Il regista Kim Ki-Duk è un'entità anomala nel panorama cinematografico. Prima di giungere alla pittura, suo più grande amore, ha svolto lavori di ogni tipo, e il suo incontro con il cinema è avvenuto solamente negli ultimi anni, senza aver avuto alcuna esperienza o formazione in merito. Di conseguenza una sua opera è sempre un'esperienza magica e sensoriale. Abbandonati la valle sperduta e la casetta galleggiante del monaco, della favola morale Primavera, estate, autunno e inverno e... ancora primavera , il regista coreano torna ai giorni nostri per raccontare il tema della solitudine e dell'amore.