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Claudia Cardinale
1938 N




Claudia Cardinale, all'anagrafe Claude Joséphine Rose Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938), è un'attrice, cantante e attivista italiana.
Annoverata tra le più celebri interpreti della storia del cinema italiano, durante la sua lunghissima carriera, durata più di sessant'anni, ha recitato in una vasta gamma di generi cinematografici, dai film drammatici a quelli storici, dalle commedie ai western, avendo circa 130 film al suo attivo.



Carriera
È stata definita l'attrice italiana più importante emersa negli anni sessanta ed è stata l'unica a conseguire una notorietà internazionale paragonabile a quella di Sophia Loren o di Gina Lollobrigida, entrambe facenti parte della precedente generazione di attrici negli anni cinquanta. La stampa internazionale l'ha spesso definita la donna più bella del mondo durante quel decennio.La sua «bellezza in pari tempo solare e notturna, delicata e incisiva, enigmatica e inquietante» è stata utilizzata e valorizzata dai maggiori autori dell'epoca d'oro del cinema italiano del XX secolo. Si ricordano in particolare le sue interpretazioni per: Mario Monicelli (I soliti ignoti), Luchino Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell'Orsa...), Federico Fellini (8½), Mauro Bolognini (Il bell'Antonio, La viaccia, Senilità, Libera, amore mio!), Valerio Zurlini (La ragazza con la valigia), Luigi Comencini (La ragazza di Bube), Sergio Leone (C'era una volta il West), Luigi Zampa (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), Luigi Magni (Nell'anno del Signore) e Damiano Damiani (Il giorno della civetta). Nel febbraio 2011, il quotidiano statunitense Los Angeles Times l'ha nominata tra le 50 donne più belle della storia del cinema di tutti i tempi.
Oltreoceano ha raggiungo un grande successo di pubblico, contribuendo alla diffusione della Settima arte e affiancando alcuni degli attori hollywoodiani più brillanti: John Wayne, Sean Connery, Henry Fonda, Eli Wallach, Orson Welles, Anthony Quinn e tanti altri ancora.
Come le altre attrici della sua generazione, ha incarnato un nuovo modello femminile, una donna volitiva e battagliera, che vuole essere libera e indipendente, afferma la proprietà di se stessa e aspira a un ruolo paritario nei rapporti affettivi e professionali.Nel 1984 vince il Premio Pasinetti alla miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per Claretta. Ha inoltre vinto il Leone d'oro alla carriera, l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello, 5 Nastri d'argento e 3 Globi d'oro, e innumerevoli altri premi (tra competitivi e onorari).
Compagna per oltre un decennio del produttore cinematografico Franco Cristaldi, principale artefice della sua carriera, dalla metà degli anni settanta è stata legata al regista Pasquale Squitieri e dalla fine degli anni ottanta risiede stabilmente in Francia. Ha due figli, Patrick e Claudia junior. Nel 1979 diventa nonna per la prima volta. Parla fluentemente cinque lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo e arabo tunisino (oltre che il siciliano).

Biografia
Le origini

I suoi genitori, Yolanda Greco e Francesco Cardinale, erano nati in Tunisia, figli di emigranti siciliani. Claudia era la primogenita in famiglia, e aveva una sorella di nome Blanche e due fratelli di nome Bruno e Adriano. La madre, originaria di Trapani, con la famiglia, madre, padre, le sorelle Maria, Dina e Rita, e i due fratelli Saverio e Andrea, si trasferì a La Goletta, dove si era stabilita una grande comunità di italiani. I nonni paterni erano invece commercianti di Isola delle Femmine, trasferitisi poi in Tunisia quando era un protettorato francese. Pur essendo stati entrambi i genitori educati in scuole francesi, il radicamento nella terra d'origine era tale che il padre, ingegnere tecnico delle ferrovie, scelse di mantenere la nazionalità italiana invece di prendere quella francese, che avrebbe facilitato la vita della loro famiglia, soprattutto durante gli anni della seconda guerra mondiale, quando l'alleanza dell'Italia fascista con il regime nazista fece emergere un certo anti-italianismo. Proprio per rispetto della scelta del padre, quando la Cardinale nella maturità si è stabilita in Francia ha preferito rimanere a sua volta italiana. Agli inizi degli anni cinquanta ha vissuto per qualche tempo dai parenti a Trapani.
Le sue lingue native sono l'arabo tunisino, il francese e il siciliano, appreso dai suoi genitori. Fino all'età di sedici anni non parlava bene l'italiano. Cominciò a impararlo meglio quando si avviò la sua carriera di attrice. Claudia Cardinale fu educata insieme alla sorella Blanche, minore di un anno, nella scuola di suore di Saint-Joseph-de-l'Apparition a Cartagine, ma la sua irrequietezza le costò continue punizioni. In seguito studiò alla scuola Paul Cambon, dove ottenne il diploma con la prospettiva di diventare maestra. Era un'adolescente controversa, silenziosa, bizzarra e selvaggia; come tutte le ragazze della sua generazione era affascinata da «BB», Brigitte Bardot, esplosa nel 1956 con E Dio creò la donna di Roger Vadim.
Il suo primo contatto con il mondo del cinema è stata la partecipazione, insieme alle compagne di scuola, a un cortometraggio del regista francese René Vautier, Anneaux d'or, presentato con successo al Festival di Berlino. Fu sufficiente l'unico primo piano di quel film per farla diventare una celebrità locale ed essere richiesta dal regista Jacques Baratier per girare la pellicola I giorni dell'amore, con protagonista l'attore egiziano Omar Sharif: una proposta che accettò con riluttanza, recitando in un ruolo di secondo piano (per la protagonista la produzione voleva un'attrice di nazionalità tunisina).Ma la svolta determinante fu nel 1957, durante la Settimana del cinema italiano a Tunisi organizzata dall'Unitalia-Film, quando vinse in modo del tutto involontario e inconsapevole il concorso per la «più bella italiana di Tunisia», tenutosi a Gammarth, che le valse in premio un viaggio a Venezia durante la Mostra del cinema. Al Lido l'affascinante diciottenne non passò inosservata agli occhi dei molti registi e produttori presenti.


Accettò l'offerta di frequentare il Centro sperimentale di cinematografia di Roma (sua maestra di dizione fu Tina Lattanzi), ma fu un'esperienza breve e insoddisfacente, che mise in evidenza una scarsa attitudine al mestiere di attrice (acuita dalle difficoltà con la lingua italiana), ma anche una straordinaria fotogenia. Abbandonò gli studi dopo un solo trimestre e decise di ritornare a casa, guadagnandosi il servizio di copertina del settimanale popolare Epoca per questa sua scelta inaspettata di rifiutare l'avventura del cinema.Tornata a Tunisi, fece l'inattesa scoperta di essere incinta, risultato di una drammatica esperienza personale: una breve, dolorosa esperienza con un uomo più vecchio di lei di una decina d'anni, che un giorno la obbligò a salire nella sua macchina e la stuprò.
Decisa a non abortire, trovò una via di salvezza nella proposta di un contratto di esclusiva da parte della casa di produzione Vides di Franco Cristaldi. È questo l'inizio, non desiderato ma imposto dalle circostanze, della sua carriera cinematografica.
Gli inizi in Italia
Il suo primo film italiano è I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, nel quale ha interpretato il piccolo ruolo di Carmelina, una ragazza segregata in casa dal fratello: il primo di tanti ruoli di donna siciliana, a cui il suo aspetto mediterraneo (adatto a essere tanto aristocratico, quanto contadino) sembrava destinarla. Il film ebbe un enorme successo e la Cardinale diventò immediatamente riconoscibile, addirittura già presentata da alcuni giornali come «la fidanzata d'Italia».Seguirono altri due film, 3 straniere a Roma di Claudio Gora e La prima notte di Alberto Cavalcanti, durante i quali nascose la gravidanza fino al settimo mese, in uno stato di profonda depressione con pensieri suicidi.
Fu poi scritturata per Il magistrato, dove si confrontò anche con attori spagnoli come José Suárez: il film, diretto da Luigi Zampa, tratta temi delicati come corruzione, povertà sociale, omertà, ricatti.
Prese parte alla produzione inglese Su e giù per le scale, di Ralph Thomas.
Quando ormai non poteva più nascondere la gravidanza, chiese a Cristaldi l'interruzione del contratto per potersene andare: ma lui capì il problema, l'aiutò ad affrontare la famiglia e la mandò a Londra a partorire, lontana dall'attenzione della stampa, con la scusa di dover imparare l'inglese per un film. Grata della comprensione da parte del produttore, rimase sconvolta quando le impose di non rivelare la maternità: se l'avesse fatto, secondo la visione di Cristaldi avrebbe tradito il pubblico ed egli avrebbe messo fine alla carriera dell'attrice. La Cardinale aveva con Cristaldi un contratto all'americana, che la vincolava in ogni aspetto della vita, compresa la propria immagine, privandola di qualsiasi capacità di autodeterminazione: «Non ero più padrona né del mio corpo né dei miei pensieri. Persino a un'amica era rischioso raccontare qualcosa che prendesse le distanze dalla mia immagine pubblica, perché poteva essere divulgato, mettendomi nei guai. Tutto era in mano alla Vides».Per sette anni conservò il segreto al pubblico e a suo figlio Patrick, cresciuto in famiglia come un fratello, finché un giornale scandalistico non scoprirà la verità e la Cardinale deciderà di narrarla, con liberazione, al giornalista Enzo Biagi, in un articolo pubblicato su Oggi e L'Europeo.

Il primo ruolo importante della sua carriera è in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi. Grazie alla sapiente direzione del burbero e laconico regista-attore, con il quale nacque un'immediata affinità tra due caratteri simili, la Cardinale cominciò a imparare veramente che cosa sia la recitazione e a sentirsi a proprio agio davanti alla macchina da presa. Si tratta della sua prima vera prova di attrice, per la quale ricevette una lusinghiera recensione da parte di Federico Fellini («Una Cardinale che io mi ricorderò per un pezzo. Quegli occhi che guardano con gli angoli accanto al naso, quei capelli bruni lunghi e spettinati (...) quel viso di cerva, di gatta, e così passionalmente perduta nella tragedia»). Un'altra recensione fondamentale venne fatta da parte di Pier Paolo Pasolini, che progressivamente non fece che accentuare le sue sicurezze nel continuare il percorso artistico.

1960-1961: Mauro Bolognini e Valerio Zurlini
La maternità nascosta le faceva condurre una vita sempre più appartata, impedendole di vivere a pieno la parte pubblica: la sua esistenza si riduceva al solo dovere, a un lavoro serrato e ininterrotto, con un film dietro l'altro (sono cinque i film datati 1960 a cui ha partecipato), Il bell'Antonio di Mauro Bolognini, la faraonica megaproduzione internazionale Napoleone ad Austerlitz di Abel Gance con Vittorio De Sica, Audace colpo dei soliti ignoti diretto da Nanni Loy, continuazione de I soliti ignoti, il primo incontro professionale con Luchino Visconti in Rocco e i suoi fratelli e I delfini di Citto Maselli. La strategia di Cristaldi era quella di farle girare piccoli ruoli, ma con i più grandi autori.
Entrambi ottengono un meritato riscontro positivo, ed è proprio il primo, il pluripremiato Rocco e i suoi fratelli, che racconta uno spaccato di vita reale e tagliente, oltre ad essere considerato uno dei maggiori capolavori del Maestro, rientra nella celebre lista dei 100 film italiani da salvare.
La successiva tappa professionale è segnata dall'incontro con Mauro Bolognini. È l'inizio di un fortunato rapporto professionale e privato che dette vita a cinque film, fra i quali alcuni tra i preferiti, come Senilità, Libera, amore mio! e soprattutto La viaccia. «Con lui, dietro la macchina, ancora una volta, come con Germi, mi sono sentita sicura di me», «Considero Mauro Bolognini un grandissimo regista: un uomo di rara sapienza professionale, di grandissimo gusto e cultura. Oltre che, per me personalmente, un amico sensibile e sincero».
Nei film di Bolognini, la Cardinale incarna la figura della donna come perdizione per l'uomo, la mantide religiosa, grazie alla sua grande femminilitàDurante le riprese de Il bell'Antonio, la star della Dolce vita Marcello Mastroianni si innamorò di lei che, pur attratta dal suo fascino gentile, lo respinse perché non lo prese sul serio, considerandolo uno di quegli attori che non possono fare a meno di innamorarsi delle loro compagne di lavoro. Mastroianni, anche a distanza di molti anni, le rinfaccerà di non aver creduto all'autenticità dei suoi sentimenti. Malgrado il dispiacere di Bolognini per la situazione, l'atmosfera di tensione tra i due interpreti si rivelò ideale per trasmettere quella fra i personaggi del film.


Il successivo lavoro con Bolognini, La viaccia, le fece incontrare Jean-Paul Belmondo, con il quale girò poi l'avventuroso Cartouche (1962), il film che la rese popolare in Francia e durante il quale ebbe una piccola storia d'amore con Belmondo.Un vero e proprio «film della vita» è La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini, che mise in scena involontariamente la parte più dolorosa della sua vita reale: il figlio nascosto, e le permise un'identificazione totale con il personaggio della ragazza-madre Aida, tanto che dopo il film le servirono un paio di mesi per liberarsi dal coinvolgimento.
Il regista la scelse, contro il parere di tutti, per un personaggio così difficile quando lei non era ancora considerata una «vera» attrice. Come Germi, le si metteva accanto durante la lavorazione: «Zurlini era di quelli che amano molto le donne: aveva una sensibilità quasi femminile. Mi capiva da uno sguardo. Mi ha insegnato tutto, senza impormi niente. (...) Mi ha voluto veramente bene». Con lui nacque una vera amicizia, basata su una profonda comprensione reciproca.

Tanto La viaccia di Bolognini quanto La ragazza con la valigia di Zurlini furono selezionati in concorso per il Festival di Cannes 1961. Alla Croisette l'attrice ventiduenne non era ancora paragonabile alle due dive italiane presenti: Sophia Loren (che vinse il premio per la migliore interpretazione femminile con La ciociara) e Gina Lollobrigida. Ma secondo alcuni giornali poteva essere un'antagonista di Brigitte Bardot: la rivista francese Paris Match le dedicò una copertina intitolata «La chiamano già CC. È Claudia Cardinale la giovane rivale di BB».Nel 1962 la Cardinale realizzò l'intervista con Alberto Moravia nella quale lo scrittore si concentrò esclusivamente sul suo corpo, trattandola come un oggetto; ma lei trovò adeguato che le si chiedesse solo di quello che è lo strumento dell'essere attrice: «Io usavo il mio corpo come una maschera, come rappresentazione di me stessa». L'articolo, pubblicato su Esquire con il titolo The next goddess of love, fu pubblicato in tutto il mondo e poi ampliato in un libro intitolato La dea dell'amore, pubblicato nel 1963. L'attrice si rese conto, con un certo divertimento, che il suo prorompente aspetto fisico (1,70 cm distribuiti su curve esuberanti) metteva a disagio lo scrittore, il quale la trovò simile ai personaggi femminili dei suoi romanzi. Qualche anno dopo, la Cardinale interpreterà proprio uno di essi nel film Gli indifferenti, tratto dall'omonimo romanzo.

L'attrice e il produttore: il rapporto con Franco Cristaldi
Il rapporto professionale con il produttore Cristaldi, dopo un paio di anni dall'inizio del contratto con la Vides, progressivamente divenne anche personale. La Cardinale era consapevole che questo legame non avrebbe avuto prospettive di ufficializzazione e, almeno per un certo periodo, era dolorosamente consapevole di rappresentare lo stereotipo dell'avventura del produttore con l'attrice.
In seguito ha sostenuto di non essersi mai sentita davvero la compagna di Cristaldi, perché è sempre stata in una posizione subordinata rispetto al produttore, «Cenerentola gratificata dalla sua generosità» per l'aiuto da lui dato nel momento critico della gravidanza segreta, ma schiacciata da un rapporto personale per lui impossibile da scindere da quello lavorativo, che gli permetteva di tenerla costantemente sotto controllo attraverso lo staff personale (formato da responsabile stampa, segretaria e autista), facendola sentire prigioniera in una torre d'avorio e ricordandole sempre che l'aveva creata e gli apparteneva. Hanno condotto vite separate, tranne che durante brevi viaggi, e lei non l'ha mai chiamato Franco, ma solo Cristaldi. Infine la crescente insofferenza di lei portò alla rottura.
1963, l'anno della consacrazione: Visconti, Fellini e Comencini
Il 1963 ha rappresentato un anno cruciale per la carriera della Cardinale: ha avuto l'irripetibile occasione di lavorare contemporaneamente con due dei maggiori maestri del cinema italiano in film-simbolo della loro carriera. Ha partecipato a Il Gattopardo di Luchino Visconti e a 8½ di Federico Fellini, sperimentando come due artisti possano essere dei geni in maniera totalmente diversa, perché seguono strade, istinti e metodi addirittura opposti.
Sul set di Visconti il clima era quasi religioso: si viveva solo per il film, lasciando fuori il mondo esterno.
Tanto Visconti aveva bisogno del silenzio per lavorare, quanto Fellini aveva bisogno di essere immerso nella confusione. Con il primo era impossibile cambiare una virgola, con il secondo il clima era di improvvisazione totale, anche se poi non ci si accorgeva di essere trasportati dove lui voleva.

Visconti, che con il ruolo di Angelica le ha fatto «il più bel regalo della mia vita d'attrice», aveva il vezzo di parlarle in un ottimo francese, imparato quando era assistente di Jean Renoir. Fellini invece la coinvolgeva in lunghe passeggiate e chiacchierate.
Entrambi erano molto teneri con lei e la chiamavano con lo stesso diminutivo affettuoso: Claudina. «Luchino ha fatto e farà parte per sempre della mia vita: è nei miei pensieri, nei ricordi, nei sogni, ma lo ritrovo persino più concretamente, materialmente, nel viso e nello sguardo che ho oggi, nelle mie mani...»; «Con Federico ho girato un solo film. Mi ha fatto sentire il centro del mondo: la più bella, la «più speciale» di tutte, la più importante».Fellini fece esprimere al proprio alter ego Mastroianni una reverente dichiarazione d'amore all'attrice («Quanto sei bella, mi metti in soggezione, mi fai battere il cuore come un collegiale. Che rispetto vero, profondo, comunichi».) e la trasformò in una sorta di ideale femminile salvifico, l'interprete ideale della "ragazza della fonte": «bellissima, giovane e antica, bambina e già donna, autentica, misteriosa». È stato il primo a volerla non doppiata: per lui, ogni differenza è poesia, compresa quella voce caratteristica che, per merito suo, viene finalmente rivelata sul grande schermo, aggiungendo ulteriore fascino a quello già irresistibile derivato dall'intensità dello sguardo e dalla bellezza dei tratti.
Entrambi i film parteciparono con successo al Festival di Cannes: Il Gattopardo conquistò trionfalmente la Palma d'oro, mentre 8½ fu presentato fuori concorso. La Cardinale presenziò sulla Croisette solo il tempo sufficiente per la storica fotografia sulla spiaggia in compagnia dei "tre gattopardi": Luchino Visconti, Burt Lancaster e un vero ghepardo.

Se l'interpretazione di Angelica nel Gattopardo e la breve apparizione nel ruolo di sé stessa in 8½ segnarono la sua definitiva consacrazione come stella di prima grandezza, la sua prima vera interpretazione con la propria voce, nel film La ragazza di Bube di Luigi Comencini (che segue saggiamente l'esempio di Fellini), le valse il primo importante riconoscimento al suo lavoro di attrice: il Nastro d'argento per la migliore attrice.
Anche quello con Comencini è un incontro importante: «Luigi Comencini è un altro di quelli che mi ha capita subito, senza parole. (...) Ci siamo parlati poco anche mentre giravamo insieme: a me non servono le parole del regista, mi serve sentirmi capita, amata da lui. E lui mi ha sempre amata e capita».Sempre nel 1963 partecipò al suo primo film americano (seppur girato in Italia): La Pantera Rosa di Blake Edwards, che ottenne un incredibile successo al botteghino, nel quale recitò accanto ad attori famosi come Peter Sellers, Capucine, Robert Wagner e David Niven, dall'eccezionale humour, che coniò per lei il complimento «la più bella invenzione italiana... dopo gli spaghetti!». A distanza di trent'anni, ritrovò Blake Edwards ne Il figlio della Pantera Rosa (1993), ultimo capitolo della fortunata serie cinematografica, che tuttavia non ripeté il successo del film originale.

Fra Hollywood e l'Italia
Negli anni sessanta era all'apice della carriera e della fama internazionale, tra le interpreti più richieste in assoluto.
Tra i compagni di lavoro più assidui figura Tomas Milian, con il quale lavorò in numerosi film, instaurando un piacevole rapporto di amicizia e di complicità. Per tre anni ha lavorato negli Stati Uniti, vivendoci sei mesi l'anno, riuscendo a mantenersi equilibrata, senza abbandonarsi all'entusiasmo. «Il mio vantaggio a Hollywood è stato che l'iniziativa non è partita da me, ma da loro.
Era il periodo in cui invitavano tutte le attrici europee di un certo successo, non tanto per apertura e generosità, quanto piuttosto perché gli americani volevano avere il monopolio delle star e, se ne intravedevano altrove, cercavano di farle immediatamente proprie. (...) Il più delle volte, in realtà, ti distruggevano: andavi in America, e tornavi che non eri più niente o nessuno. Io mi sono difesa, per esempio rifiutando con decisione l'offerta di un contratto in esclusiva con la Universal. Firmavo di volta in volta, per singoli film. E alla fine me la sono cavata».Il circo e la sua grande avventura (1964) di Henry Hathaway le permise di lavorare con due star assolute: John Wayne e Rita Hayworth. Mentre instaura un rapporto molto amichevole con "the Duke", deve assistere suo malgrado alla straziante decadenza della Hayworth.

Lavorò per la prima volta con Ugo Tognazzi nel film di Antonio Pietrangeli Il magnifico cornuto (1964), nel quale appare al culmine della propria sensualità. Ma è un'esperienza di cui ha «solo ricordi poco gradevoli: con Pietrangeli, mi dispiace dirlo, non c'è stato un gran feeling. E poi c'era Tognazzi che, all'epoca, mi faceva una corte spietata...».Lavorò poi con Rock Hudson in L'affare Blindfold (1965), di Philip Dunne, e con Anthony Quinn in Né onore né gloria (1966), di Mark Robson. Proprio il primo, di cui non ignora le segrete preferenze sessuali, è il miglior compagno del suo periodo hollywoodiano: si dimostra molto protettivo, comprendendo il suo disagio di europea in un mondo diverso. Frequentò anche Barbra Streisand, Elliott Gould, Richard Burton e Liz Taylor, diventò amica di Steve McQueen, ma continuò a sentirsi estranea a quel mondo.Nel frattempo in Italia tornò a lavorare con Visconti in Vaghe stelle dell'Orsa... (1965), vincitore di un "riparatorio" Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia ma anche insuccesso commerciale, film nel quale ha espresso al massimo le proprie capacità drammatiche. Tornò a lavorare con Monicelli per un episodio del film Le fate (1966).
A dimostrazione dello status divistico raggiunto dall'attrice, nel 1966 la casa editrice Longanesi pubblicò l'insolito volume Cara Claudia... Lettere dei fans alla Cardinale.
Una foto della Cardinale fu inserita, a sua insaputa, nella copertina interna dell'album Blonde on Blonde (1966) del cantautore statunitense Bob Dylan, pare per volere dell'artista stesso. Gli avvocati dell'attrice minacciarono di intentare causa alla Columbia Records, etichetta discografica di Dylan, e nelle successive ristampe dell'album la fotografia dell'attrice venne eliminata. Le versioni originali comprendenti la foto della Cardinale sono diventate un raro oggetto per i collezionisti.Sempre nel 1966 si cimentò con il genere western in I professionisti di Richard Brooks, considerato il suo miglior film americano, nel quale ritrovò con piacere Burt Lancaster, con il quale ha condiviso l'indimenticabile esperienza del Gattopardo. È stata protagonista assoluta della commedia d'ambientazione brasiliana Una rosa per tutti (1966) di Franco Rossi. Ha affiancato Tony Curtis, Robert Webber e Sharon Tate in Piano, piano non t'agitare! (1967) di Alexander Mackendrick, risposta hollywoodiana alla nuova cultura, dove impersonava il ruolo di una pittrice con un forte spirito libero.


All'inizio del 1967 la raggiunse negli Stati Uniti Franco Cristaldi, che aveva organizzato a sua insaputa il loro matrimonio, celebrato ad Atlanta ma mai ufficializzato in Italia. Questo «sedicente matrimonio», come lo definisce Cardinale, e la successiva affiliazione di Patrick sono vissute dall'attrice come un altro modo per tenerla legata, sempre meno libera di decidere della propria vita, piuttosto che il risultato di sentimenti autentici.

Nel 1968 la Cardinale interpretò senza sosta numerose opere cinematografiche, che la resero sempre più nota al pubblico internazionale. Lavorò per la seconda e ultima volta con l'amico Rock Hudson in Ruba al prossimo tuo... di Francesco Maselli, girato in Italia, in Austria e a New York, commedia di leggerezza per la quale ricevette recensioni discretamente positive. Sempre nel 1968, recitò con Rod Taylor nel drammatico I contrabbandieri del cielo di Joseph Sargent.
Questo è l'anno anche de Il giorno della civetta di Damiano Damiani, capostipite dei film di denuncia, per il quale vinse il David di Donatello come miglior attrice protagonista, e soprattutto del capolavoro del western all'italiana C'era una volta il West di Sergio Leone, nel quale interpreta Jill McBain, l'unico ruolo femminile di rilievo in tutta l'opera cinematografica del regista. Rimangono nell'immaginario collettivo le scene dove lei appare, quasi sempre accompagnate dalle emblematiche musiche del Maestro Ennio Morricone.
L'esperienza con Leone è stata particolarmente positiva sia sul piano umano che professionale: «Ho voluto un gran bene a Sergio. Il nostro era un legame di grande affetto. Con il suo bellissimo film mi ha regalato un personaggio magnifico (...) Tutto il periodo è legato a un'impressione complessiva di grande benessere. Con Sergio mi sono sentita diretta sempre nel modo giusto (...) ho provato la sensazione di essere sempre perfetta, grazie a Sergio. Mai avuto un problema».Dopo la magistrale interpretazione di Jill McBain, seguirono altre pellicole di rilievo: Certo, certissimo, anzi... probabile di Marcello Fondato, in coppia con Catherine Spaak, e nel film storico risorgimentale Nell'anno del Signore (1969), di Luigi Magni, protagonista insieme con attori del calibro di Nino Manfredi, Enrico Maria Salerno, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi, mentre a ricoprire i ruoli simbolo di Leonida Montanari e Angelo Targhini erano gli attori francesi Robert Hossein e Renaud Verley. Il film fu un grandissimo successo di pubblico e di critica, risultando campione d'incassi durante quella stagione.
Il decennio dorato si chiuse con la megaproduzione italosovietica La tenda rossa (1969) di Michail Kalatozov, in cui ha recitato accanto a Sean Connery. Di lui ha detto in seguito: «Posso solo dire «stupendo». È affascinante nella vita, esattamente come lo sono i suoi personaggi sullo schermo», e ancora «Sul lavoro non l'ho mai visto lasciarsi andare a capricci o isterismi. Però era serissimo: sempre il primo ad arrivare, e l'ultimo ad andar via».

I primi anni settanta
La partecipazione alla commedia Le avventure di Gerard (1970) di Jerzy Skolimowski, una produzione americana girata a Cinecittà, è stata una delle esperienze più divertenti della sua carriera. Il regista polacco al suo primo film straniero si rivelò un «pazzo scatenato» e la Cardinale si dovette impegnare in prima persona per impedire che i produttori lo licenziassero.

Da menzionare una delle commedie all'italiana più rappresentative: Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971), di Luigi Zampa, in cui ha recitato con Alberto Sordi, da cui in seguito sarà diretta nel film Il comune senso del pudore (1976).
Anche L'udienza (1972) di Marco Ferreri è stata una «bella avventura», grazie allo spirito del regista. «Anche nei momenti drammatici del lavoro, lui ti fa sempre ricordare che "in fondo è solo un film"». In Venezuela ha recitato insieme a Stanley Baker in Fuori il malloppo, con la regia di Jean Herman.


Dopo Cartouche per dieci anni non ha più lavorato in Francia, per l'assenza di proposte abbastanza interessanti. Poi gliene arrivò una impossibile da rifiutare, un incontro-duello con il sex symbol planetario e bandiera francese Brigitte Bardot: il western al femminile Le pistolere (1971) di Christian-Jaque, successo popolare dato dalle straordinarie presenze delle protagoniste, ma stroncato dalla critica, nonostante ciò diventerà col tempo un cult movie.
Sempre in Francia è la protagonista femminile del terzo film in coppia con Jean-Paul Belmondo: Il clan dei marsigliesi (1972), scritto e diretto da José Giovanni, tratto da un romanzo dello stesso regista.
Intanto, stava già maturando il distacco da Cristaldi e dalla Vides,, che avvenne nel 1975 con il mancato rinnovo del contratto.
Tornò a lavorare per un'ultima volta con due dei suoi registi storici: Bolognini in Libera, amore mio! (1973) e Visconti, profondamente segnato dalle conseguenze di un ictus («Era costretto a dirigerti solo con lo sguardo, e dietro quella persona curva, immobile, silenziosa, tu rivedevi l'ombra di quel leone ruggente che era stato fino a poco prima»), in Gruppo di famiglia in un interno (1974).


Ma soprattutto nel film I guappi (1974) lavorò per la prima volta con il regista emergente Pasquale Squitieri, suo coetaneo, protagonista di qui in avanti della sua vita professionale e privata. Il loro primo incontro era stato tempestoso, caratterizzato in apparenza da reciproca diffidenza e antipatia, ma la Cardinale rimase anche fortemente attratta da quell'ombroso regista napoletano, dallo sguardo azzurro e trasparente. È stata lei, inavvicinabile in quanto compagna di uno degli uomini più potenti dell'ambiente cinematografico italiano, a farsi avanti, malgrado tutte le voci negative sul regista, considerato un uomo imprevedibile, collerico e collezionista di donne. Ma ai suoi occhi Squitieri rappresentava la vitalità, la follia e gli eccessi di cui sentiva un bisogno crescente, dopo anni di «una vita tutta regolata, tutta programmata, tutta razionale e razionalizzata... Pasquale era l'opposto, ed è stato l'opposto a sedurmi.» La loro relazione iniziò nel 1973, ma solo due anni dopo la ufficializzarono, pur senza sposarsi.

1975, l'inizio di una nuova vita

Due commedie accanto all'altra principale attrice italiana della sua generazione, Monica Vitti, A mezzanotte va la ronda del piacere (1975) di Marcello Fondato e Qui comincia l'avventura (1975) di Carlo Di Palma, segnano la fine del lungo rapporto professionale di Cardinale con la casa di produzione Vides, a cui è ben consapevole di dovere tutto, nel bene, ma anche nel male. «Sono stati loro che mi hanno costruita, lanciata. Mi hanno dato le copertine dei giornali di tutto il mondo, però mi hanno tolto la libertà e la mia vita personale. (...) Per anni mi sono sentita stupida, incapace. C'era sempre qualcuno che parlava al mio posto, che decideva per me quello che dovevo fare, dire e pensare.»Subito dopo le riprese di Qui comincia l'avventura, che le costano un esaurimento nervoso, per la difficoltà di lavorare con la Vitti («Monica, che io frequentavo moltissimo e che mi è sempre stata simpatica sul piano umano, nella vita, sul set era una persona impossibile, e lavorare con lei è stato difficile»). Parte per gli Stati Uniti e raggiunge Squitieri, con il quale intraprende un viaggio on the road che segna l'inizio di una nuova fase della sua vita. Per Cardinale si tratta della riconquista di una parte dell'esistenza che le era stata a lungo negata, della riscoperta del piacere di vivere e della libertà personale. «Con Pasquale, ho recuperato una parte della mia vita che non ho vissuto, e cioè tutta la mia adolescenza, la mia spensieratezza, tutto quello che mi è stato impedito o mi sono impedita di vivere».Cardinale si aspetta che Cristaldi, sempre così distaccato, sia comprensivo e le permetta di rifarsi una vita, invece la sua reazione è meschina e vendicativa. Le crea attorno il vuoto nell'ambiente cinematografico per mettere fine alla sua carriera, e chiede esplicitamente a Visconti di non chiamarla per L'innocente (1976), impedendole così di partecipare a quello che si rivelerà essere l'ultimo film del regista. Per di più, la Vides la lascia con un debito nei confronti del fisco di cento milioni di lire.Si ritrova quindi a pagare il raggiungimento della felicità privata con l'inattività professionale. Anche Squitieri da uomo di successo si ritrova disoccupato, perché non trova produttori disposti a inimicarsi Cristaldi. L'ultimo contatto con Cristaldi saranno, in seguito, solo le pratiche del divorzio necessarie per consentire al produttore di sposare Zeudi Araya.Dopo diciassette anni di lavoro ininterrotto, con almeno tre-quattro film all'anno, l'attrice rimane ferma per quasi due anni prima che Franco Zeffirelli la chiami per il ruolo dell'adultera nel suo Gesù di Nazareth televisivo. Le sembra di uscire da una lunga convalescenza e il fatto che le riprese si svolgano a Monastir, in Tunisia, non fa che accentuare la sensazione di un nuovo inizio.
Negli anni seguenti lavora ripetutamente con Squitieri, che l'affianca a Giuliano Gemma in Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978).
Ancora una volta da dimostrazione delle sue capacità recitative in un ruolo drammatico di forte intensità, nel film L'arma (1978) con Stefano Satta Flores; la struggente storia di una donna logorata dal dolore di un uomo estremamente violento, da una figlia ribelle e dai difficili rapporti familiari che si susseguono nella vicenda.
A quarant'anni può permettersi una seconda maternità desiderata, quanto tardiva, vissuta però con grande serenità, come un riscatto della prima. Ma per tutta la durata della gravidanza è perseguitata dai fotografi, una situazione che culmina nel famigerato episodio in cui Squitieri minaccia con la pistola i fotografi che assediano la loro villa fuori Roma (secondo Cardinale, un equivoco generato da un periodo di tensione generale).Viene diretta dal regista greco George P. Cosmatos nell'avventura bellica Amici e nemici (1979), girato interamente sull'isola di Rodi e ambientato durante la seconda guerra mondiale, con un cast d'eccellenza: Roger Moore, Telly Savalas, Richard Roundtree, Stefanie Powers e ancora una volta David Niven, che segnerà inoltre il termine degli anni settanta.

Gli anni ottanta e novanta

Gli anni ottanta si aprono per Cardinale con due film importanti, La pelle (1981) di Liliana Cavani, che le vale un secondo Nastro d'argento, e Fitzcarraldo (1982) di Werner Herzog, un'autentica avventura in Amazzonia: «Su quel set è successo veramente di tutto (...) Ci si chiedeva ogni giorno se saremmo riusciti a girare», «più che un film (...) una specie di lotta per sopravvivere (...) una lotta contro il caldo terrificante, contro le mille difficoltà per girare in un posto fuori dal mondo». Le oggettive difficoltà ambientali sono acuite dal dover fronteggiare tanto il famigerato Klaus Kinski quanto il non meno imprevedibile Herzog.
L'interpretazione del controverso personaggio storico di Claretta Petacci in Claretta (1984), diretta per l'ennesima volta da Squitieri, le fa ottenere il Premio Pasinetti alla Mostra del cinema di Venezia e il suo terzo Nastro d'argento. Di qui in avanti, cominceranno ad arrivare solo premi alla carriera perché, malgrado la sua maturità, il cinema sembra non offrirle più ruoli all'altezza.
Durante tutto il periodo degli anni ottanta e novanta continuerà a girare film di circuito come ad esempio: La donna delle meraviglie di Alberto Bevilacqua, L'estate prossima di Nadine Trintignant e Un uomo innamorato di Diane Kurys, quest'ultimo presentato in concorso al 40º Festival di Cannes.
Recita nell'Enrico IV di Marco Bellocchio (1984), di nuovo a fianco di Mastroianni, e poi in La storia di Luigi Comencini (1986), uno dei suoi ruoli più drammatici, che le richiede di apparire prematuramente invecchiata, ma ormai la sua attività si è spostata prevalentemente in Francia, dove continua a lavorare ininterrottamente, anche se spesso i suoi film non arrivano in Italia. Fra gli altri, nel kolossal celebrativo La rivoluzione francese (1989) di Robert Enrico e Richard T. Heffron interpreta il ruolo della duchessa di Polignac. Dopo la vita nomade da attrice internazionale, con base a Roma, nel 1989 si trasferisce stabilmente a Parigi, che sente come la sua vera città, perché ha bisogno di sentir parlare francese per sentirsi davvero a casa.
Atto di dolore è probabilmente l'opera meglio riuscita durante gli anni novanta per la carriera dell'attrice, ancora una volta con l'indispensabile risorsa di Squitieri: per il ruolo della vedova che tenta disperatamente di riportare suo figlio tossicodipendente sulla retta via, riceve il Globo d'oro come miglior attrice e una nomination come miglior attrice protagonista ai Nastri d'argento. Seguono due film particolarmente rilevanti: Mayrig e Quella strada chiamata paradiso, diretti da Henri Verneuil, entrambi narrano le vicende di una famiglia di origine armena che si rifugia in Francia per sfuggire al terribile massacro degli armeni, meglio conosciuto come Genocidio Armeno, perpetrato dall'Impero ottomano intorno al 1915, che causò circa 1,5 milioni di morti.
Durante il 1993 è membro della giuria in rappresentanza dell'Italia al Festival di Cannes, insieme a lei nella stessa categoria sono presenti tra gli altri anche Louis Malle, Gary Oldman e Judy Davis.
Si impegna inoltre in produzioni televisive, come ad esempio Deserto di fuoco (1997), per la regia di Enzo G. Castellari con Anthony Delon, Stéphane Freiss, Virna Lisi, Arielle Dombasle e Vittorio Gassman, ambientato per buona parte nel deserto del Sahara.
Nel 1998 e nel 1999 collabora ancora con Squitieri interpretando Costanza d'Aragona in Stupor mundi e Donna Assunta in Li chiamarono... briganti!, realistica storia del brigantaggio meridionale nell'immediato periodo posteriore all'unità.
Gli anni duemila e duemiladieci: la scoperta del teatro

Solo già sessantenne, Cardinale esordisce a teatro, accettando la proposta di Squitieri, mentre in passato aveva rifiutato quelle prestigiose di Luchino Visconti e Giorgio Strehler, temendo la propria inadeguatezza: «Per molti anni ho avuto il dubbio di non essere preparata a recitare dal vivo. (...) Finché ho trovato la preziosa guida di Maurizio Scaparro (...) Ho superato lo scrupolo dettato dal mio tipo di voce».Nel 2000 recita nella commedia La Venexiana, adattata da René de Ceccatty, diretta da Maurizio Scaparro e rappresentata al teatro Rond-Point di Parigi.
Seguono nel 2002/2003 Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello, messo in scena da Squitieri, rappresentato in una tournée teatrale in Italia, nel 2005 Doux oiseaux de jeunesse di Tennessee Williams, messo in scena da Philippe Adrien, e nel 2006/2007 Lo zoo di vetro, sempre di Williams, diretto da Andrea Liberovici, spettacolo in cui veste i panni di Amanda Wingfield.
Nonostante il suo impegno a teatro, non perde di vista la grande passione che ha nei riguardi del cinema, con il quale ha maturato una delle più lunghe e imponenti carriere internazionali. Nel 2002 recita in And Now... Ladies & Gentlemen del regista francese Claude Lelouch, mentre l'anno successivo è presidente di giuria alla sessantaquattresima edizione di Miss Italia 2003, tenutasi a Salsomaggiore Terme. Il 5 marzo del 2009 le viene conferito il premio onorario World Tolerance Award durante la cerimonia annuale del Women's World Award, tenutasi a Vienna.
Nel 2011 la sua voce viene scelta per narrare il documentario naturalistico African Cats - Il regno del coraggio, realizzato da Disneynature. Manoel de Oliveira la vuole nel suo lungometraggio Gebo e l'ombra, mentre Fernando Trueba in El artista y la modelo. È una viscontessa nel film in costume Effie Gray - Storia di uno scandalo, con Dakota Fanning e Emma Thompson, mentre è la zia Rosa nella produzione italiana Rudy Valentino - Divo dei divi, con Alessandro Haber, dedicata al divo di hollywood del cinema muto, Rodolfo Valentino.
Viene diretta dal regista esordiente Antonio Pisu nel sarcastico Nobili Bugie, commedia tragicomica che racconta la storia di una famiglia di nobili ormai decaduti, che per sopravvivere al proprio declino economico aiutano un gruppo di ebrei a rifugiarsi dalla guerra. È una grintosa mamma in Tutte le strade portano a Roma, commedia romantica con protagonisti Sarah Jessica Parker e Raul Bova, e torna in una piccola parentesi televisiva con Il bello delle donne... alcuni anni dopo.
Dopo la scomparsa di Pasquale Squitieri avvenuta nel 2017, torna con successo a teatro portando in scena La strana coppia, rappresentata nei maggiori teatri italiani, con la regia di Antonio Mastellone, un riadattamento al femminile del testo del drammaturgo statunitense Neil Simon, fortemente desiderato dallo stesso Squitieri.

Gli anni Duemilaventi
Nella primavera del 2020 va in onda sulle reti televisive italiane e francesi il telefilm Bulle che la vede protagonista insieme ad un cast corale, mentre nell'ottobre dello stesso anno esce su Netflix Rogue City per la regia di Olivier Marchal. Nel 2021 è ancora protagonista del film tunisino L'isola del perdono di Ridha Behi ed è in produzione un terzo film.


Stile
Considerata per antonomasia la sex symbol per eccellenza degli anni sessanta, tra le maggiori bellezze nazionali del suo tempo, per il suo inconfondibile e avvenente stile glamour e per le sue doti recitative, spesso accostata alla figura della femme fatale, è stata tra le maggiori figure femminili ad indossare abiti per alcuni tra i più grandi stilisti al mondo, tra cui: Mary Quant, Yves Saint Laurent, Rocco Barocco, Renato Balestra, Roberto Capucci, Nina Ricci, Irene Galitzine, Paco Rabanne, Emilio Schuberth, mentre negli anni più recenti predilige stoffe e tessuti di Giorgio Armani. Lo stilista dedicherà all'attrice una serie di collezioni durante gli anni 80.
Nell'estate del 2019, con la collaborazione della famosa casa d'aste internazionale Sotheby's, mette all'asta una parte della sua collezione privata di vestiti, di diverse tipologie, forme e colori, utilizzati sul set ma anche in importanti eventi pubblici, alle première e a festival cinematografici. Tra i capi più significativi della collezione, il celebre abito indossato durante la cerimonia dei Premi Oscar 1965. In contemporanea con l'asta, è stata allestita a Parigi una mostra per l'esposizione al grande pubblico.

L'impegno civile
Convinta che gli artisti, in quanto punto di riferimento e voce di chi non può parlare, abbiano il dovere di essere generosi con gli altri come la vita lo è stata con loro. Claudia Cardinale ha sempre adottato posizioni politiche improntate a idee progressiste e innovative, e ha speso il suo impegno pubblico per promuovere e sostenere il rispetto dei diritti umani con il sostegno di Amnesty International, sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. In particolar modo ha concentrato le sue attività per la causa umanitaria dei diritti delle donne, per la loro emancipazione, per il diritto all'indipendenza e all'istruzione, ed è madrina di un'associazione per la lotta contro l'AIDS, mentre nel marzo del 2000 è stata nominata ambasciatrice di buona volontà (Goodwill Ambassador) dell'UNESCO.Inoltre nel 2006 sostiene la causa per la Giornata mondiale dell'acqua, che mette l'attenzione delle persone sulla difficile situazione presente nel mondo; la disuguaglianza di cui un miliardo di persone sono impossibilitati ad ottenere l'accesso all'acqua pulita e potabile, e la sostenibilità degli habitat acquatici.

Il mestiere di attrice
Dedicatasi alla recitazione in maniera piuttosto casuale, senza coltivare particolari ambizioni, Cardinale ha mantenuto per tutta la carriera un atteggiamento piuttosto naif verso il proprio lavoro, convinta di non esserselo né conquistato né meritato. Ha frequentato alcune scuole, fra cui il Centro Sperimentale, ma senza crederci davvero, facendo affidamento piuttosto sulle proprie esperienze di vita. «Io amo calarmi nei personaggi con l'esperienza che ho della vita, della mia vita. Mi piace recitare, per la possibilità che mi dà di vivere, oltre la mia, altre vite, altre storie. Parto da me, e cerco di inventarmi nuovi modi di essere donna».

Nei suoi primi film ha recitato letteralmente terrorizzata, salvata solo dalla propria fotogenia, finché con il suo primo vero ruolo importante, drammatico, in Un maledetto imbroglio, grazie a Pietro Germi, uomo chiuso, scontroso, di poche parole, piuttosto simile a lei, con il quale c'è stata un'immediata affinità, ha cominciato a capire veramente e apprezzare il mestiere dell'attore. «Pietro Germi è stato il primo che mi ha insegnato che cos'era veramente la recitazione», «mi si è messo vicino, durante la lavorazione del film, e mi ha spiegato, scena per scena, cosa significava, cosa dovevo esprimere (...) Per la prima volta, con Pietro Germi, mi sono sentita a mio agio davanti alla macchina da presa, ho cominciato a capire che potevo fare tutt'uno con quell'occhio fisso su di me (...) Ho cominciato a vivere la cinepresa nel ruolo di un'amica, la mia complice». E soprattutto ha cominciato a capire quale fosse il proprio "metodo". «Mi sono resa conto (...) che per recitare usavo molto la mia vita interiore, che il mio modo di essere attrice era di mettere me stessa dentro i miei personaggi. Il mestiere del cinema, non per scappare dalla vita, ma per viverla meglio di come ho vissuto la vita vera, se non altro con più sincerità e consapevolezza».Se Un maledetto imbroglio di Germi ha segnato l'inizio della sua evoluzione come attrice, l'esperienza del Gattopardo con Luchino Visconti ne ha segnato invece la maturazione. Visconti le ha insegnato, soprattutto, ad avere una piena consapevolezza del proprio corpo: «Mi ha insegnato a guidare, e a non farmi guidare ciecamente dal corpo. Mi ha restituito, se così posso dire, uno sguardo, il sorriso».I molti, proficui rapporti professionali e anche personali instaurati nel corso della sua carriera con diversi registi, da Germi a Zurlini, da Bolognini a Visconti, l'hanno convinta che il rapporto stabilito sul set con il regista sia determinante per la riuscita del film. «Considero che la cosa più importante, per fare bene il lavoro di attore o di attrice, sia l'atteggiamento verso il regista. Con lui penso che debba esistere una specie di transfert: l'attore deve capire quello che il regista si aspetta e a questo punto gli basterà seguire quella prima intuizione, una specie di impulso. Il segreto è nel lasciarsi andare».Il suo atteggiamento distaccato verso il proprio lavoro è stato certamente influenzato dall'immagine non idilliaca ottenuta dalla frequentazione dei colleghi, «Tanta gente cupa, silenziosa, pochissimo comunicativa.»
Riconoscimenti


Premi cinematografici
Mostra del cinema di Venezia1984 - Premio Pasinetti per la miglior attrice - Claretta
1993 - Leone d'oro alla carrieraFestival di Berlino2002 - Orso d'oro alla carrieraDavid di Donatello1961 - David speciale - La ragazza con la valigia
1968 - Miglior attrice protagonista - Il giorno della civetta
1972 - Miglior attrice protagonista - Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
1988 - Premio Alitalia
1997 - David di Donatello alla carriera
2016 - Candidatura a Miglior attrice non protagonista - Ultima fermataNastro d'argento1965 - Miglior attrice protagonista - La ragazza di Bube
1982 - Miglior attrice non protagonista - La pelle
1985 - Miglior attrice protagonista - Claretta
1992 - Nomination Miglior attrice protagonista - Atto di dolore
2000 - Nastro d'argento europeoGlobo d'oro1985 - Miglior attrice - Claretta
1991 - Miglior attrice - Atto di dolore
2014 - Globo d'oro alla carrieraGrolla d'oro1964 - Migliore attrice - La ragazza di BubeBif&st2011 - Premio Fellini 8½ per l'eccellenza artisticaFestival del film Locarno2011 - Pardo d'Oro alla carrieraTaormina film fest1961 - Arancia d'oro alla miglior attrice
2014 - Taormina Arte AwardUna vita per il cinema1962 - Medaglia d'oroMonte-Carlo Film Festival de la Comédie2001 - Premio SpecialeCentro Sperimentale di Cinematografia2007 - Diploma Honoris Causa in recitazionePremio Barocco2009 - Per il cinemaFilmografia














Cinema
I giorni dell'amore (Goha), regia di Jacques Baratier (1958)
I soliti ignoti, regia di Mario Monicelli (1958)
3 straniere a Roma, regia di Claudio Gora (1958)
La prima notte, regia di Alberto Cavalcanti (1959)
Il magistrato, regia di Luigi Zampa (1959)
Un maledetto imbroglio, regia di Pietro Germi (1959)
Audace colpo dei soliti ignoti, regia di Nanni Loy (1959)
Su e giù per le scale (Upstairs and Downstairs), regia di Ralph Thomas (1959)
Vento del Sud, regia di Enzo Provenzale (1959)
Il bell'Antonio, regia di Mauro Bolognini (1960)
La battaglia di Austerlitz (Austerlitz), regia di Abel Gance (1960)
Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti (1960)
I delfini, regia di Francesco Maselli (1960)
La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini (1961)
La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
I leoni scatenati (Les lions sont lâchés), regia di Henri Verneuil (1961)
Auguste, regia di Pierre Chevalier (1961) - Cameo
Cartouche, regia di Philippe de Broca (1962)
Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
8½, regia di Federico Fellini (1963)
Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963)
La Pantera Rosa (The Pink Panther), regia di Blake Edwards (1963)
La ragazza di Bube, regia di Luigi Comencini (1963)
Gli indifferenti, regia di Francesco Maselli (1964)
Il circo e la sua grande avventura (Circus World), regia di Henry Hathaway (1964)
Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
Vaghe stelle dell'Orsa..., regia di Luchino Visconti (1965)
L'affare Blindfold (Blindfold), regia di Philip Dunne (1965)
Né onore né gloria (Lost Command), regia di Mark Robson (1966)
I professionisti (The Professionals), regia di Richard Brooks (1966)
Le fate, nell'episodio Fata Armenia, regia di Mario Monicelli (1966)
Una rosa per tutti, regia di Franco Rossi (1966)
Piano, piano non t'agitare! (Don't Make Waves), regia di Alexander Mackendrick (1967)
Il giorno della civetta, regia di Damiano Damiani (1968)
I contrabbandieri del cielo (The Hell with Heroes), regia di Joseph Sargent (1968)
Ruba al prossimo tuo..., regia di Francesco Maselli (1968)
C'era una volta il West, regia di Sergio Leone (1968)
Certo, certissimo, anzi... probabile, regia di Marcello Fondato (1969)
Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
La tenda rossa (Krasnaya palatka), regia di Michail Kalatozov (1969)
Le avventure di Gerard (The Adventures of Gerard), regia di Jerzy Skolimowski (1970)
Fuori il malloppo (Popsy Pop), regia di Jean Herman (1971)
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
L'udienza, regia di Marco Ferreri (1972)
Le pistolere (Les pétroleuses), regia di Christian-Jaque (1972)
Il clan dei marsigliesi (La scoumoune), regia di José Giovanni (1972)
Il giorno del furore (Days of Fury), regia di Antonio Calenda (1973)
I guappi, regia di Pasquale Squitieri (1974)
Gruppo di famiglia in un interno, regia di Luchino Visconti (1974) - Cameo
Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini (1975)
A mezzanotte va la ronda del piacere, regia di Marcello Fondato (1975)
Qui comincia l'avventura, regia di Carlo Di Palma (1975)
Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, regia di Mario Morra (1976) - repertorio
Il comune senso del pudore, regia di Alberto Sordi (1976)
Il prefetto di ferro, regia di Pasquale Squitieri (1977)
Goodbye & Amen (L'uomo della CIA), regia di Damiano Damiani (1977)
L'arma, regia di Pasquale Squitieri (1978)
Una donna due passioni (La part du feu), regia di Étienne Périer (1978)
Corleone, regia di Pasquale Squitieri (1978)
L'amante proibita (La petite fille en velours bleu), regia di Alan Bridges (1978)
Amici e nemici (Escape to Athena), regia di George Pan Cosmatos (1979)
Si salvi chi vuole, regia di Roberto Faenza (1980)
La salamandra (The Salamander), regia di Peter Zinner (1981)
La pelle, regia di Liliana Cavani (1981)
Fitzcarraldo, regia di Werner Herzog (1982)
Il regalo (Le cadeau), regia di Michel Lang (1982)
Le ruffian, regia di José Giovanni (1983)
Enrico IV, regia di Marco Bellocchio (1984)
Claretta, regia di Pasquale Squitieri (1984)
La donna delle meraviglie, regia di Alberto Bevilacqua (1985)
L'estate prossima (L'été prochain), regia di Nadine Trintignant (1985)
Un uomo innamorato (Un homme amoureux), regia di Diane Kurys (1987)
Hiver 54, l'abbé Pierre, regia di Denis Amar (1989)
Atto di dolore, regia di Pasquale Squitieri (1990)
La battaglia dei tre tamburi di fuoco (La batalla de los Tres Reyes), regia di Souheil Ben-Barka e Uchkun Nazarov (1990)
Mayrig, regia di Henri Verneuil (1991)
Quella strada chiamata paradiso (588 Rue Paradis), regia di Henri Verneuil (1992)
Il figlio della Pantera Rosa (Son of the Pink Panther), regia di Blake Edwards (1993)
Elles ne pensent qu'à ça..., regia di Charlotte Dubreuil (1994)
Un été à La Goulette, regia di Férid Boughedir (1996) - Cameo nei panni di se stessa
Sous les pieds des femmes, regia di Rachida Krim (1997)
Stupor mundi, regia di Pasquale Squitieri (1997)
Riches, belles, etc., regia di Bunny Godillot (1998)
Li chiamarono... briganti!, regia di Pasquale Squitieri (1999)
And Now... Ladies & Gentlemen, regia di Claude Lelouch (2002)
Le démon de midi, regia di Marie-Pascale Osterrieth (2005) - Cameo
Cherche fiancé tous frais payés, regia di Aline Issermann (2007)
Le Fil, regia di Mehdi Ben Attia (2009)
Diventare italiano con la signora Enrica (Sinyora Enrica ile Italyan Olmak), regia di Ali Ilhan (2010)
Tre destini, un solo amore (Un balcon sur la mer), regia di Nicole Garcia (2010) - Cameo
Father, regia di Pasquale Squitieri (2011)
Gebo e l'ombra, regia di Manoel de Oliveira (2012)
El artista y la modelo, regia di Fernando Trueba (2012)
Joy de V., regia di Nadia Szold (2013)
La montagna silenziosa, regia di Ernst Gossner (2013)
Les Francis, regia di Fabrice Begotti (2014)
Effie Gray - Storia di uno scandalo (Effie Gray), regia di Richard Laxton (2014)
Twice Upon a Time in the West, regia di Boris Despodov (2015)
Ultima fermata, regia di Gianbattista Assanti (2015)
Una gita a Roma, regia di Karin Proia (2016)
Nobili bugie, regia di Antonio Pisu (2016)
Tutte le strade portano a Roma (All Roads Lead to Rome), regia di Ella Lemhagen (2016)
Niente di serio, regia di Laszlo Barbo (2017)
Rudy Valentino - Divo dei divi, regia di Nico Cirasola (2018)
Rogue City (Bronx), regia di Olivier Marchal (2020)
L'isola del perdono (L'île du Pardon), regia di Ridha Behi (2022)
Piccolina bella, regia di Anna Scaglione (2022) - in lavorazione
Rumore, regia di Nicola Telesca (2022) - in lavorazioneTelevisione
Gesù di Nazareth, regia di Franco Zeffirelli - sceneggiato TV (1977)
La principessa Daisy (Princess Daisy), regia di Waris Hussein - miniserie TV (1983)
La storia, regia di Luigi Comencini - film TV (1986)
Naso di cane, regia di Pasquale Squitieri - miniserie TV (1986)
Blu elettrico, regia di Elfriede Gaeng - film TV (1988)
La rivoluzione francese (La révolution française), regia di Robert Enrico e Richard T. Heffron - colossal TV (1989)
Flash - Der Fotoreporter, nell'episodio Das Zweite Gesicht der Aida, regia di Gero Erhardt - miniserie TV (1993)
10-07: L'affaire Zeus, regia di Richard Ciupka - miniserie TV (1995)
Nostromo (Joseph Conrad's Nostromo), regia di Alastair Red - miniserie TV (1996)
Deserto di fuoco, regia di Enzo G. Castellari - miniserie TV (1997)
Mia per sempre, regia di Giovanni Soldati - miniserie TV (1998)
Élisabeth - Ils sont tous nos enfants, regia di Pasquale Squitieri - film TV (2000)
Hold-up à l'italienne, regia di Claude-Michel Rome - film TV (2008)
Il giorno della Shoah, regia di Pasquale Squitieri - film TV (2010)
La Loi de..., nell'episodio La Loi de Julien - Le bon fils, regia di Christophe Douchand - miniserie TV (2016)
Il bello delle donne... alcuni anni dopo, regia di Eros Puglielli - miniserie TV (2017)
Ulisse - Il piacere della scoperta, terza puntata - programma TV (2019)
Bulle, regia di Anne Deluz - miniserie TV (2020)Cortometraggi
Anneaux d'or, regia di René Vautier (1957)
La amante estelar, regia di Antonio de Lara (1968)
Un café... l'addition, regia di Félicie Dutertre e François Rabes (1999)
L'aveugle et la Cardinale, regia di Frédérick Laurent (2015)Documentari
Claudia Cardinale è apparsa in diversi documentari, per raccontare se stessa e la propria carriera, o per rendere la propria testimonianza sulle personalità cinematografiche incontrate e conosciute nel corso degli anni.

Claudia Cardinale, regia di Harry Kümel (1965) - cortometraggio
Burden of Dreams, regia di Les Blank (1982) - sulla lavorazione del film Fitzcarraldo
Stelle emigranti, regia di Francesco Bortolini (1983)
Claudia Cardinale, la più bella italiana di Tunisi (Claudia Cardinale, la plus belle italienne de Tunis), regia di Ben Mahmoud (1994)
Cannes... les 400 coups, regia di Gilles Nadeau (1997)
Kinski, il mio nemico più caro (Mein liebster Feind - Klaus Kinski), regia di Werner Herzog (1999)
Luchino Visconti, regia di Carlo Lizzani (1999)
Vamps et femmes fatales du cinéma européen, regia di N.T. Binh (2001) - mediometraggio
The Life and Times of Count Luchino Visconti, regia di Adam Low (2003)
L'ultima sequenza, regia di Mario Sesti (2003) - sul film 8½
The Magic of Fellini, regia di Carmen Piccini (2003)
Essere Claudia Cardinale, regia di Stefano Mordini (2005) - mediometraggio
Frammenti di Novecento, regia di Francesco Maselli (2005)
Sergio Leone: The Way I See Things, regia di Giulio Reale (2006)
Marcello, una vita dolce, regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2006)
Pietro Germi - Il bravo, il bello, il cattivo, regia di Claudio Bondì (2009)
La traversée du désir, regia di Arielle Dombasle (2009)
Hollywood sul Tevere, regia di Mario Spagnoli (2009)
Belmondo, itinéraire..., regia di Vincent Perrot (2011)
L'insolito ignoto - Vita acrobatica di Tiberio Murgia, regia di Sergio Naitza (2012)
Gli anni delle immagini perdute, regia di Adolfo Conti (2012)
Alberto il grande, regia di Carlo Verdone e Luca Verdone (2013)
Alfredo Bini, ospite inatteso, regia di Simone Isola (2015)
Belmondo par Belmondo, regia di Regis Mardon (2016)
Il principe delle pezze, regia di Alessandro Di Ronza (2019)Doppiaggio
African Cats - Il regno del coraggio (African Cats), regia di Alastair Fothergill - voce narrante (2011)Teatro
La Venexiana, regia di Maurizio Scaparro. Teatro Rond-Point di Parigi (2000)
Come tu mi vuoi, di Luigi Pirandello, regia di Pasquale Squitieri. Tournée italiana (2002-2003)
La dolce ala della giovinezza, di Tennessee Williams, regia di Philippe Adrien. Teatro della Madeleine di Parigi (2005)
Lo zoo di vetro, di Tennessee Williams, regia di Andrea Liberovici. Tournée italiana (2006-2007)
Un dialogo con Alberto Moravia, di Alberto Moravia, regia di Alfredo Arias, con René de Ceccatty. Cinémathèque française di Parigi (2010)
La strana coppia, di Neil Simon, regia di Antonio Mastellone, con Ottavia Fusco. Tournée italiana (2017-2018)Programmi televisivi
Canzonissima (Programma Nazionale, 1958, 1971) - guest star
Teatro 10 (Programma Nazionale, 1971) - concorrente
Gran Premio Internazionale dello Spettacolo (Canale 5, 1992, 1994-1995, 1999)
Miss Italia 2003 (Rai 1, 2003) - presidentessa di giuria
Festival di Sanremo 2014 (Rai 1, 2014) - ospite d'onoreDiscografia
Album
1962 - The Four Dreamers.
1970 - Vive Les Années 70.Singoli
1970 - Keep Up Your Smile, di Frédéric Botton, CBS.
1971 - Popsy-Pop Song, CBS - dal film Fuori il malloppo.
1972 - Prairie Woman, Disques 23 - dal film Le pistolere.
1977 - Love Affair, Emotion Records.
1977 - Do it Claudia, CBS.
1977 - Private life, CBS.
1978 - Sun... I Love You, Disques Ibach.Raccolte
2010 - Canto Del Dio Nascosto, Le poesie di Karol Wojtyla.Partecipazioni
2010 - Dolce vita, feat. Davide Esposito, Peermusic France.Nella cultura di massa
In campo musicale, tra le canzoni in cui viene citata vi è un brano del cantautore rock italiano Vasco Rossi, incluso nel suo secondo album Non siamo mica gli americani! pubblicato nel 1979.
In occasione della Settantesima edizione del Festival di Cannes, l'attrice viene omaggiata dalla kermesse, che sceglie appositamente per lei una sua immagine come manifesto ufficiale.
All'interno di una scena del film C'era una volta a... Hollywood per la regia di Quentin Tarantino, è possibile vedere il suo nome presente in una locandina cinematografica.

Doppiatrici italiane
Con una certa regolarità fino al termine degli anni sessanta, più raramente fino al 1979, Claudia Cardinale è stata doppiata in lingua italiana da diverse attrici:
Rita Savagnone in Un maledetto imbroglio, Il bell'Antonio, La viaccia, Nell'anno del Signore, C'era una volta il West, Il giorno della civetta, La tenda rossa, 3 straniere a Roma, Né onore né gloria, Fuori il malloppo, L'affare Blindfold, Piano, piano non t'agitare, I guappi, Senilità
Adriana Asti in I leoni scatenati, I delfini, La ragazza con la valigia, Vento del Sud
Maria Pia Di Meo in La Pantera Rosa, La battaglia di Austerlitz
Noemi Gifuni in Ruba al prossimo tuo..., Amici e nemici
Lucia Guzzardi in I soliti ignoti, Audace colpo dei soliti ignoti
Stefania Romagnoli in Gebo e l'ombra, Rogue City
Fiorella Betti in Il magistrato
Paola Quattrini in La prima notte
Luisella Visconti in Rocco e i suoi fratelli
Solvejg D'Assunta in Il Gattopardo
Gabriella Genta in Il circo e la sua grande avventura
Paila Pavese in And Now... Ladies & GentlemenOnorificenze
Onorificenze italiane
Onorificenze straniere
Altri meriti ottenuti
2015 – Cittadinanza onoraria del comune di Palma di MontechiaroNote

Opere Letterarie
Claudia Cardinale (con Anna Maria Mori), Io, Claudia - Tu, Claudia. Milano, Frassinelli, 1995. ISBN 88-7684-337-X
Claudia Cardinale (con Danièle Georget), Le stelle della mia vita. Casale Monferrato, Edizioni Piemme, 2006. ISBN 88-384-8646-8
Claudia Cardinale, Pierluigi on cinema, Photology, 2008. ISBN 8888359176
Claudia Cardinale, Ma Tunisie (La mia Tunisia). Parigi, Timée Éditions, 2009. ISBN 978-2-35401-082-9Bibliografia
Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano. Volume quarto: Dal miracolo economico agli anni novanta 1960-1993, Roma, Editori Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3788-4
Simona Previti, Claudia Cardinale, Edizioni L'Epos, Collana La carrozza d'oro, 2011. ISBN 978-88-8302-381-1
Italo Moscati, Così si amavano (così ameremo?), Rai Libri, 2013. ISBN 978-8839715807
Frédéric Schiffter, Dolce Claudia, suivi de Eloge de la starlette, Francia, Archivio Graziano Arici, 2014. ISBN 979-1090294127
Alberto Moravia, Claudia Cardinale. Dialogo e fotografie, Ghibli, 2015. ISBN 978-8868010676
Bruno Vespa, Bellissime! Le donne dei sogni italiani dagli anni '50 a oggi, Roma, Rai Libri, 2020. ISBN 978-88-397-1799-3Altri progetti

Wikiquote contiene citazioni di o su Claudia Cardinale
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Claudia CardinaleCollegamenti esterni

(FR, EN, IT) Sito ufficiale, su official-claudiacardinale.com.
Cardinale, Claudia, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Claudia Cardinale, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Claudia Cardinale, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Claudia Cardinale, su Goodreads.
(EN) Claudia Cardinale, su Discogs, Zink Media.
(EN) Claudia Cardinale, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Claudia Cardinale, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
Claudia Cardinale, su Movieplayer.it.
Claudia Cardinale, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
Claudia Cardinale, in Enciclopedia del cinema, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
(EN) Claudia Cardinale, su Internet Movie Database, IMDb.com.
(EN) Claudia Cardinale, su AllMovie, All Media Network.
(EN) Claudia Cardinale, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
(EN) Claudia Cardinale, su Metacritic, CBS Interactive Inc.
(EN) Claudia Cardinale, su TV.com, CBS Interactive Inc (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
(EN) Claudia Cardinale, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
(EN) Claudia Cardinale, su BFI Film & TV Database, British Film Institute.
(DE, EN) Claudia Cardinale, su filmportal.de.
(EN) A Tribute to Claudia Cardinale, su claudiacardinale.co.uk. URL consultato il 29 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2017).
(EN) Classic Movies (1939 - 1969): Claudia Cardinale, su thegoldenyears.org. URL consultato il 9 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).
African Cats: ScreenWeek intervista Claudia Cardinale, su blog.screenweek.it.

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