamente tutta la squadra lasciando tuttavia in campo Zanetti, l'Argentina venne eliminata dal campionato mondiale.
2002-2011: le tre finali perse, la deludente Copa América 2011 e il congedo

Il 7 giugno 2003 Zanetti indossò per la prima volta la fascia da capitano della Nazionale in una partita di Kirin Cup contro il Giappone, in cui segnò anche una rete. L'anno successivo fu convocato per la Copa América 2004 in Perù. La nazionale celeste perse la competizione in finale contro il Brasile, ai tiri di rigore (4-2 il finale). Zanetti prese parte anche alla Confederations Cup 2005, in cui Argentina e Brasile si affrontarono nuovamente in finale; il Brasile prevalse 4-1.
Nonostante Zanetti avesse giocato quasi tutte le gare di qualificazione al campionato mondiale 2006 e tutte quelle di Confederations Cup, venne escluso da José Pekerman dall'elenco dei 23 convocati per il campionato mondiale in Germania. Tornò nel giro della Nazionale sotto la guida di Alfio Basile, partecipando alla Copa América in Venezuela. La Selección venne eliminata in finale, a Maracaibo, ancora dal Brasile, che s'impose per 2-1.Divenuto capitano dopo il congedo di Roberto Ayala, nel novembre 2007 Zanetti timbrò la sua 116ª presenza con la maglia dell'Argentina, superando il record di partite giocate per la Nazionale albiceleste appartenuto fino ad allora proprio ad Ayala. Mantenne la fascia fino al 2008, quando il nuovo CT Diego Armando Maradona preferì affidarla a Javier Mascherano.Non convocato da Maradona per il Mondiale in Sudafrica, Zanetti fu tuttavia inserito da Sergio Batista nella lista dei 23 convocati per la Copa América 2011, disputata in casa. Per Zanetti fu la quarta partecipazione al torneo. La squadra venne eliminata ai quarti dall'Uruguay, ai rigori. Zanetti in quell'occasione disputò la 22ª presenza in Copa América, diventando il calciatore argentino con più presenze nella competizione sudamericana, staccando i connazionali José Salomón e Oscar Ruggeri. Fu l'ultima delle 145 partite di Zanetti in maglia albiceleste (138 da titolare); in totale ha giocato 12 329 minuti, segnando cinque reti.

Nazionale olimpica
Tra il 1995 e il 1996, Zanetti, oltre a giocare con la Nazionale maggiore, disputò alcuni incontri con la selezione olimpica.Nel marzo del 1995, a Mar del Plata, in Argentina, si disputò la XII edizione dei Giochi panamericani, i giochi che vedono in competizione atleti dei paesi del continente americano. Nel calcio, la Nazionale olimpica argentina arrivò fino alla finale contro il Messico, vincendo ai rigori. L'Argentina conquistò per la quarta volta l'oro panamericano, con Zanetti che disputò tutte le partite della competizione.Tra il luglio e l'agosto del 1996 ad Atlanta si svolse la XXVI edizione dei Giochi olimpici, e venne disputato il ventiduesimo torneo olimpico di calcio. La Nazionale olimpica argentina, sempre guidata dal commissario tecnico della Nazionale maggiore Passarella, fu formata da calciatori giovani, ma con esperienza, e che poi diventeranno titolari della Nazionale maggiore negli anni successivi, tra cui Zanetti. Il 3 agosto, ad Athens, si disputò la finale del XXVI torneo olimpico fra Argentina e Nigeria, vinta dagli africani per 3-2. La Nazionale argentina conquistò quindi la medaglia d'argento, la prima dopo quella ad Amsterdam del 1928.Nel 2004 ebbe l'occasione di disputare da fuoriquota il torneo olimpico, che poi l'Argentina vinse, ma rifiutò la convocazione per allenarsi con l'Inter.In totale, con la maglia della nazionale olimpica, Zanetti ha giocato 1080 minuti in 12 partite, tutte da titolare e senza mai essere sostituito.
Dirigente
Ritiratosi, nel 2014 è stato nominato vicepresidente dell'Inter da Erick Thohir, presidente del club.
Statistiche
Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 18 maggio 2014.

Cronologia presenze e reti in Nazionale
Vanta 145 presenze in Nazionale, di cui 25 da capitano. Ha segnato 5 reti: 2 in amichevole, una in Kirin Cup, una ai Mondiali e una alle qualificazioni ai Mondiali.A ciò vanno aggiunte 12 presenze nell'Argentina Olimpica.
Record
Durante la sua carriera Zanetti è riuscito a battere diversi record:

Giocatore straniero con più presenze in Serie A, 615.
Giocatore extra europeo con più presenze nelle competizioni UEFA per club, 160.
Giocatore con più presenze in Champions League da capitano, 82.
Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni fino al gol di Inzaghi contro il Real Madrid.
Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.
Giocatore straniero più anziano ad aver giocato una partita di Serie A: in Chievo Verona-Inter del 18 maggio 2014 è sceso in campo a 40 anni e 282 giorni.Nell'Inter
Giocatore con più presenze, 858.
Giocatore con più minuti giocati, 73.284.
Giocatore con più presenze in Serie A, 615, più 3 spareggi.
Giocatore con più presenze in Supercoppa italiana, 7.
Giocatore con più presenze nelle competizioni UEFA per club, 160.
Giocatore con più presenze in UEFA Champions League, 97 più 8 nei preliminari.
Giocatore con più presenze consecutive tra Serie A e Champions League, 167 gare da Milan-Inter 3-4 del 28 ottobre 2006 a Inter-Cska Mosca del 31 marzo 2010.
Giocatore con più presenze nei derby di Milano, 47.
Marcatore più anziano della UEFA Champions League, in Inter-Tottenham 4-3, a 37 anni e 71 giorni.
Marcatore più anziano della Coppa del mondo per club FIFA, in Seongnam-Inter 0-3, a 37 anni e 127 giorni.
Giocatore con più stagioni da capitano (13).
Giocatore più vincente della storia dell'Inter, con 16 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa UEFA e 1 Coppa del mondo per club.
Capitano più vincente della storia dell'Inter, con 15 trofei conquistati: 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League e 1 Coppa del mondo per club.Nella nazionale argentina
Giocatore con più presenze, 145.
Giocatore con più presenze in Coppa America, 22.
Giocatore con più presenze in Confederations Cup, 8.Palmarès

Opere
Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Milano, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-03299-5.
Javier Zanetti, Gianni Riotta, Giocare da uomo, Milano, Mondadori, 2013, ISBN 978-88-04-63351-8.
Javier Zanetti, È tutto scritto. La mia storia in 120 fasce da capitano, Milano, Mondadori, 2014, ISBN 88-04-64648-9.Note

Bibliografia
Nicola Cecere, Il calcio di Javier Zanetti ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, ISSN 2239-2912.
John Foot, Calcio: 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l'Italia, Milano, Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-17-04133-1.
Andrea Monti, Sergio Gavardi, Umberto Zapelloni, Javier Zanetti: c'è solo un capitano, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2014, ISSN 2039-7577.
Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Milano, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-03299-5.
Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 26 (2009-2010), Milano, La Gazzetta dello Sport, 29 ottobre 2012.Videografia
Sfide: Javier Zanetti - Un hombre vertical, Rai 3, 20 febbraio 2015.Voci correlate
Football Club Internazionale Milano
Nazionale di calcio dell'Argentina
Classifica di presenze in Serie A
Classifica di presenze in UEFA Champions League
Statistiche delle competizioni UEFA per club
Calciatori con almeno 100 presenze in Nazionale
Calciatori con almeno 1000 presenze in carriera
FIFA 100
Numeri di maglia ritirati nel calcioAltri progetti

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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Javier ZanettiCollegamenti esterni

(EN, DE, FR, ES, AR) Javier Zanetti, su FIFA.com, FIFA.
Javier Zanetti, su UEFA.com, UEFA.
(EN) Javier Zanetti, su national-football-teams.com, National Football Teams.
(DE, EN, IT) Javier Zanetti, su transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
Javier Zanetti, su calcio.com, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
(DE) Javier Zanetti, su fussballdaten.de, Fussballdaten Verlags GmbH.
(EN) Javier Zanetti, su sports-reference.com, Sports Reference LLC.
(ES) Javier Zanetti, su AS.com, AS.
Javier Zanetti, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
Scheda anagrafica di Javier Zanetti, su aic.football.it, Football.it Srl.

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