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Francesco Guccini
1940
età 84




Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, compositore, scrittore e attore italiano.
Fra i più importanti e popolari cantautori, il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l'LP Folk beat n. 1 (ma già nel 1959 aveva scritto le prime canzoni rock 'n' roll); in una carriera ultraquarantennale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. È anche scrittore e sporadicamente attore, autore di colonne sonore e di fumetti; si occupa inoltre di lessicologia, lessicografia, glottologia, etimologia, dialettologia, traduzione, teatro ed è autore di canzoni per altri interpreti.È ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola dei cantautori italiani; i testi dei suoi brani vengono spesso assimilati a componimenti poetici, denotando una familiarità con l'uso del verso tale da costituire materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Oltre all'apprezzamento della critica, Guccini riscontra un vasto seguito popolare, venendo considerato da molti il cantautore "simbolo", a cavallo di tre generazioni.Fino alla metà degli anni ottanta ha insegnato lingua italiana alla scuola off-campus bolognese del Dickinson College, un liberal arts college con sede centrale a Carlisle, Pennsylvania. Guccini suona la chitarra folk, e la maggior parte delle musiche da lui composte ha come base questo strumento. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con quattro Targhe, due Premi e un Premio Le parole della musica, cui si aggiungono vari altri premi e riconoscimenti. Guccini aveva un fratello minore di nome Pietro, bibliotecario della facoltà di lettere antiche, deceduto il 23 aprile 2011 a Bologna.


Biografia
L'infanzia (1940–1950)
Il cantautore nacque da Ferruccio Guccini (1911–1990), impiegato delle Poste, originario di Pàvana, ed Ester Prandi (1914–2009), casalinga di Carpi, al n. 22 di via Domenico Cucchiari, a Modena, il 14 giugno 1940, dunque quattro giorni dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Di lì a poco, suo padre fu chiamato alle armi (periodo durante il quale passò, all'insaputa del figlio, anche due anni in un campo di concentramento tedesco vicino ad Amburgo); questo evento costrinse il piccolo Francesco ad andare a vivere con la madre presso i nonni paterni, a Pàvana, sull'Appennino tosco-emiliano.Guccini ricorderà più volte nelle proprie opere gli anni dell'infanzia trascorsi sulle montagne dell'Appennino: proprio a Pàvana dedicherà inoltre il primo romanzo Cròniche epafàniche; molte delle sue canzoni attingeranno da questa ambientazione montanara della quale ha più volte dichiarato di andare molto fiero. Un forte senso di appartenenza ai luoghi di origine della sua famiglia, che descriverà nel brano Radici, avrebbe segnato quindi la sua poetica, divenendo un tema ricorrente dei suoi scritti e dei suoi brani, come ad esempio in Amerigo, che narra la storia di povertà ed emarginazione di un prozio emigrante. La fine della guerra riportò Guccini nei luoghi lasciati pochi mesi dopo la nascita; nel 1945 tornò dunque a vivere con la madre a Modena, dove l'anno successivo il padre, ritornato dalla prigionia, riprese il suo impiego alle Poste.
L'adolescenza (1950–1958)
A Modena, descritta con una certa amarezza nella canzone Piccola città, Guccini trascorse la sua adolescenza che avrebbe poi raccontato in Vacca d'un cane, suo secondo romanzo. Intorno allo stesso periodo, iniziò anche a suonare la chitarra. Dopo la scuola dell'obbligo, frequentò l'istituto magistrale Carlo Sigonio (curiosamente nella stessa scuola del tenore Luciano Pavarotti), diplomandosi nel 1958. Questo periodo non viene ricordato con felicità: la "fuga" da Pàvana lo mise di fronte alla realtà modenese contro la quale si mosse anche nei suoi testi. Furono questi anni intensi per la sua formazione culturale e musicale: nacquero in questo contesto le storie delle sue canzoni che guardano alla società e al quotidiano, i racconti e i dubbi per i quali si definì in un verso di Samantha un «burattinaio di parole». Altri riferimenti a Modena si possono trovare in Cencio (Quello che non, 1990), ove Guccini ricorda con toni nostalgici un amico affetto da nanismo.. Nel 1960 si trasferì a Bologna al n. 43 di via Paolo Fabbri nel quartiere della Cirenaica.
Il periodo giovanile e gli inizi nel mondo musicale (1959–1966)
La sua prima esperienza lavorativa di istitutore in un collegio a Pesaro terminò con esito fallimentare, poiché fu licenziato dopo breve tempo. Di ben altro spessore fu invece la sua esperienza alla Gazzetta di Modena: per due anni ricoprì il ruolo di cronista, un'occupazione a sua detta «massacrante, dodici ore di lavoro al giorno per ventimila lire al mese». In redazione ebbe diverse mansioni, prestando attenzione soprattutto alla cronaca giudiziaria; tra i suoi articoli è particolarmente rilevante un'intervista realizzata a Domenico Modugno (reduce da due vittorie consecutive al Festival di Sanremo) nell'aprile del 1960, e proprio l'incontro con il cantautore pugliese spingerà Guccini (già musicista e autore di brani rock'n'roll) a scrivere la sua prima canzone da cantautore, L'antisociale. Nel frattempo frequenta la facoltà di Magistero senza laurearsi.Guccini mosse i primi passi nel mondo della musica come cantante e chitarrista in un'orchestra da balera, di cui facevano parte Pier Farri (che divenne in seguito suo produttore) alla batteria e Victor Sogliani (futuro componente dell'Equipe 84) al sassofono, più un altro chitarrista, Franco Fini Storchi. Il complesso, nato nel 1958, si chiamò dapprima Hurricanes, poi Snakers e infine Gatti, dopo l'unione con i Marino's di Alfio Cantarella: con gli Snakers Guccini scrisse le prime canzoni, Bimba guarda come (il ciel sa di pianto), Roy Teddy Boy, Ancora, Viola come gli occhi di Angelica, rock'n'roll sul modello dei brani di Peppino di Capri e degli Everly Brothers, che, uniti ad alcune reinterpretazioni del periodo, costituirono il repertorio dell'orchestra. Per due anni il gruppo ottenne molti ingaggi, facendo la stagione sulla riviera romagnola e suonando in tutto il nord Italia e anche all'estero: proprio durante alcuni spettacoli in Svizzera Guccini si trovò ad accompagnare come chitarrista Nunzio Gallo, noto vincitore del Festival di Sanremo 1957 con Corde delle mia chitarra (in coppia con Claudio Villa).
La scoperta della musica rock fu fondamentale per la formazione del Guccini cantante. In seguito, con Guccini alla chitarra, Alfio Cantarella e Pier Farri alla batteria e Victor Sogliani al sassofono si formò il gruppo chiamato I Gatti.
Alla fine del 1961 la famiglia Guccini si trasferì a Bologna in via Massarenti, e Francesco (iscrittosi all'Università di Bologna nella facoltà di Lingue) per qualche tempo visse insieme ad Alfio Cantarella. Nel luglio 1962 Guccini partì per il servizio militare, che prestò a Lecce, alla Scuola di Fanteria di Cesano di Roma e a Trieste. Come ricorda egli stesso, si trattò di un'esperienza sostanzialmente positiva. Poco prima della partenza scrisse alcune canzoni, molte delle quali poi cestinò «un po' per pudore un po' per vergogna», ritenendole null'altro che tentativi. Fra queste vi erano La ballata degli annegati e Venerdì santo. Nel frattempo, durante l'assenza di Guccini, I Gatti si erano uniti a un'altra formazione, i Giovani Leoni di Maurizio Vandelli, che nel 1964 diede vita alla ben più nota Equipe 84; terminato il servizio militare, Guccini rifiutò di entrarvi per continuare gli studi, che in seguito abbandonò a un passo dalla laurea (nel 2002 gliene fu conferita una honoris causa in Scienze della formazione). Per la sua maturazione musicale e artistica risultarono decisivi gli ascolti (le «diete musicali», come le definì) del gruppo torinese dei Cantacronache di Fausto Amodei, Sergio Liberovici e Michele Straniero; la sua evoluzione artistica lo portò poi a interessarsi al beat (in quel periodo scoprì Bob Dylan) e compose canzoni come Auschwitz (incisa con il titolo La canzone del bambino nel vento (Auschwitz), È dall'amore che nasce l'uomo, portate al successo dall'Equipe 84, che aveva già inciso L'antisociale a gennaio del 1966, e Noi non ci saremo, incisa invece dai Nomadi. Fecero infatti l'ingresso nella musica leggera in quegli anni anche Dodo Veroli insieme ad altri due ragazzi di Modena che da lì a poco diedero vita ai Nomadi.
Guccini suonava dunque con i Nomadi da una parte e l'Equipe 84 dall'altra.
Il debutto (1967–1971)


Nel 1967 la casa discografica CGD gli propose di partecipare al Festival di Sanremo di quell'anno come autore della parte musicale del brano Una storia d'amore. Per interpretarlo furono scelte due cantanti di questa casa discografica, Caterina Caselli e Gigliola Cinquetti, ma la canzone non superò le selezioni. Come dichiarò Roberto Vecchioni (che, in quel periodo, era uno degli autori della CGD), la casa discografica gli impose due parolieri professionisti, Daniele Pace e Mario Panzeri, per provare a modificare il testo della canzone, un'ingerenza che Guccini tollerò malvolentieri e che lo indusse a rinunciare a ulteriori collaborazioni.
La canzone fu comunque incisa dalle due cantanti: da Gigliola Cinquetti nell'album La rosa nera e da Caterina Caselli in Diamoci del tu. Il primo lavoro della sua carriera di cantautore – Folk beat n. 1 – arrivò qualche mese dopo, nel marzo del 1967. Nel disco, che ebbe un riscontro commerciale molto scarso ("praticamente nullo", affermò Guccini), si intravedono già dei tratti caratteristici del suo stile artistico, con canzoni dagli arrangiamenti scarni e dai temi dolorosi come morte, suicidio, infimità sociale, l'Olocausto e guerra (appare anche un originale esperimento di talking blues "all'italiana", stile che avrebbe poi ripreso in un successivo brano inserito in Opera buffa). Tra le canzoni incise ci furono anche tre di quelle già portate al successo dai Nomadi e dall'Equipe 84: Noi non ci saremo, L'antisociale e Auschwitz ; "Auschwitz" verrà poi tradotta in inglese e riproposta con scarsissimo successo nel 1967 dall'Equipe 84 come lato B del 45 giri con 29th September, pubblicato solo in Gran Bretagna e, molti anni dopo, dal cantautore statunitense Rod MacDonald, nell'album "Man on the Ledge" del 1994.In quello stesso anno, Guccini scrisse un'altra canzone, In morte di S.F., che sarà ridepositata in seguito alla Siae con il titolo mutato in Canzone per un'amica, e con questo nuovo titolo sarà incisa nel 1968 dai Nomadi. Caterina Caselli il 1º maggio 1967, poco dopo l'uscita del disco, lo invitò al programma televisivo Diamoci del tu, presentato insieme a Giorgio Gaber: in quest'occasione, che rappresentò il suo debutto televisivo, cantò Auschwitz; nella stessa puntata, tra l'altro, fu ospite un altro giovane cantautore ancora sconosciuto, Franco Battiato. Per la Caselli, in quel periodo, scrisse molti brani, tra cui Le biciclette bianche, Incubo Nº 4, canzone inserita nel musicarello L'immensità (La ragazza del Paip's), Una storia d'amore e Cima Vallona (ispirata alla strage di Cima Vallona). Furono tuttavia i Nomadi a portare al successo nello stesso anno quella che divenne una delle canzoni più note di Guccini: Dio è morto (fu pubblicata in contemporanea anche da Caterina Caselli, con delle differenze nel testo).
Fu un brano dal testo "generazionale" che per l'universalità del suo contenuto superò ogni confinamento ideologico venendo elogiata addirittura da Papa Paolo VI (fu trasmessa da Radio Vaticana, benché a suo tempo censurata dalla RAI per blasfemia).


L'anno successivo Guccini ritornò in sala di incisione, pubblicando un 45 giri con Un altro giorno è andato/Il bello: la prima, una delle sue canzoni ritenute tra le più caratteristiche, fu incisa di nuovo in versione acustica e con alcune piccole modifiche nel testo nel 1970 e inserita in L'isola non trovata; la seconda invece fu riproposta dal vivo in Opera buffa, dopo essere stata reinterpretata due anni dopo da Lando Buzzanca; nel frattempo Guccini continuò l'attività di autore, continuando a comporre brani per I Nomadi, Bobby Solo, Caterina Caselli e altri artisti. Nel dicembre 1968 vi fu inoltre il suo debutto ufficiale dal vivo, con un concerto tenuto al Centro Culturale la Cittadella della Pro Civitate Christiana di Assisi, un centro culturale cattolico di tendenza progressista. Nel biennio 1967-1968 si distinse anche per il lavoro di pubblicitario nell'ambito del Carosello insieme a Guido De Maria, collaborando agli slogan dell'Amarena Fabbri imperniate sui personaggi "Salomone pirata pacioccone" e il suo aiutante "Manodifata". Sullo stesso personaggio scrisse anche il testo della canzone per bambini, cantata da Le Sorelle, e fece conoscere al grande pubblico, sempre grazie al Carosello, il vignettista Bonvi; in seguito Guccini avrebbe ricordato questo periodo nel testo di Eskimo.Nel 1970 fu la volta di Due anni dopo (registrato nell'autunno del 1969), album dai toni inquieti ed esistenziali, che lasciò da parte le tematiche della protesta (eccetto per Primavera di Praga); fu accostato, per le tematiche e i vocaboli alla poetica leopardiana, mostrando un artista ancora giovanile anche se più maturo dell'album precedente. Il centro narrativo del disco, dalla percepibile influenza francese, è il tempo che passa e la vita quotidiana analizzata nella dimensione dell'ipocrisia borghese. Con questo album ha inizio una collaborazione, che durerà circa un decennio, con la folksinger di origini americane Deborah Kooperman la quale, pur non essendo una vera chitarrista, impreziosirà da quel momento parecchi suoi dischi con caratteristici arpeggi fingerpicking, uno stile allora poco conosciuto e usato nel nostro Paese.

Subito dopo l'uscita di Due anni dopo, Guccini lasciò in Italia, ma senza concludere la relazione, la sua fidanzata Roberta Baccilieri (per la quale aveva scritto Vedi cara) e partì per gli USA insieme a Eloise Vitelli, una ragazza conosciuta al Dickinson College di Bologna dove insegnava (alla quale anni dopo dedicò la canzone 100 Pennsylvania Ave). Conclusasi anche questa relazione, tornò in Italia con la caratteristica barba, che da quel momento non si tagliò più.
Si riconciliò con Roberta Baccilieri e con lei andò in vacanza all'isola di Santorini: è in quest'occasione che fu scattata la fotografia presente sul retro di Stanze di vita quotidiana, usata poi sia per la copertina di Via Paolo Fabbri 43 sia, ancora oggi, per i manifesti pubblicitari dei suoi concerti.

In autunno iniziò le registrazioni di un nuovo disco, e così a undici mesi da Due anni dopo fu pubblicato L'isola non trovata. Il titolo dell'album, che è anche quello di una canzone, è un riferimento a Guido Gozzano; altra citazione letteraria presente nel disco fu quella di J.D. Salinger in La collina. Altri brani di rilievo del disco furono Un altro giorno è andato (reincisa dopo due anni), L'uomo e L'orizzonte di K.D. (Karen Donne, la sorella di Eloise). La notorietà di Guccini iniziò a diffondersi anche al di fuori di Bologna, passando dalle osterie al teatro: fu di questo periodo la sua partecipazione al programma televisivo Speciale tre milioni, dove presentò alcune sue canzoni (tra cui La tua libertà, all'epoca inedita, incisa nel 1971 ma pubblicata soltanto nel 2004 come bonus track dell'album Ritratti), e dove divenne amico di Claudio Baglioni.Nel 1971, dopo alcuni mesi di convivenza, sposò la sua storica fidanzata, Roberta Baccilieri (raffigurata sul retro di copertina dell'album successivo e alla quale dedicò la canzone Eskimo).
Il successo (1972–1980)

Il vero salto artistico e qualitativo si ebbe nel 1972 con Radici, che contiene alcune delle sue canzoni più conosciute; innanzitutto La locomotiva, canzone tratta da una vicenda reale, in cui Guccini affronta il tema dell'uguaglianza, della giustizia sociale e della libertà, ricalcando lo stile di autori di musica anarchica di fine Ottocento. Il filo conduttore dell'album, come suggerisce il titolo, è l'eterna ricerca delle proprie radici, simboleggiata anche dalla copertina del disco dove, sullo sfondo del cortile della vecchia casa di montagna, sono raffigurati sul fronte i nonni e i prozii di Guccini (tra cui anche Enrico, la cui vicenda verrà raccontata anni dopo in "Amerigo").
La critica definì l'album contemplativo e onirico: canzoni come Incontro, Piccola Città, Il vecchio e il bambino, La Canzone della bambina portoghese e Canzone dei dodici mesi sono i brani di maggior rilievo di un lavoro che viene ritenuto tra le sue vette artistiche. Nello stesso anno Guccini porta alla EMI Italiana un giovane cantautore suo concittadino di cui ha ascoltato alcune canzoni che l'hanno colpito: si tratta di Claudio Lolli, con cui in futuro collaborerà nella stesura di due canzoni (Keaton e Ballando con una sconosciuta), che deve proprio a Guccini l'inizio della sua attività artistica.

Nel 1973 fu la volta di Opera buffa, disco registrato all'Osteria delle Dame di Bologna e al Folkstudio di Roma, goliardico e spensierato, che mette in luce le sue qualità di cabarettista, ironico e teatrale, colto e canzonatorio. L'idea di incidere canzoni dal vivo di questo genere in realtà non fu mai accettata di buon grado da Guccini, il quale ebbe perplessità sulla pubblicazione di questo disco e sul brano I Fichi, contenuto nell'album D'amore di morte e di altre sciocchezze.
Nonostante ciò il disco live (con sovraincisioni realizzate in studio) è una testimonianza indicativa del modo in cui Guccini ha sempre affrontato i concerti nel corso della sua carriera. Il suo tipico modo di fare cabaret si rinnova sempre nei suoi spettacoli, che diventano delle vere e proprie esibizioni teatrali in cui il protagonista dialoga e si confronta con il pubblico; questa sua vena cabarettistica è resa evidente in numerose canzoni, come L'avvelenata, Addio, Cirano, Il sociale e l'antisociale, ecc.Seguì l'anno successivo Stanze di vita quotidiana, un album controverso e di difficile ascolto, che riscontrò pareri contrastanti di pubblico e critica.
Il disco, composto da sei lunghi brani malinconici e struggenti, rispecchiò il periodo di crisi profonda che Guccini stava vivendo, aggravata dai continui dissidi con il produttore Pier Farri e ricevette delle critiche impietose: si ricorda soprattutto una dura catilinaria del critico Riccardo Bertoncelli, che senza mezzi termini bollò il cantautore come «un artista finito, a cui non resta più nulla da dire».
Guccini rispose a questa accusa qualche anno dopo, con L'avvelenata.
Solo a distanza di molti anni fu riconosciuto il valore artistico di questo disco. A testimonianza di ciò, il testo di Canzone per Piero fu inserito tra le fonti della prima prova dell'esame di Stato del 2004. Il "tema del saggio" era l'amicizia e Francesco Guccini, a tal proposito, si disse fiero di figurare in mezzo a Dante e Raffaello. Parlando del testo della canzone, si evidenzia come la sua fonte (conscia o inconscia) sia il dialogo di Plotino e Porfirio, contenuto nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nel resto del disco lasciarono il segno vocaboli leopardiani e temi della quotidianità.

Il successo commerciale di Guccini arrivò nel 1976. È l'anno di Via Paolo Fabbri 43, album che sarebbe poi risultato tra i cinque più venduti dell'anno. La voce si fece più matura, decisa e sicura di sé e la struttura musicale dell'LP più complessa dei precedenti. Come risposta alle critiche indirizzate a Stanze di vita quotidiana, soprattutto a quelle di Bertoncelli (citato nella canzone), scrisse come detto L'avvelenata, un brano che evidenzia un Guccini rabbioso e deciso a rispondere "vivacemente" a chi lo aveva aspramente criticato. In seguito Guccini mostrerà una certa ritrosia a eseguire questa canzone dal vivo, in parte perché troppo sponsorizzata dal pubblico e in parte perché a suo dire "datata" nei contenuti. Altra canzone rappresentativa fu quella che diede il titolo al disco. Via Paolo Fabbri 43 è un'astratta descrizione della vita di Guccini nella sua residenza di Bologna, con gli abituali riferimenti ad artisti a lui cari, come Borges e Barthes e una citazione delle "tre eroine della canzone italiana", Alice, Marinella e la «piccola infelice Lilly», una frecciatina amichevole rivolta a De Gregori, De André e Venditti; questa a sua detta, assieme a L'avvelenata e a Il pensionato, è una delle canzoni a cui è più legato. Non mancano nel disco momenti di lirismo: Canzone quasi d'Amore dalla poetica esistenziale è ritenuta da molti un esempio delle vette raggiungibili dal "Guccini poeta". Il suo tratto da cantastorie sarebbe tornato anche ne Il pensionato, ballata che narra di un suo anziano vicino, ma che sarebbe sfociata tra i versi in un excursus sulla triste situazione psicologica di alcuni anziani.L'album successivo, pubblicato due anni dopo, fu Amerigo (1978), la cui canzone più famosa è certamente Eskimo. Tuttavia, Guccini stesso intravide il momento più riuscito proprio nel brano che dà il titolo al disco: una ballata dedicata a uno zio emigrante a lui caro.

Il 6 ottobre 1977 la rivista settimanale Grand Hotel gli dedicò una copertina dal titolo: Il padre che tutti i giovanissimi avrebbero voluto avere; in realtà l'iniziativa avvenne a sua insaputa, come raccontò il vicedirettore del settimanale: «Guccini non sapeva della copertina; l'intervista è stata fatta da un collaboratore che non gli aveva detto che sarebbe finita sul nostro settimanale, ma non penso che per questo Guccini sia andato in bestia». Guccini non fu entusiasta dell'iniziativa, e dichiarò: «Non capisco come gli sia venuto in mente, quel titolo, io scrivo canzoni per un pubblico di trentenni, non capisco come un pubblico di sedicenni appena usciti dal liceo possa trovare delle affinità con le cose che dico». Sempre a questo proposito, si ricorda un episodio curioso: durante un concerto tenuto qualche giorno dopo la pubblicazione dell'articolo, alcuni spettatori delusi iniziarono a schernirlo per essere finito su una rivista femminile, ma Guccini non si scompose e ribatté: «Questo è niente, vedrete quando scriveranno "Liz Taylor grida a Guccini: rendimi il mio figlio segreto"!»Nel frattempo, nello stesso anno, si separò dalla moglie Roberta (scrivendo sulla vicenda la canzone Eskimo) e iniziò una convivenza con Angela, con cui, nel 1978, ebbe una bambina, Teresa (a cui anni dopo avrebbe dedicato le canzoni Culodritto, ed E un giorno...).
Guccini salutò gli anni settanta con Album concerto, registrato dal vivo con i Nomadi. La particolarità di questa raccolta fu l'interpretazione a due voci con Augusto Daolio e la presenza nel disco di canzoni da lui scritte ma mai incise in precedenza: Noi, Per fare un uomo e soprattutto Dio è morto. Il 1979 è anche l'anno della partecipazione di Guccini, il 14 giugno, a 1979 Il concerto - Omaggio a Demetrio Stratos, per ricordare l'amico deceduto pochi giorni prima; durante la manifestazione musicale Guccini canta Per un amico, che è in realtà In morte di S.F. dedicata a Stratos.
Metropoli, viaggi e ritratti (1981–1989)

Guccini aprì gli anni ottanta con Metropolis, album al quale, al pari di Stanze di vita quotidiana, ha affermato di essere meno legato. Il filo conduttore della raccolta è la descrizione di alcune città dal preciso valore simbolico: Bisanzio, Venezia, Bologna e Milano. La storia delle città e soprattutto il disagio della vita nella polis si intrecciano in un gioco di vicende storiche e di rimandi dal significato simbolico. Gli arrangiamenti si fecero più corposi, ormai distanti dagli stereotipi folk; compaiono infatti incroci di sax e chitarra, basso e batteria, zufoli, clarinetti, flauti. Torna il tema del viaggio o meglio ciò che egli definisce «l'impossibilità e l'inutilità di viaggiare». Nel disco Guccini riprese una canzone dell'Assemblea Musicale Teatrale, scritta da Gian Piero Alloisio, Venezia (a cui apporta alcune piccole modifiche al testo). Spicca, fra i brani del disco, Bisanzio, complessa composizione definita da Jachia «commovente e sognante».Bisanzio fu rappresentata da Guccini come un affascinante ma angosciante crocevia al limite tra due continenti e due ere, con toni talvolta apocalittici. Il protagonista stesso, tale Filemazio (in cui molti scorgono lo stesso Guccini), percepisce la decadenza della sua civiltà, in un parallelo con quella occidentale, e l'avvicinarsi della fine.
La canzone è ambientata all'epoca dell'imperatore Giustiniano I (483-565), con molti riferimenti storici a quel periodo, che Guccini stesso ha spiegato più volte; da citare inoltre per il brano l'ispirazione dall'opera Storia segreta di Procopio di Cesarea.
Altri brani degni di nota nel disco furono la poetica Venezia e la ballata Bologna. Nello stesso anno della pubblicazione di Metropolis, Guccini fu autore, con Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Gian Piero Alloisio, dello spettacolo Gli ultimi viaggi di Gulliver, messo in scena dallo stesso Alloisio con Ombretta Colli; sempre nel 1981 scrisse la canzone Parole, incisa da Alloisio nel suo album Dovevo fare del cinema (in cui è presente anche una canzone dello spettacolo, appunto Gulliver, che lo stesso Guccini inciderà nell'album Guccini). Sempre nel 1981 Guccini, dopo averle conosciute al Club Tenco, segnalò a Renzo Arbore le Gemelle Nete, contribuendo al lancio nazionale del duo piemontese.


Anche il successivo disco (Guccini) trattò le stesse tematiche del precedente, tra cui spicca il tema del viaggio e del disagio metropolitano rappresentati in Gulliver e in Argentina. Un brano «classico» di Guccini divenne Autogrill, canzone che narra di un amore sfiorato. Ricercata e particolare risultò essere Shomèr ma mi llailah? ("Sentinella, quanto resta della notte ?") tratta dalla Bibbia (Isaia 21, 11). Altra traccia da ricordare è Inutile, che racconta la giornata passata a Rimini, in marzo, da due fidanzati. Il tour che seguì questo disco fu il primo in cui si esibì con un gruppo: fino ad allora, Guccini si esibiva da solo o accompagnato da uno o due chitarristi (all'inizio dalla Koopermann, poi da Biondini e infine da Villotti e Biondini). Seguì, nel 1984, l'album Fra la via Emilia e il West. Molti dei suoi successi sono qui presentati dal vivo, principalmente da un concerto in piazza Maggiore a Bologna dove Guccini era accompagnato, oltre che dalla band, da ospiti illustri come Giorgio Gaber, Paolo Conte, Lucio Dalla, I Nomadi, Roberto Vecchioni e l'Equipe 84, riformatasi per l'occasione.Il 1987 fu l'anno di Signora Bovary, un album la cui particolarità risiede nelle varie canzoni come ritratti di personaggi della vita di Guccini. Van Loon è suo padre, Culodritto è la giovane figlia Teresa (nata nel 1978), Signora Bovary è lui stesso. La canzone Keaton fu scritta dall'amico cantautore Claudio Lolli, con delle modifiche di Guccini, che la firmò come coautore.
Il disco segnò un importante cambio di rotta, soprattutto per quel che riguarda la composizione musicale. Si tratta di un lavoro raffinato, con melodie e arrangiamenti più complessi.
Colpisce su tutte Scirocco, canzone, tra l'altro, che ha ricevuto vari riconoscimenti; racconta un episodio della vita di Adriano Spatola, detto Baudelaire (poeta amico di Guccini, che lo aveva già citato in Bologna), e della sua separazione da Giulia Niccolai. Nel 1988 Guccini pubblicò un disco di sue canzoni degli anni sessanta riarrangiate per l'occasione con l'aggiunta dell'inedito Ti ricordi quei giorni. Nel titolo citò il romanzo Vent'anni dopo, chiamandolo Quasi come Dumas, che fu registrato dal vivo, nel 1988, al PalaTrussardi di Milano, al Palasport di Pordenone e al Teatro dell'Istituto Culturale dell'Ambasciata d'Italia a Praga. Sempre nel 1988 compose con l'amico Lucio Dalla la canzone Emilia, inserita nell'album Dalla/Morandi e cantata dai due artisti assieme al cantante Gianni Morandi. Il brano fu inserito dallo stesso Guccini nel proprio album Quello che non... (1990) , con un finale leggermente modificato.

Negazioni, amori e dubbi (1990–1999)

Quello che non... (1990) fu un album all'insegna della continuità poetica con il precedente, nel quale Guccini interpretò una raccolta di canzoni tra cui spiccano Quello che non e Canzone delle domande consuete, il cui valore poetico e letterario fu ulteriormente confermato dal premio di "miglior canzone dell'anno" dal Club Tenco. Tre anni dopo (1993) fu la volta di Parnassius Guccinii (dal nome dell'omonima farfalla dedicata al cantante emiliano) dove spicca Samantha, storia di un amore non realizzato a causa delle convenzioni sociali, e Farewell, ballata dal sapore dylaniano: in quest'ultimo brano vi è un omaggio e una citazione diretta della canzone Farewell Angelina di Bob Dylan, della quale viene riportato un verso (The triangle tingles, and the trumpet plays slow) e l'introduzione strumentale iniziale; il titolo a sua volta ricorda la stessa ed è un riferimento alla sua compagna Angela, raccontando la fine del loro amore. Come afferma Jachia, «lo sforzo gigantesco, poetico e culturale, di Guccini è stato quello di aprire la più alta tradizione della poesia italiana alla ballata di derivazione dylaniana».
Del disco facevano parte anche Canzone per Silvia, scritta per Silvia Baraldini, e Acque, seconda canzone su commissione di Guccini (dopo Nené del 1977), richiesta da Tiziano Sclavi e inserita nel film Nero.Tre anni dopo (1996) fu il turno di D'amore di morte e di altre sciocchezze, altro successo di vendite. Intensi e lirici sono i versi di Lettera dedicata a due amici scomparsi: Bonvi e Victor Sogliani.
Tra le canzoni di maggior successo del disco spicca Cirano (scritta da Giancarlo Bigazzi per la musica e da Beppe Dati per il testo, che viene comunque cofirmato da Guccini a causa di modifiche operate), liberamente ispirata alla nota opera teatrale, una canzone che lo stesso Guccini definì di «serietà giullaresca».
Tra le altre si ricordano la goliardica I Fichi (in realtà già presentata in televisione vent'anni prima, nella trasmissione Onda libera su Rai 2, condotta da Roberto Benigni); Vorrei, dedicata alla nuova compagna Raffaella Zuccari; Quattro stracci, che narra dell'amore finito per Angela, ma in maniera molto più dura rispetto a Farewell del disco precedente; Stelle, sul senso d'impotenza e di piccolezza dell'uomo di fronte alle meraviglie del cielo notturno. Nel 1998 la sua casa discografica, la EMI Italiana, per celebrare il suo trentennale, pubblicò una serie di dischi dal vivo dei suoi artisti più rappresentativi, fra cui Guccini Live Collection. Il cantautore diede il benestare alla pubblicazione ma non fu coinvolto nel progetto e si lamentò molto per un vistoso errore grammaticale sulla copertina.
Personaggi e racconti (2000–2010)

Il cantautore inaugurò il XXI secolo con Stagioni, album che ha come tematiche i diversi cicli temporali che attraversano lo scorrere degli anni. Tra i brani Autunno, Ho ancora la forza (scritta con Ligabue), Don Chisciotte (in cui Guccini duetta con il suo chitarrista impersonando il celebre personaggio di Miguel de Cervantes) e Addio, da molti definita una nuova Avvelenata, ma con echi di maturità e dell'universalità del messaggio.
Anche Stagioni e il rispettivo tour ebbero un ottimo successo; in parte inattesa fu soprattutto la grande affluenza di un pubblico molto giovane, che consacrò Guccini come un "artista di riferimento" di tre generazioni.
Si ricordano soprattutto le parole di Cerami che si diceva «stupito, quasi incredulo, e soprattutto felicissimo di vedere migliaia di ragazzini ai suoi concerti.» Il disco uscì anche su vinile, in un'edizione speciale a tiratura limitata. Alcuni brani del disco successivo, Ritratti (2004), sono caratterizzati da dialoghi immaginari con personaggi storici come Ulisse, Cristoforo Colombo, Che Guevara; Odysseus, che apre il disco, ha un testo ritenuto da alcuni tra i migliori della sua carriera, con versi profondi che richiamano la sensazione del viaggio e numerose citazioni.L'album prosegue, passando da Una canzone, fino a un brano dedicato a Carlo Giuliani, il ragazzo deceduto nel 2001 negli scontri del G8 di Genova. L'inedito inserito nel disco (La tua Libertà, 1971) rievoca le atmosfere de L'isola non trovata, mentre il brano Vite, ballata esistenziale tipicamente gucciniana, era da lui già stata composta per poi essere incisa da Adriano Celentano con alcuni tagli atti a ridurne la lunghezza.Ritratti ha fatto rilevare, oltre all'apprezzamento della critica musicale, anche un buon successo di vendite: il CD nel giorno di lancio, balzò subito per due settimane al primo posto della classifica italiana degli album, rimanendovi in totale diciotto settimane.
Nel 2005 uscì il disco dal vivo Anfiteatro Live, registrato l'anno precedente nell'anfiteatro di Cagliari. Il doppio CD è accompagnato anche da un DVD che ripropone integralmente il medesimo concerto.
Le vendite furono ottime: il DVD restò nella classifica ufficiale FIMI per ventidue settimane, al primo posto per un mese. Il 2006 fu un anno in cui si parlò molto di Guccini, e non solo per la sua attività artistica: ricevette infatti un voto in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica Italiana. Fu pubblicata la raccolta tripla celebrativa dei suoi 40 anni di carriera, rappresentata da 47 canzoni presenti nella sua The Platinum Collection. Il 3 aprile dello stesso anno, Guccini, pubblicò per la EMI France Nella Giungla, un brano singolo che tratta del rapimento di Ingrid Betancourt, traduzione di una canzone scritta da Renaud Sechan nel 2005, con musiche di Jan Pierre Bucolo. Sempre nel 2006 presentò la Compagnia Teatrale Pavanese impegnata nella Aulularia di Plauto, da lui tradotta dal latino nel dialetto del suo paese. Il 30 marzo 2007 ricevette a Catanzaro il "Riccio d'Argento" della rassegna Fatti di musica diretta dal promoter musicale Ruggero Pegna, riservato ai più grandi autori italiani; in ottobre uscì invece in libreria la biografia ufficiale di Guccini, "Portavo allora un Eskimo innocente" di Massimo Cotto (Giunti Editore). Nel tour dello stesso anno Guccini presentò una nuova canzone sulla resistenza (Su in collina), che è stata poi inserita nell'album L'ultima Thule.


Parlando di questo disco futuro, Guccini, aveva anche rivelato di aver già scritto una canzone dedicata a Pàvana (Canzone di Notte n. 4) oltre che Il testamento di un pagliaccio che narra delle ultime volontà di un Clown giunto alla sua fine. Il brano fu inserito in scaletta nel tour 2008/2009, ed eseguito per la prima volta nella prima tappa il 20 giugno a Porretta Terme. Con un articolo del 21 aprile 2008, sul giornale La Stampa si diceva che l'autore aveva smesso di fumare e aveva iniziato ad ingrassare a causa dell'astinenza, perdendo, inoltre, l'ispirazione. Guccini, tuttavia, smentì la notizia alla trasmissione Che tempo che fa, il 18 maggio 2008.
Nel marzo del 2010 la Mondadori pubblicò Non so che viso avesse, un'autobiografia di Guccini che contiene, nella seconda parte del volume, un saggio critico curato dal professore Alberto Bertoni. All'interno dell'album Arrivederci, mostro! di Luciano Ligabue è contenuto il brano "Caro il mio Francesco", una dedica del cantautore di Correggio al suo collega, nonché amico, Francesco Guccini. Nel testo traspaiono evidenti critiche nei confronti di una parte dell'ambiente musicale, colpevole di snobismo e incoerenza. Il 28 settembre 2010 è inoltre uscita "Storia di altre storie", nuova raccolta del cantautore modenese, contenente canzoni scelte da Guccini stesso, oltre ad una nota introduttiva firmata da Riccardo Bertoncelli (citato ai tempi de "L'avvelenata"). Nel novembre del 2010 esce l'album Chocabeck del cantante emiliano Zucchero, all'interno del quale è contenuto il brano Un soffio caldo, il cui testo è affidato al cantautore di Pàvana.
Il 2010 è anche l'anno in cui una nuova specie di pianta venne dedicata a Guccini dal botanico Davide Donati: si tratta di un cactus messicano, Corynopuntia guccinii. Divertenti sono le circostanze che hanno portato alla dedica, come racconta Donati: nel 2008, solo, in mezzo ad una piana desertica del Messico, stava ascoltando musica per ravvivare un po' l'esplorazione. Durante "Incontro" di Guccini incontrò la pianta sconosciuta, notando a proprie spese che, grazie alle sue tremende spine, "non perdona e tocca". Nel giugno 2010, quasi in occasione dei 70 anni di Guccini, la pianta schiuse un fiore rosso vino, cosa quasi unica per le Corynopuntia, cactus generalmente a fiore giallo. "Non potevo dedicarla ad altri" scrive Donati nell'articolo botanico.
Le ultime incisioni discografiche (2011 - 2017)

Il 21 aprile 2011 il cantautore ha sposato a Mondolfo in seconde nozze Raffaella Zuccari, sua compagna di vita negli ultimi quindici anni.Nel 2012 Guccini torna in sala d'incisione, cantando nell'album di Enzo Avitabile Black tarantella la parte di testo in dialetto emiliano (scritta dallo stesso cantautore) della canzone Gerardo nuvola ‘e povere, storia della morte bianca di un lavoratore emigrato dal sud in Emilia che si aggiudica il Premio Amnesty Italia come brano che nel 2012 sa meglio scuotere le coscienze e far riflettere sui diritti umani. A giugno il cantautore decide di aderire (con Zucchero, i Nomadi, Laura Pausini, Luciano Ligabue, Cesare Cremonini, Nek e i Modena City Ramblers) al Concerto per l'Emilia, che si è tenuto a Bologna il 25 giugno 2012 allo Stadio Renato Dall'Ara per raccogliere fondi per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Quella sul palco di Bologna è anche l'ultima esibizione live del cantautore.
Nel novembre 2012, dopo una lunga gestazione, è uscito l'album L'ultima Thule. Il disco ha venduto circa 100.000 copie nel solo mese di Dicembre, e a fine 2013 ha conseguito il secondo disco di platino per le oltre 120.000 copie vendute. Nonostante l'ennesimo successo ottenuto e i tutto-esaurito a ogni suo concerto, Guccini ha dichiarato di non volere più né incidere nuovi album né fare concerti, ritirandosi dalla carriera musicale e dedicandosi interamente a quella di scrittore.Nel marzo successivo è uscito anche il dvd "La mia Thule", documentario che racconta attraverso immagini e interviste inedite le fasi di registrazione del disco "L'Ultima Thule" ad opera di Guccini e di tutta la sua band presso il Mulino di Chicon a Pavana. Anche "La Mia Thule" ha riscontrato un ottimo successo, risultando il sesto DVD musicale più venduto in Italia nel 2013 nella relativa classifica FIMI.
Nel 2015 Guccini ritorna a cantare, come ospite nella canzone Le storie che non conosci, di Samuele Bersani e Pacifico, brano il cui ricavato viene interamente devoluto in beneficenza alla Fondazione Lia, per finanziare laboratori di lettura per bambini non vedenti e ipovedenti a Bologna. Sempre nel 2015, il Club Tenco ha deciso di dedicare al cantautore modenese la storica rassegna che organizza ogni anno a Sanremo, chiamata comunemente Premio Tenco. Il 27 novembre esce una nuova raccolta di canzoni in due versioni differenti intitolata Se io avessi previsto tutto questo. La strada, gli amici, le canzoni. La prima versione è denominata Deluxe Edition e conta cinque CD mentre la seconda prende il nome di Super Deluxe Edition e conta ben dieci CD oltre che un libro sul cantautore modenese.
Nel novembre del 2017 esce un nuovo progetto discografico dal titolo L'Ostaria delle Dame.... Il cofanetto (contenente sei CD) porta alla luce tre concerti del cantautore tenuti negli anni 80 all'osteria delle Dame: storico locale di Bologna fondato nel 1970 dall'artista pavanese assieme al sacerdote domenicano Padre Michele Casali. In allegato si può trovare un libro di 80 pagine con foto e testimonianze di tutti protagonisti dell’epoca..

La poetica

La poetica di Guccini, apprezzata al giorno d'oggi da più voci e da celebri autori letterari, è estesa in una vastissima carriera musicale, entro la quale si possono individuare però delle caratteristiche comuni.
Guccini è solito utilizzare diversi registri linguistici, da quello aulico a quello popolare; nei suoi testi si possono trovare citazioni di grandi autori, viene toccata un'enorme quantità di temi per giungere a delle conclusioni morali.Leggendo tra i suoi testi è possibile tracciare le basi del suo pensiero: l'uso di differenti piani di lettura, il suo esistenzialismo, il tono metafisico, i suoi ritratti di personaggi ed eventi.
Guccini e la politica
La sua risaputa vicinanza alla sinistra italiana è stata in più occasioni ripresa dalla stampa in maniera più o meno critica. Lo stesso Guccini esprimerà, nella celebre L'avvelenata, il suo pensiero sui rapporti tra le canzoni e l'azione politica: Se è vero infatti che alcune sue composizioni sono socialmente impegnate, è altrettanto vero che la gran parte dei suoi successi derivano dall'elevato valore artistico e letterario che i suoi brani dimostrano. Tuttavia un personaggio come Guccini non è inscrivibile in un determinato quadro politico istituzionale; egli stesso (come l'amico Fabrizio De André) si definisce anarchico, ma anche socialista di matrice liberale e sostiene di aver votato, in passato, per il PRI e per il PSI, sostenendo i socialisti anche negli anni successivi all'avvento di Bettino Craxi (come risulta da un'intervista del 1985), per poi passare a votare il Pds e i Ds.

In realtà ha frequentemente espresso le sue posizioni, rivolte verso l'area moderata del centrosinistra; ad esempio, ecco quello che ha dichiarato in un'intervista: «Ripeterebbe ancora quel "resistere, resistere, resistere" rivolto mesi fa a Prodi?» «Certo: piuttosto che niente è meglio il piuttosto. Non esistono alternative, se non peggiori». Come vede il Partito Democratico? «Lo vedrei bene, se mai si facesse. Comunque, voto Ds». Ha mai votato Pci? «No, prima di Craxi votavo Psi. Non sono mai stato estremista, anche adesso non amo la sinistra radicale, quella che mette i bastoni tra le ruote al premier». Nell'autunno del 2011, in occasione delle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra di Porretta Terme, il cantautore si schiera a favore del candidato indipendente sostenuto da Sinistra Ecologia e Libertà e questo fatto è stato prevalentemente interpretato come un avvicinamento al movimento politico guidato da Nichi Vendola, anche se in seguito (2014) ha detto di aver votato il PD.
Curiosamente, è risultato uno dei cantanti preferiti anche dai giovani di centro-destra, nonché da Matteo Renzi, da lui criticato, cui ha risposto ironicamente.Nei suoi testi, la presa di posizione politica emerge nelle seguenti canzoni: La locomotiva, (che è allo stesso tempo un racconto storico), Primavera di Praga del 1969, che è una critica dell'occupazione militare sovietica in Cecoslovacchia dell'anno precedente, Piccola storia ignobile del 1976 (canzone a favore della legge sull'aborto), Nostra signora dell'ipocrisia del 1993, Canzone per Silvia del 1993 (dedicata a Silvia Baraldini), Don Chisciotte del 2000, Stagioni del 2000, Canzone per il Che del 2004 (dedicate entrambe a Che Guevara), Piazza Alimonda del 2004 (dedicata agli eventi del G8 di Genova), Il testamento di un pagliaccio del 2012, Su in collina del 2012 (dedicata ai partigiani).

Guccini e la scrittura
Guccini e i libri

Nella sua attività quasi ventennale di scrittore ha pubblicato diversi libri; ha collaborato alla stesura, assieme ad altri autori, di scritti di saggistica e narrativa, interessandosi a svariate tematiche, fra cui quelle relative ai diritti civili (occupandosi del caso di Silvia Baraldini) e all'arte del fumetto.
Guccini si è prestato con buoni riscontri alla scrittura in tutte le sue forme, con excursus nel genere Noir (con Loriano Macchiavelli ha creato il personaggio del maresciallo Benedetto Santovito), oltre a una trilogia di scritti autobiografici, ove spiccano le sue capacità di etimologo, glottologo e lessicografo.Cròniche epafàniche, pubblicato da Feltrinelli nel 1989, è il primo romanzo di Guccini e una delle sue opere di maggior successo. Pur non presentandosi come biografia dell'autore, il libro diventa autobiografico, trattando infatti vicende passate di Pàvana, il paese "simbolo" dell'infanzia del cantautore modenese.
Guccini cerca nel testo di mitizzare ogni suo ricordo, di rendere unico e avvincente ogni racconto tramandatogli dagli anziani dei monti sull'Appennino tosco-emiliano, e i risultati della sua "accuratezza filologica" vengono apprezzati dalla critica. Sono stati dei best seller anche i suoi due romanzi successivi, Vacca d'un cane e Cittanova blues, entrambi riguardanti i diversi periodi della sua esistenza.
Se infatti Cròniche epafàniche racconta l'infanzia e il periodo fanciullesco nella "sua" Pàvana, Vacca d'un cane narra del periodo successivo, quello in cui un Guccini adolescente ormai stabilmente a Modena (città da lui mai veramente amata) scopre di non essere "uno tra tanti", ma contemporaneamente diventò cosciente di come la provincialità della sua città natale massacrata dalla guerra, sarebbe stata un ostacolo per la sua crescita intellettuale. Infatti si trasferì presto a Bologna, che rappresentò la scoperta del mondo, il sogno americano. Ed è quest'ultimo capitolo che è narrato nelle vicende di Cittanòva Blues, che va a chiudere la trilogia autobiografica. Nel 1998 Guccini pubblica il Dizionario del dialetto di Pàvana, la città della sua infanzia, nel quale si può notare tutta la sua capacità di dialettologo e traduttore.Diverse altre opere sono successivamente venute alla luce in collaborazione con Macchiavelli: Macaroni, Un disco dei Platters, Lo spirito e altri briganti, Tango e gli altri. I gialli scritti con lui a quattro mani narrano principalmente delle storie del maresciallo Santovito, diventato un personaggio di punta del giallo italiano, e acquistano dall'affermato giallista i toni classici di questo tipo di opera.
L'influenza di Guccini si nota invece per quanto riguarda la forma della narrazione, la capacità di creare una raffinata costruzione nell'ambientazione storica, le peculiarità linguistiche che ne hanno decretato il successo anche nel mondo della narrativa.
Guccini e il fumetto
Guccini è sempre stato un amante dei fumetti, come testimoniato anche da alcuni testi di canzoni, oltre che autore e sceneggiatore di diversi libri a fumetti come Vita e morte del brigante Bobini detto «Gnicche» disegnato da Francesco Rubino, edito dalla Lato Side, Lo sconosciuto, con le illustrazioni di Magnus, e sceneggiatore di Storie dello spazio profondo, disegnate dall'amico Bonvi, pubblicate a partire dal 1969 sulla rivista Psyco e in seguito ristampate dalla Mondadori e da altri editori.La vicenda raccontata nel libro creato con Rubino è quella vera di un brigante vissuto nella seconda metà dell'Ottocento nelle campagne nei dintorni di Arezzo e nel Casentino; Gnicche (questo nomignolo è anche entrato in un proverbio di quella zona, «Sei peggio di Gnicche»). La particolarità è che Guccini ha l'occasione di comporre alcune strofe in rima che nel fumetto vengono recitate da un contadino cantastorie, Giovanni Fantoni, per raccontare le vicende del brigante; frequenti le parole dialettali.
Dal punto di vista del disegno, Rubino si ispira a fumettisti come Gianni De Luca (ritenuto da alcuni uno dei grandi innovatori del fumetto italiano), e in qualche vignetta ha anche modo di disegnare un cantastorie molto simile a Guccini.
Il volume fu pubblicato nel dicembre del 1980 dalle edizioni Lato Side, e la copertina fu realizzata da Lele Luzzati; non è stato mai più ristampato.
Nel 2008 una caricatura di Guccini firmata Massimo Cavezzali trova posto nel volume I maledetti del rock italiano Segni e suoni di strada da Clem sacco ai 99 Posse (edizioni Del Grifo), catalogo della mostra di tavole originali dedicate ai rinnovatori della scena musicale italiana, con saggi di Vincenzo Sparagna, Luca Frazzi (Rumore), Freak Antoni e Giuseppe Sterparelli ideatore dell'evento.

Guccini e il cinema

L'attività di Guccini nel cinema, come attore o autore di colonne sonore, iniziò nel 1976 e non è mai stata particolarmente intensa ma è comunque costante e si è incrementata negli anni 2000.
La sua prima apparizione come attore fu in occasione del film Bologna. Fantasia, ma non troppo, per violino di Gianfranco Mingozzi del 1976. Si trattava di una puntata della serie televisiva Raccontare la città dedicata a Bologna, nella quale interpretava il poeta cantante Giulio Cesare Croce che, nella trama del film, rivive nei secoli le vicende della città, accompagnando questo percorso con canzoni tratte (in parte o integralmente) da testi originali di Croce. Altri interpreti del film furono Claudio Cassinelli e Piera Degli Esposti che interpretavano entrambi personaggi storici della città.
Come attore ha inoltre partecipato ai film I giorni cantati (1979, regia di Paolo Pietrangeli), la cui colonna sonora contiene la sua canzone Eskimo e Canzone di notte n. 2; Musica per vecchi animali (1989, regia di Umberto Angelucci e Stefano Benni, tratto dal romanzo di quest'ultimo Comici spaventati guerrieri); Radiofreccia (1998, esordio registico del cantautore Luciano Ligabue); Ormai è fatta! (1999, regia di Enzo Monteleone); Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005), Una moglie bellissima (2007) e Io & Marilyn (2009), tutti diretti da Leonardo Pieraccioni., Ignazio (2006, regia di Paolo Pietrangeli). Nel 2013 partecipa al film documentario Alta Via dei Parchi. Viaggio a piedi in Emilia-Romagna, nel quale viene intervistato da Enrico Brizzi nella sua casa di Pavana.
Nella colonna sonora di Nero (1992, regia di Giancarlo Soldi) è contenuta la canzone Acque, mentre come musicista ha scritto la colonna sonora di Nené (1977, regia di Salvatore Samperi).

Filmografia
Fantasia, ma non troppo, per violino (1976)
I giorni cantati (1979)
Amerigo: nascita di una canzone (1979)
Francesco Guccini e i Nomadi: un incontro (Album concerto) (1979)
Le lunghe ombre (1987)
Musica per vecchi animali (1989)
Radiofreccia (1998)
Ormai è fatta! (1999)
Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005)
Una moglie bellissima (2007)
Io e Marilyn (2009)
Il risveglio del fiume segreto (2012)
Francesco Guccini La mia Thule (2013)
Alta Via dei Parchi. Viaggio a piedi in Emilia-Romagna (2013). Film documentario
La linea gialla (2015)Premi e riconoscimenti
Molti i riconoscimenti andati a Guccini per la sua attività artistica:

Nell'ambito della Rassegna della canzone d'autore del Club Tenco, Guccini riceve:
1975 - Premio Tenco per la carriera, insieme a Vinicius de Moraes, Fausto Amodei, Umberto Bindi, Fabrizio De André, Enzo Jannacci
2015 - Premio Tenco per la carriera
1987 - Targa Tenco per il brano Scirocco
1990 - Targa Tenco per il brano Canzone delle domande consuete
1994 - Targa Tenco per l'album Parnassius Guccinii
2000 - Targa Tenco per il brano Ho ancora la forza
Nel 1992 gli viene conferito il Premio Librex Montale "Poetry for Music" per Canzone delle domande consuete.
Dal 1992 al 1997 Guccini ha ricoperto il ruolo di presidente della giuria per l'assegnazione del premio letterario "Ghostbusters"
Nel 1992 un entomologo appassionato alla musica di Guccini scoprì una nuova specie di farfalla nell'Appennino tosco-emiliano e le diede il nome Parnassius mnemosyne guccinii.
Nel 1997 la coppia Guccini-Macchiavelli si aggiudica il Premio Alassio Centolibri - Un Autore per l'Europa, con Macaronì. Romanzo di santi e delinquenti.
Nel 1995 Guccini riceve il premio Tributo ad Augusto Daolio, per la sua partecipazione all'album a scopo benefico Tributo ad Augusto.
Nel 1998 Guccini e Macchiavelli vincono l'edizione annuale del Police Film Festival con Macaronì: romanzo di santi e delinquenti.
Nel 1997 Luciano Tesi e Gabriele Cattani scoprirono un asteroide a cui successivamente diedero il nome 39748 Guccini.
Nel 2000 "Via Paolo Fabbri 43" è diventato anche uno spettacolo teatrale di notevole successo, interpretato da Toni Mazzara e Stefano Dell'Accio, dedicato ovviamente a Francesco Guccini.
Nel 2001 il suo racconto "La Cena" viene inserito nell'Antologia "Racconti italiani del Novecento" (I Meridiani – Mondadori).
Nell'autunno del 2003 Il comune di Carpi (Modena) celebra il quarantennale di carriera di Guccini, dedicandogli la mostra Stagioni di vita quotidiana.
Nel 2004 ha ricevuto la Targa Ferrè, prestigioso premio dedicato al celebre poeta.
Nel 2005 gli viene conferito, nella seconda edizione nazionale, il premio "Giuseppe Giacosa – Parole per la musica".
Il 17 giugno 2006 Guccini vince il Premio Città di San Lazzaro, riconoscimento promosso dall'Amministrazione Comunale e volto a riconoscere il legame con San Lazzaro di Savena di personalità che, «indipendentemente dalla residenza anagrafica», siano riconosciute quali membri della comunità locale.
Il 29 luglio 2006 il Consiglio comunale di Porretta Terme lo nomina Cittadino Onorario per aver dato lustro alla città e a tutta l'alta valle del Reno nonché per il suo particolare impegno civile e morale.
Il 6 agosto 2006 Guccini ha ricevuto, durante il tradizionale Campionato italiano della bugia a Le Piastre, sulla Montagna Pistoiese, il Bugiardino ad honorem. Guccini si era presentato sul palco con la bugia: «Salve, sono Lucio Dalla!».
Nel marzo del 2007 Guccini viene premiato a Catanzaro con il "Riccio d'argento" per il miglior album live d´autore.
Nel giugno del 2007 viene premiato dalla manifestazione "Serravalle Noir 2007" insieme a Loriano Macchiavelli per il romanzo "Tango e gli altri – romanzo di una raffica, anzi tre".
L'8 dicembre 2007 – "Tango e gli altri. Romanzo di una raffica, anzi tre" vince il Premio Scerbanenco con la seguente motivazione: "Imperniato su un lontano delitto dei giorni delle brigate partigiane, il romanzo esprime, con collaudata perizia narrativa, un attualissimo desiderio di non rifuggire le verità della Storia".
Il 15 marzo 2008 a Pistoia Guccini riceve il premio "Ceppo Cultura del Verde".
Il 3 ottobre 2008 a Carpi Guccini riceve il premio Arturo Loria per il libro di racconti "Icaro".
Nel 2010 riceve il Premio Chiara nella categoria Premio Le Parole della Musica. È il primo cantautore a ricevere questo premio.
Nel 2013 riceve il Premio Amnesty Italia con Enzo Avitabile.Onorificenze
I musicisti
Formazione storica Antonio Roveri – Chitarra solista
Alan Cooper – armonica a bocca e Chitarra ritmica
Beppe Carletti – Fisarmonica e Organo
Deborah Kooperman – Chitarre e banjo
Franco Mussida – Chitarre
Ettore De Carolis – Chitarra, violino e arrangiamenti
Massimo Luca – Chitarra
Cosimo Fabiano – Basso
Giorgio Massini – Chitarre, flauto e seconda voce
Tiziano Barbieri – Basso
Ares Tavolazzi – Basso, contrabbasso e Chitarre
Daniele Di Bonaventura – Bandoneón
Maurizio Vandelli – Chitarra folk
Tony Esposito – Percussioni
Toni Marcus – Violino
Jimmy Villotti – Chitarre
Mandrake Som – Percussioni, tumbadoras, campane tubolari
Marva Jan Marrow – ScacciapensieriFormazione attuale Juan Carlos "Flaco" Biondini – Chitarre e seconda voce
Ellade Bandini – Batteria e percussioni
Pierluigi Mingotti – Basso elettrico e contrabbasso
Antonio Marangolo – Sax e percussioni
Roberto Manuzzi – Sax, fisarmonica, armonica a bocca e tastiera
Vince Tempera – Pianoforte e tastieraIn due concerti del 1979 (dai quali è stato poi tratto un disco dal vivo) Guccini è stato accompagnato anche dai Nomadi.

Discografia
Guccini è legato alla EMI Italiana dal 1967, risultando l'artista italiano da più anni sotto contratto con questa casa discografica e il secondo nel mondo dopo Paul McCartney.

Album
1967 – Folk beat n. 1
1970 – Due anni dopo
1970 – L'isola non trovata
1972 – Radici
1974 – Stanze di vita quotidiana
1976 – Via Paolo Fabbri 43
1978 – Amerigo
1981 – Metropolis
1983 – Guccini
1987 – Signora Bovary
1990 – Quello che non...
1993 – Parnassius Guccinii
1996 – D'amore di morte e di altre sciocchezze
2000 – Stagioni
2004 – Ritratti
2012 – L'ultima ThuleRaccolte
2006 – The Platinum Collection
2010 – Storia di altre storie
2015 - Se io avessi previsto tutto questo. La strada, gli amici, le canzoniLive
1973 – Opera buffa
1979 – Album concerto (con i Nomadi)
1984 – Fra la via Emilia e il West
1988 – ...quasi come Dumas...
1998 – Guccini Live Collection
2001 – Francesco Guccini Live @ RTSI
2005 – Anfiteatro Live
2017 - L'Ostaria delle DameNote

Bibliografia
Brunetto Salvarani, Odoardo Semellini, Di questa cosa che chiami vita. Il mondo di Francesco Guccini, Trento, Il Margine, 2007. ISBN 978-88-6089-018-4.
Silvano Bonaiuti, con Maria Rosa Prandi, Scusi, è questo il mulino dei Guccini?, Porretta Terme, L'arcobaleno, 2007. ISBN 978-88-903017-0-4.
Annalisa Corradi, Francesco Guccini. Le cose più belle. [Ritagli di parole, ricordi, immagini e provocazioni], Reggio Emilia, Aliberti, 2008. ISBN 978-88-7424-139-2.
Claudio Bernieri, Non sparate sul cantautore, II, Padri, padroni, leader carismatici. I cantautori delle scuole di Bologna, Milano, Roma, Milano, Mazzotta, 1978. ISBN 88-202-0227-1.
Michele Straniero (a cura di), Canzoni di Francesco Guccini, Milano, Lato Side, 1979.
Vincenzo Mollica (a cura di), Francesco Guccini, Milano, Lato side, 1981.
Massimo Bernardini, Guccini, Padova, F. Muzio, 1987. ISBN 88-7021-429-X.
Anna Caterina Bellati (a cura di), Francesco Guccini. Dietro a frasi di canzoni, Milano, C. Lombardi, 1993. ISBN 88-7799-033-3.
Catherine Danielopol, Francesco Guccini. Burattinaio di parole, Bologna, Clueb, 2001. ISBN 88-491-1646-2.
Paolo Jachia, Francesco Guccini. 40 anni di storie, romanzi, canzoni, Roma, Editori Riuniti, 2002. ISBN 88-359-5306-5.
Roberto Festi e Odoardo Semellini (a cura di), Francesco Guccini: stagioni di vita quotidiana, Carpi, Comune, 2003.
Andrea Sanfilippo, Francesco Guccini. Storie di vita quotidiana. Un'autobiografia poetica, Foggia, Bastogi, 2004. ISBN 88-8185-632-8.
Gian Carlo Padula, Dio non è morto. L'altro volto di Francesco Guccini, Foggia, Bastogi, 2007. ISBN 978-88-8185-972-6.
Gemma Nocera, Le parole di Francesco Guccini. Romanzi, poesie, storie e ballate nelle canzoni di un poeta cantautore, Torino, G. Zedde, 2009. ISBN 978-88-88849-40-9.
Gianluca Veltri, Francesco Guccini. Fiero del mio sognare, Roma, Arcana, 2010. ISBN 978-88-6231-116-8.Voci correlate
Claudio Lolli
Club Tenco
Pàvana
Filmografia e bibliografia di Francesco Guccini
Discografia di Francesco Guccini
Cròniche epafànicheAltri progetti

Wikiquote contiene citazioni di o su Francesco Guccini
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco GucciniCollegamenti esterni
Sito ufficiale, su francescoguccini.it.
(EN) Francesco Guccini, su Internet Movie Database, IMDb.com.

Francesco Guccini, su discografia.dds.it, Discoteca di stato.
(EN) Francesco Guccini, su Discogs, Zink Media.
(EN) Francesco Guccini, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.

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